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IL NUOVO SPEAKER DELLA CAMERA

"In God We Trust", Mike Johnson riporta la fede in Congresso

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Mike Johnson viene eletto dai Repubblicani come nuovo speaker della Camera, dopo due settimane di difficili votazioni. Nei media è subito allarme eversione: fedele a Trump, non voleva certificare la vittoria di Biden. Il suo discorso però è la quintessenza dei valori cristiani americani.

Esteri 27_10_2023
Mike Johnson

Stati Uniti: “I Repubblicani contro la democrazia”, recita l’occhiello nel servizio del telegiornale della Msnbc. Cosa hanno fatto, di nuovo? Dopo tre settimane di crisi e due settimane abbondanti di votazioni, hanno scelto il nuovo speaker (equivalente del presidente) della Camera, dopo aver sfiduciato Kevin McCarthy, accusandolo di essere stato troppo incline al compromesso con i Democratici. Il successore è Mike Johnson. Ed è il suo nome a far scattare l’allarme a media unificati.

Johnson, infatti, è conosciuto come un fedelissimo di Donald Trump e uno dei promotori di una delle cause per cancellare la certificazione della vittoria elettorale di Joe Biden nel 2020, in quattro Stati in bilico. Dunque, in estrema sintesi, nella nuova polarizzazione fra pro o contro Trump, il nuovo presidente della Camera è assolutamente pro. E per di più, avendo messo in discussione la vittoria di Biden, è in odore di eversione. Questa etichettatura dipende unicamente dalla posizione assunta nella querelle elettorale del 2020, non dalle sue idee, di cui nessuno sembra occuparsi. Johnson è veramente un eversivo? Il discorso inaugurale del nuovo speaker è il suo biglietto da visita. Non solo vi troviamo riaffermati tutti i valori degli Stati Uniti e della loro libertà. Vi troviamo anche le riflessioni di un vero uomo di fede.

Nato e cresciuto in Louisiana, di cui è rappresentante, figlio di un vigile del fuoco, rimasto mutilato a seguito di un’esplosione, Johnson si ritiene, prima di tutto, il prodotto del sogno americano: «È la bellezza dell'America permettere al figlio di un pompiere di arrivare sin qui, a servire in questa istituzione dove grandi uomini e donne hanno servito prima di noi ed hanno costruito e preservato quella che Lincoln definì “l’ultima migliore speranza dell’uomo sulla terra”».

Mike Johnson indica il motto inscritto nell’aula (oltre che sul dollaro, notoriamente), In God We Trust e dimostra di prenderlo sul serio. Non è solo il lascito storico della Guerra Fredda (il motto venne adottato dalla Camera nel 1962) per contrapporsi alla superpotenza atea sovietica. È un invito alla responsabilità di fronte al Signore: «Credo che Dio abbia fatto sì che ognuno di noi fosse qui ed ora, precisamente in questo momento storico. Questa è la mia convinzione. Credo che ognuno di noi oggi abbia l’enorme responsabilità di usare i talenti che Dio ci ha dato per servire lo straordinario popolo di questo grande Paese, che lo merita, e per assicurare che la nostra Repubblica rimanga in piedi come un grande faro luminoso, di speranza e libertà, in un mondo che ne ha disperatamente bisogno».

L’eccezionalità americana non è disgiunta dalla fede. E per ribadirlo, Mike Johnson cita un grande cattolico, G. K. Chesterton: «… filosofo e scrittore britannico che un tempo disse: “L’America è l’unica nazione nel mondo che si fonda su un credo”. E aggiunse: “Esso è enunciato con una lucidità quasi teologica nella Dichiarazione di Indipendenza”. Qual è il nostro credo? “Riteniamo che queste verità siano evidenti, che tutti gli uomini sono stati creati uguali”. Non nati uguali, attenzione. Ma creati uguali. E sono dotati degli stessi inalienabili diritti alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità».

Il nuovo speaker della Camera cita il presidente Ronald Reagan, per ricordare i principi guida della nazione americana: «Io li chiamo i sette principi fondamentali del conservatorismo americano, ma, vi prego di concedermelo: penso che siano davvero la quintessenza dei principi fondamentali della nostra nazione. Li riassumo in: libertà individuale, governo limitato, Stato di diritto, pace attraverso la forza, responsabilità fiscale, libero mercato e dignità umana. Questi sono i fondamenti che ci hanno reso una nazione straordinaria».

Tutt’altro che eversivo, il nuovo speaker della Camera, stando alle sue stesse parole, vorrebbe riportare gli Stati Uniti in carreggiata, dopo i pesanti sbandamenti degli ultimi anni. È in corso una guerra culturale senza quartiere in cui sono messi in discussione i fondamenti stessi della nazione americana. Per i gruppi della sinistra più radicale, woke, non è una nazione legittima perché si è fondata sulla schiavitù e la colonizzazione. Le parole di Johnson, rispetto al dibattito ordinario nel mondo accademico, suonano, a questo punto, veramente eversive.