Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santi Innocenti a cura di Ermes Dovico
censura

In Francia la verità sull'aborto costa 100mila euro di multa

Ascolta la versione audio dell'articolo

L'autorità francese di regolamentazione dei media ha multato il canale CNews per aver detto che la prima causa di morte al mondo è quella che avviene nel grembo materno. I dati non contano di fronte ai diktat dell'informazione unica.

Attualità 27_11_2024 English Español

L'autorità francese di regolamentazione dei media (Arcom) ha inflitto la scorsa settimana una multa di 100.000 euro al canale conservatore CNews, per aver affermato, durante un programma con ospiti pro-life e pro-family cattolici, che l'aborto è la prima causa di morte al mondo. Un dato inoppugnabile ma indicibile, in una repubblica che ha posto l’omicidio dell’innocente nel suo tabernacolo come fosse il tesoro più prezioso. 

L'episodio, verificatosi durante la trasmissione “En quete d’esprit” andata in onda lo scorso 25 febbraio, rivela quanto il dibattito sull'aborto sia bandito in Francia e, dopo la costituzionalizazzione della pratica omicida sugli innocenti, sia pericoloso mostrare i dati del genocidio in atto. L’Arcom ha stabilito, con decisione presa il 13 novembre, che è vietato rivelare questa verità. La "colpa" della rete televisiva e del conduttore, Aymeric Pourbaix, è stata quella di mostrare un'infografica sulle cause di morte nel 2022, classificando l'aborto come la prima causa, con 73 milioni di morti ogni anno nel mondo, cioè il 52% dei decessi annuali, molto più del cancro (10 milioni) e del fumo (6,2 milioni). In effetti, nonostante la voluta ignoranza della agenzia di controllo Arcom francese, i dati sugli aborti visualizzati sul contatore del Worldometer si basano, si legge nel sito di informazione, «sulle ultime stime sugli aborti nel mondo pubblicate da varie fonti, tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Secondo l'OMS, ogni anno nel mondo si verificano circa 73 milioni di aborti indotti».

Una forte ondata d’indignazione della stampa e di politici liberal e socialisti, era seguita alla difusione del programma, motivata dall’irreale e antiscientifico assunto che l'aborto non può essere considerato una “causa di morte” perché il feto non dovrebbe essere considerato un essere vivente. Aver perso il lume della ragione, nel Paese che la vorrebbe deificare, anche in questo caso porta alla cecità totale. Il canale CNews, di proprietà dell'uomo d'affari cattolico Vincent Bolloré, è stato violentemente criticato e, nelle settimane successive era stata aperta l’inchiesta, con l’accusa di essere emittente televisiva pericolosa e di trasmettere informazioni parziali e non oggettive. In verità, si trattava solo di notizie contrarie ai dogmi e alle menzogne del pensiero progressista e opinioni difformi alla vulgata ideologica oggi in voga nell’informazione "liberal-illiberale".

La violenza degli attacchi aveva infine costretto il canale televisivo a fare una parziale marcia indietro e a scusarsi per quello che era stato presentato come un “errore di gestione” dell’informazione presente nella grafica che non avrebbe dovuto essere trasmessa sullo schermo. Dopo diversi mesi di procedimento, nei giorni scorsi l'autorità francese di regolamentazione dei media Arcom ha multato CNews per 100.000 euro per questo episodio, perché l'emittente sarebbe venuta meno al suo «obbligo di onestà e rigore nella presentazione e nel trattamento delle informazioni». Tra le più efficaci e ferme reazioni si deve citare quella di Jean-Marie Le Méné, responsabile della Fondation Jérôme Lejeune, che sulla rivista Valeurs Actuelles ha denunciato la natura totalitaria di questa decisione che dimostra la negazione della realtà che circonda la pratica dell'aborto in Francia e la volontà del governo di censurare ragione, scienza e reprimere la libertà. 

Arcom scrive che «l’aborto non può essere presentato come una causa di morte», perché  equiparare un bambino abortito a una persona morta renderebbe l'aborto un atto omicida e, sottolinea Le Méné, «affinché l'aborto possa essere praticato con la coscienza pulita, è vietato dire che l'aborto toglie la vita. Altrimenti la chiave di volta del sistema crolla. Ma chi crede a questa finzione?...L'aborto, prima causa di morte nel mondo, è purtroppo un fatto, non un'opinione».

Solo per pura coincidenza, così frequente anche in altre democrazie liberal-illiberali d’occidente, le uniche emittenti francesi ad essere sanzionate da parte delle autorità di governo per i contenuti che trasmettono, ovvero i giudizi ed i dati non conformi al pensiero omologante, sono state CNews e il canale C8, entrambi di proprietà del cattolico conservatore Vincent Bolloré, come abbiamo ricordato. 



Proposta di legge

Polonia, ora l'aborto va bene anche se illegale

Il partito di sinistra Lewica ha proposto una legge che mira a depenalizzare gli aborti illegali, anche se procurati in condizioni sanitarie lesive per la salute della donna. L’abortismo ha gettato definitivamente la maschera.

LA SENTENZA

Regno Unito, sentenza shock: pregare in silenzio contro l’aborto è reato

Adam Smith Connor, processato per aver violato una zona cuscinetto di una clinica per aborti, è stato dichiarato colpevole e condannato con sospensione condizionale della pena per due anni e a un pagamento di 9mila sterline. È la prima volta nel Regno Unito che viene riconosciuto un crimine di pensiero.

disordini al convegno federvita

«Io, catapultato negli anni '70 tra picchetti pro aborto e "streghe"»

“Obiettore ti sprangheremo senza fare rumore”; “Solo odio, siete merda, Federvita sottoterra»; “Viscido cristiano, nella bara ti mettiamo”. E poi il blocco e la fuga sul retro scortato da un agente in borghese per poter entrare. Il picchetto femminista al convegno di Federvita di Torino raccontato in presa diretta da uno dei relatori, la firma della Bussola, Scandroglio. 
- A Torino va in scena la dittatura abortista, di Julio Loredo

genocidio

Aborto senza freni in Spagna, il tragico bilancio del 2023

08_10_2024 Luca Volontè

Oltre 100mila innocenti uccisi nel grembo materno, un aumento del 4,8% dopo la legge voluta dalla sinistra spagnola che ha liberalizzato e banalizzato una strage.