Il voto cattolico in Libano è diviso pro e contro Hezbollah
Ascolta la versione audio dell'articolo
Il funerale di Nasrallah a Beirut ha evidenziato la spaccatura politica dei cattolici libanesi, che convergono soltanto sul rimpatrio dei rifugiati siriani, spiega a La Bussola l'ex ministro ed esponente del partito di Michel Aoun.

Il giorno precedente il Martedì Grasso, mentre la Chiesa cattolica latina osserva l'antica devozione delle Sante Quarant’ore che prepara i fedeli alla Quaresima e ripara agli eccessi carnevaleschi, le Chiese cattoliche orientali celebrano il rito dell'Imposizione delle Ceneri. Secondo gli ultimi dati il Lunedì Santo riguarda nel Libano circa un milione di fedeli cattolici di rito orientale, la maggior parte dei quali sono maroniti ed in misura minore melkiti, caldei, siriaci ed armeni. I fedeli in seno alla Chiesa di Roma rappresentano secondo gli stessi dati poco meno del trenta per cento della popolazione totale libanese, assieme a musulmani sunniti e sciiti, drusi, cristiani ortodossi e protestanti. La rappresentanza politica dei cattolici in Parlamento è affidata ad una manciata di partiti, i più votati dei quali sono nell'ordine le Forze Libanesi di Samir Geagea, partito di governo con cinque ministri nel recente Gabinetto Salam, e il Movimento Patriottico Libero (Courant patriotique libre, CPL) dell'ex presidente della Repubblica Michel Aoun, attualmente all'opposizione. Nel Parlamento espresso dalle ultime elezioni politiche del maggio 2022 siedono venti deputati a testa per ciascuno dei due partiti e per i loro alleati.
Storicamente più "anziane", le Forze Libanesi furono fondate da Pierre e Bachir Gemayel con Camille Chamoun nel 1976 durante la guerra civile, in origine come milizia armata; Michel Aoun creò il CPL durante l'esilio parigino nel 1994, per dare poi piena attuazione al progetto politico al suo ritorno in Libano nel 2005. L'impronta più significativa data dal CPL alla vita politica libanese è probabilmente lo storico accordo con Hezbollah: firmato il 6 febbraio 2006 da Aoun e dal segretario della milizia sciita Hassan Nasrallah, il cosiddetto "Accordo di Mar Mikhael" ha sancito l'intesa tra i due partiti e plasmato la vita politica libanese degli anni successivi. La posizione delle Forze libanesi nei confronti di Hezbollah e più in generale dei movimenti di resistenza islamisti è invece sin dalle origini di netta opposizione e chiusura; anche per questo motivo, il diverso orientamento verso Hezbollah, le due principali forze attrattive del voto cattolico in Libano hanno una storia di forte disaccordo che dura tuttora. Pur essendo gli elettori di entrambi i partiti per la maggior parte cattolici di rito maronita, la loro idea di Libano differisce notevolmente. Ciò non si discosta dalle consuete dinamiche di un Paese democratico; in Libano però i cristiani sono una minoranza, ancorché importante, e la divisione politica non giova alla causa della popolazione cattolica.
Il recente funerale di Nasrallah a Beirut è stato una conferma della divisione politica dei cattolici orientali. Nessun rappresentante di Forze Libanesi ha preso parte al funerale, mentre una delegazione di CPL ha presenziato alla cerimonia, su esplicito invito di Hezbollah. L'attuale presidente di CPL Gebran Bassil, genero di Michel Aoun, non ha partecipato al funerale ma ha portato le sue condoglianze al figlio di Nasrallah nella "tenda dell'Ashura" allestita nella periferia sud di Beirut. Senza voler ridurre le differenze tra i partiti cattolici al mero appoggio o meno ad Hezbollah, è indubbio che tale punto sia motivo di contrasto in casa cattolica. Ne parliamo con Ghassam Atallah, cinquantenne deputato di CPL ed ex ministro per gli sfollati nel breve governo Hariri del 2019.
Dottor Atallah, ha partecipato al funerale di Nasrallah? Che ricordo ha del segretario di Hezbollah?
Sì, ho partecipato con una delegazione di colleghi parlamentari su invito esplicito della famiglia. Non posso negare che Nasrallah fosse un leader eccezionale; è stato il più grande fautore, assieme a Michel Aoun, dell'accordo di Mar Mikhael del 2006. Non tutti i membri della dirigenza di Hezbollah erano a favore di un'intesa con i cristiani.
Quale fu l'intuizione di Michel Aoun alla base dell'accordo?
Il compito dei cristiani nel Libano è quello di essere mediatori tra est e ovest: gli sciiti qui sono fortemente influenzati dai cristiani. Il Libano è diverso rispetto agli altri Paesi islamici, in quanto i musulmani che vivono qui sono affascinati dalla nostra libertà, dal nostro stile di vita. Il Libano non è l'Iran, non è un Paese confessionale dove vige la shaaria, la legge islamica, che qui nessuno vuole. Michel Aoun metteva e mette il Libano al primo posto; CPL è un partito laico e anticonfessionale in cui c'è posto per tutti. Su queste basi Aoun e Nasrallah scrissero un protocollo d'intesa articolato in dieci obiettivi comuni, tra i quali la necessità del dialogo, la sovranità e l'indipendenza del Paese, la sua sicurezza, la lotta alla corruzione, la riforma elettorale, la regolarizzazione dei rapporti con siriani e palestinesi.
L'accordo ha funzionato per anni: con il supporto di Hezbollah Michel Aoun è stato eletto presidente del Libano nel 2016, ed Hezbollah ha ottenuto dai cristiani l'appoggio e la copertura necessari per affrontare Israele già a partire dal luglio 2006. Poi cosa è successo?
Hezbollah è via via venuto meno agli accordi preferendo stringere alleanze con i "fratelli" sciiti di Amal, il partito di Nabih Berri.
Mi pare un'evoluzione abbastanza prevedibile.. Dunque l'accordo non è più in vigore?
CPL non si è mai pentito né si pente dell'intesa con Hezbollah. Noi non l'abbiamo rinnegata, ma ora che Nasrallah non c'è più l'interesse da parte sciita per gli accordi, già affievolito, è ulteriormente scemato.
Secondo lei il punto nodale della diversità di vedute tra CPL e Forze Libanesi è la rivendicazione identitaria anche religiosa che Forze Libanesi porta avanti da sempre?
Posso dirle che per CPL il Libano viene prima della confessione religiosa.
L'unico aspetto su cui tutti i partiti cattolici sembrano convergere è invece la necessità che i rifugiati siriani lascino il Libano e tornino al loro Paese, specialmente adesso che è caduto Assad.
Assolutamente, è necessario che se ne vadano. Li abbiamo accolti a braccia aperte, aiutati e mantenuti per anni, ma se il loro problema era il regime di Assad, adesso che è stato cacciato perché devono restare in Libano? Perché Le Nazioni Unite non aiutano i siriani in Siria, invece che qui?
Beh, fino allo scorso dicembre la Siria era un Paese in guerra con l'Occidente ed oggetto di sanzioni...
Adesso non è più così. In ogni caso il Libano non può più sopportare questo peso, è un fatto.
Libano: Hezbollah è sconfitto, «deve rinunciare alla lotta armata»
Hezbollah ha perso diecimila uomini e ha trascinato tutto il Libano in una guerra persa e distruttiva. Ora deve rinunciare alla lotta armata. Intervista all'imprenditore e opinionista cristiano libanese Edmond Chammas
Il funerale di Nasrallah, prova di forza di Hezbollah
Un funerale di massa, celebrato nello stadio di Beirut, per Hassan Nasrallah, leader storico di Hezbollah. Esponenti di tutto il mondo islamico ospiti. Israele "rovina la festa" con sorvoli a bassa quota. Il reportage da Beirut.
«I cristiani vittime innocenti della guerra Hezbollah-Israele»
Malgrado la proroga fino al 18 febbraio della tregua tra Hezbollah e Israele, in Libano ci sono «devastazioni indescrivibili» e «le previsioni per il prossimo futuro non sono rosee». E i cristiani sono le prime vittime del conflitto. La Bussola intervista padre Abdo Raad, libanese melkita.
Tregua fra Israele e Hezbollah. Netanyahu, riluttante, deve accettare
Dopo una lunga e difficile trattativa internazionale, Netanyahu ha accettato una tregua con Hezbollah, a partire dal 27 novembre (oggi) mattina. Intanto la guerra continua a Gaza e in Cisgiordania.