Il suicidio d'Europa visto da Jean Renoir
Oggi al cinema Palestrina di Milano viene presentata la versione restaurata de La grande illusione, capolavoro di Jean Renoir sulla Prima Guerra Mondiale. Un film censurato dai nazisti che vide la luce solo dopo incredibili peripezie.
Una storia che comincia nel 1937 quella de La grande illusione, film diretto da Jean Renoir ed etichettato da Goebbels come il “nemico cinematografico numero 1” dei nazisti. Un film che il regista francese descrisse come pacifista per la capacità di indagare il fenomeno della guerra fatto di illusione e delusioni da un punto di vista del tutto inedito per quei tempi. L’incontro tra i due militari dell’aeronautica francese, il capitano Boëldieu (Pierre Fresnay) e il tenente Maréchel (Jean Gabin), con il capitano tedesco von Rauffenstein (Erich von Stroheim) che li cattura è lo spunto narrativo che permette al regista francese di analizzare i rapporti umani di tre uomini che sono ben lontani dall’odiarsi e si aprono, al contrario, ad un rapporto umano inaspettato.
Una storia che trae ispirazione dalle personali vicende del regista, arruolato al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, che racconta di aver indossato la divisa per combattere contro uomini nei confronti dei quali non nutriva alcun tipo di risentimento: «Ero ufficiale durante la guerra e ho conservato un vivo ricordo dei miei compagni. Non eravamo animati da alcun odio contro i nostri avversari. Erano dei buoni tedeschi come noi eravamo dei buoni francesi... Sono convinto di lavorare a un ideale di progresso umano presentando sullo schermo la verità non mascherata. Attraverso il ritratto di uomini che compiono il loro dovere, secondo le leggi della società, nel quadro delle istituzioni stabilite, credo di aver portato il mio umile contributo alla pace del mondo».
Il film fu accolto da vivo entusiasmo in Francia ma la sua storia fu piena di insidie che ne ostacolarono il percorso. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1937, La grande illusione si aggiudicò il Premio per il miglior complesso artistico, un riconoscimento inventato di sana pianta per non assegnarli la Coppa Mussolini. Uscito in Francia con pochi tagli rispetto all’originale, la pellicola di Renoir subirà censure più evidenti in altri paesi come il Giappone e l’Ungheria e sarà del tutto vietato in quelli occupati dalla Germania nazista, come l’Austria che ne cancellò immediatamente la proiezione subito dopo l’ingresso nel paese dei nazisti. In Italia si dovrà aspettare il 1947 per poter vedere la prima proiezione del film che fu, anche in questo caso, censurata.
Nel 1958 Renoir metterà nuovamente mano al suo lavoro cercando di restituire al pubblico una versione quanto più possibile fedele all’originale. Ma sarà solo grazie al ritrovamento del negativo originale, comparso a Mosca durante la guerra fredda, che si riuscirà a ricostruire il film originale. Il recente restauro, realizzato grazie al laboratorio L’immagine ritrovata della Cineteca di Bologna, ha riportato nelle sale la pellicola che fu anche nominata agli Oscar del 1939 come miglior film e inserita da una giuria di 117 esperti tra i primi cinque capolavori assoluti della storia del cinema.
Il recupero di questo film in cui emerge solidarietà, sacrificio e grandezza umana tale da rendere insignificante qualsiasi differenza sociale rientra in un progetto più ampio voluto proprio dalla Cineteca di Bologna che in collaborazione con Circuito Cinema sta riproponendo al pubblico e riportando nelle sale numerosi classici della storia del cinema. I prossimi appuntamenti saranno con Roma città aperta e Hiroshima mon amour. Tornato nei cinema italiani dallo scorso 3 marzo, La Grande illusione continua a girare anche nelle piccole sale. Inserito nella mini rassegna dedicata al centenario della Prima Guerra Mondiale, il film chiuderà anche il ciclo di incontri “1914, un anno che ha cambiato la storia” organizzato da Sentieri del Cinema in collaborazione con il Centro Culturale di Milano. La proiezione si terrà martedì 18 marzo al cinema Palestrina di Milano in tre diversi orari (16.30, 18.45 e 21.00) e, per l’occasione, ci sarà ospite il sacerdote californiano della Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo ed esperto cinematografico Vincent Nagle. Un motivo in più per non perdere le visione di un capolavoro del cinema che offre una preziosa occasione di riflessione sulla guerra e tutto ciò che comporta.