Il Sacro Cuore di Gesù, l’Amore che non si risparmia
Nella festa liturgica del Sacro Cuore, che quest’anno cade il 28 giugno, la Chiesa ci propone di onorare il Cuore di Gesù, sia in quanto tale, sia come simbolo vivente della sua carità. Il suo culto è la quintessenza stessa del cristianesimo ed è strettamente legato alla Santissima Eucaristia: gli stessi miracoli eucaristici ci dicono che, quando Gesù ci dona il suo Corpo nell’Eucarestia, è del suo Cuore che ci nutre!
Pio XI, ancora cardinale, scriveva: “Il culto del Sacro Cuore è la quintessenza stessa del cristianesimo, il compendio e il sommario di tutta la religione. Il cristianesimo, opera d’amore nel suo inizio, nei suoi progressi e nel suo compimento non potrebbe essere identificato assolutamente con nessuna altra devozione come con quella del Sacro Cuore”.[1] E dom Prosper Guéranger, nella sua celebre opera L’anno liturgico, così spiegava: “L’oggetto della devozione al Sacro Cuore è lo stesso Cuore ardente d’amore per Dio e per gli uomini. Dall’Incarnazione, infatti, Nostro Signor Gesù Cristo è l’oggetto dell’adorazione e dell’amore di ogni creatura, non soltanto come Dio ma come Uomo-Dio. Essendo la divinità e l’umanità unite nell’unica persona del Verbo divino, Egli merita tanto come Uomo che come Dio tutti gli omaggi del nostro culto; e come in Dio tutte le perfezioni sono adorabili, così pure in Cristo tutto è adorabile: il suo corpo, il suo sangue, le sue piaghe, il suo cuore, e per questo la Chiesa ha voluto offrire alla nostra adorazione questi oggetti sacri”.[2]
Nella festa liturgica del Sacro Cuore, che quest’anno cade il 28 giugno, la Chiesa ci propone di onorare il Cuore di Gesù, sia in quanto tale, sia come simbolo vivente della sua carità. “Adorare il Cuore di Gesù significa adorare per così dire, nel suo principio, nel suo fulcro, la vita di sacrificio e d’immolazione del nostro Salvatore. Significa adorare il prezioso ricettacolo in cui le ultime gocce del sangue divino hanno atteso, per effondersi, che venisse a colpirlo la lancia di Longino. Quel cuore squarciato rimane per sempre come la testimonianza d’una vita che si è data interamente per la salvezza del mondo”.[3]
Allo stesso tempo, il Cuore di Cristo rappresenta la sede degli affetti del Dio fatto uomo, come egli stesso disse apparendo a Santa Margherita Maria Alacoque: “Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino a esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo Amore”. E Gesù prosegue, chiedendo espressamente che venga istituita la festa liturgica del Sacro Cuore: “In segno di riconoscenza, però, non ricevo dalla maggior parte di essi che ingratitudini per le loro tante irriverenze, i loro sacrilegi e per le freddezze e i disprezzi che essi mi usano in questo Sacramento d’Amore. Ma ciò che più mi amareggia è che ci siano anche dei cuori a me consacrati che mi trattano così. Per questo ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, ricevendo in quel giorno la santa Comunione e facendo un’ammenda d’onore per riparare tutti gli oltraggi ricevuti durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari. Io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere con abbondanza le ricchezze del suo divino Amore su coloro che gli renderanno questo onore e procureranno che gli sia reso da altri”.
Le prime due cerimonie in onore del Sacro Cuore, presente la mistica francese, si celebrarono nel Noviziato delle Suore della Visitazione di Paray-le-Monial il 20 luglio 1685 e il 21 giugno 1686. Nel 1765 Clemente XIII approvò la solennità del Sacro Cuore e, nel 1856, Pio IX la rese universale. La data della festa è variabile poiché, in ossequio alla richiesta di Gesù, essa viene celebrata il venerdì dopo la solennità del Corpus Domini. Pio XI, con l’enciclica Miserentissimus Redemptor dell’8 maggio 1928 compose il testo dell’Ammenda chiesta da Gesù, cioè l’Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù da recitarsi il giorno della festa, al quale sono annesse indulgenze. Su esortazione dello stesso Pio XI si diffusero gli Atti di consacrazione al Cuore di Gesù della famiglia e delle nazioni.
Vi è uno stretto legame tra il Cuore di Gesù e la Santissima Eucarestia. Quando si dice che il Sacramento supremo è scaturito dal Cuore di Gesù, viene spontaneo intendere questa espressione metaforicamente, a significare che l’istituzione dell’Eucarestia è il vertice della manifestazione dell’amore di Gesù per gli uomini. In realtà bisognerebbe applicare questa frase anche in senso letterale. I medici chiamati a stabilire la veridicità di diversi miracoli eucaristici hanno dovuto attestare che le Ostie si erano trasformate in tessuto umano e precisamente in miocardio: il caratteristico tipo di muscolo che costituisce le pareti del cuore.[4]
I Vangeli ci rivelano che nella sua Passione il Signore Gesù ha sparso tutto il suo Sangue per noi, effondendone le ultime gocce dal suo Cuore trafitto dalla lancia. Questi miracoli eucaristici ci dicono che, quando Gesù ci dona il suo Corpo nell’Eucarestia, è del suo Cuore che ci nutre!
Sarebbe qui impossibile riportare tutto ciò che Gesù ha rivelato a molti mistici circa il proprio Cuore e la delicatezza e profondità del suo Amore. Un bellissimo compendio delle prerogative del Sacro Cuore si trova nello scritto di un anonimo certosino di Treviri risalente al XV secolo: “Se volete completamente e facilmente purificarvi dei vostri peccati, liberarvi delle vostre passioni e arricchirvi di tutti i beni… mettetevi alla scuola dell’eterna carità. Riponete, immergete spesso in ispirito... tutto il vostro cuore e la vostra mente nel Cuore dolcissimo di Nostro Signor Gesù Cristo in croce. Quel Cuore è pieno d’amore... Mediante lui noi abbiamo accesso al Padre nell’unità di spirito; egli abbraccia d’un immenso amore tutti gli eletti... In quel Cuore dolcissimo si trova ogni sorta di virtù, la fonte della vita, la consolazione perfetta, la vera luce che illumina ogni uomo, ma soprattutto chi ha fatto devotamente ricorso a Lui in ogni afflizione e necessità. Tutto il bene che si può desiderare lo si attinge abbondante in lui; ogni salvezza e ogni grazia ci vengono da quel Cuore dolcissimo, e non da altrove. Esso è il focolare dell’amore divino che brucia sempre del fuoco dello Spirito Santo, che purifica, consuma e trasforma in sé tutti coloro che Gli sono uniti e che desiderano attaccarsi a Lui”.
Continua l’anonimo certosino: “Ora, come ogni bene ci viene da questo Cuore dolcissimo di Gesù, così pure tutto dovete riferirvi... tutto restituirgli senza nulla attribuire a voi... In quello stesso Cuore confesserete i vostri peccati, domanderete perdono e grazia, loderete e ringrazierete... Per questo bacerete spesso con riconoscenza quel Cuore piissimo di Gesù inseparabilmente unito al Cuore divino, dove sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza di Dio, un’immagine, voglio dire, sia di quel Cuore, sia del Crocifisso. Aspirerete senza posa a contemplarlo faccia a faccia confidandogli le vostre pene; attirerete così nel vostro cuore il suo spirito e il suo amore, le sue grazie e le sue virtù; a Lui ricorrerete nei beni e nei mali, in Lui avrete fiducia, a Lui vi attaccherete, in Lui abiterete, affinché, in cambio, si degni di porre la sua dimora nel vostro cuore; e qui infine dormirete dolcemente e riposerete nella pace. Poiché anche se i cuori di tutti i mortali vi abbandonassero, quel Cuore fedelissimo non vi ingannerà e non vi abbandonerà mai. E non trascurerete di onorare devotamente e di invocare anche la gloriosa Madre di Dio e dolcissima Vergine Maria, perché si degni di impetrarvi dal Cuore dolcissimo del suo Figliolo tutto quanto vi sarà necessario. In cambio, voi offrirete tutto al Cuore di Gesù attraverso le sue mani benedette”.
* Sacerdote e Carmelitano Scalzo
[1] Pio XI, Opere, II, p. 48.
[2] Dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 413-417.
[3] Ibid.
[4] Si veda, ad esempio, l’analisi comparata di cinque miracoli eucaristici approvati dalla Chiesa in: Franco Serafini, Un cardiologo visita Gesù. I miracoli eucaristici alla prova della scienza, Edizioni Studio Domenicano, 2018.