Il processo agli untori e la colonna infame
Un antenato di Alessandro Manzoni fu accusato durante la peste del 1630 di aver pagato due monatti per ungere le porte di suoi concorrenti. Una vicenda che ispirò l’autore dei Promessi sposi.
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Giacomo Maria Manzoni, vissuto tra il 1576 e il 1642, antenato di Alessandro e signorotto prepotente che amava attorniarsi di bravi, fu accusato durante la peste del 1630 di aver pagato due monatti per ungere le porte di suoi concorrenti. I due monatti furono condannati a morte, mentre Giacomo Maria Manzoni fu scagionato nel processo condotto dal Senato di Milano.
La vicenda dell’antenato di Manzoni sintetizza in sé due importanti motivi dei Promessi sposi: la prepotenza dei signori che abitavano quel territorio nel Seicento e la caccia agli untori che caratterizzò quel periodo. Potrebbe essere proprio la storia dell’antenato ad aver ispirato ad Alessandro Manzoni il tema conduttore del romanzo.
Manzoni si documentò con grande attenzione sul processo agli untori e scrisse La storia della colonna infame posta in appendice alla Quarantana, ultima edizione de I promessi sposi.
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