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POLONIA AL BIVIO

Il presidente Duda condanna il governo Tusk e i suoi metodi sovietici

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La Polonia viene vista spesso come una nazione governata da un governo liberale europeista, dopo un periodo oscurantista. Non è così. Sentire il duro discorso del presidente Duda per capirlo.

Esteri 26_10_2024
Il presidente polacco Duda (a destra) in parlamento (La Presse)

Un anno fa si sono svolte le elezioni parlamentari in Polonia: il partito al governo, il PiS ha mantenuto il primo posto tra i partiti, ma non è riuscito a formare il nuovo governo. Per fare il nuovo esecutivo ci voleva un blocco di tre coalizioni con più di dieci partiti con a capo il partito di Donald Tusk, Piattaforma Civica. L’unico collante di questa larga coalizione è la sete di potere e l’odio verso il PiS.

Il 16 ottobre, in occasione del primo anniversario delle elezioni il presidente della Polonia Andrzej Duda ha deciso di avvalersi del suo diritto costituzionale e di tenere un importante discorso al Sejm (la Camera bassa del Parlamento polacco).  

Il presidente ha cominciato il suo intervento parlando della sicurezza che oggi «è diventata una questione assolutamente fondamentale per tutte le nazioni e gli stati nella nostra parte d’Europa e nel mondo» perciò «garantire la sicurezza è uno dei compiti più importanti di ogni governo e autorità». Ha ricordato che da quando nel 2015 è arrivato al potere il PiS «sono state prese una serie di decisioni estremamente importanti in questo campo. Stiamo ingrandendo il nostro esercito e implementando contratti per armi strategiche che sono cruciali per il futuro delle nostre Forze Armate». Duda ha ringraziato il Ministro della Difesa Kosiniak-Kamysz, «per la continuazione dei progetti precedentemente avviati durante il governo della Destra» e per i nuovi contratti come quello per acquistare gli elicotteri americani Apache. Va ricordato che la Polonia spende oltre il 4% del PIL per la difesa.

Ma la questione della difesa è l’unico apprezzamento del governo da parte del presidente che è molto critico per quando riguarda l’economia, la giustizia e la vita politica.

Il precedente governo ha assicurato un dinamico sviluppo economico facendo anche degli importanti progetti per il futuro tra cui la costruzione delle centrali nucleari, il grande aeroporto che doveva diventare un hub per l’Europa centrale, il porto di container a Swinouscie, l’adattamento del fiume Oder per la navigazione delle navi, per citarne qualcuno. Purtroppo, sembra che l’attuale governo non badi agli interessi polacchi, che magari potrebbero disturbare la Germania, il grande sponsor di Tusk: il progetto dell’aeroporto è in alto mare (sarebbe la concorrenza per l’aeroporto di Berlino e Francoforte), la realizzazione delle centrali nucleari langue (il governo parla delle pale eoliche, comprate magari in Germania) come il porto di container che farebbe concorrenza al porto di Amburgo. Invece l’adattamento del fiume Oder alla navigazione è stato stroncato a causa dell’intervento dei verdi. Per questo motivo Duda è stato molto chiaro nel rinfacciare al governo questo voluto immobilismo: «Dobbiamo onestamente dire, guardando quello che è successo nell'ultimo anno, che le questioni relative ai grandi investimenti chiaramente non sono diventate la priorità dell'attuale governo. Sfortunatamente, tutto il contrario».

Invece di attuare questi ambiziosi piani economici il governo si sta concentrando sulla lotta contro l’opposizione e la Chiesa. «Le energie e le risorse dello Stato sono state reindirizzate all’organizzazione della caccia alle streghe e alla soddisfazione di alcuni, mi spiace, istinti più vili». Per il presidente questo «non apporta assolutamente nulla allo sviluppo della Polonia, al contrario: divide la società e perpetua le divisioni esistenti».

Per soddisfare il suo elettorato più radicale le autorità spettacolarizzano le sue “vendette” politiche. «Sprecate le vostre energie – ha rinfacciato il presidente ai governanti - in spettacoli mediatici di fronte a commissioni investigative che sostanzialmente non hanno trovato nulla, invece di concentrarvi su ciò che è più importante per i polacchi, cioè costruire uno Stato moderno, creare le condizioni per aumentare il tenore di vita e garantendo la sicurezza dei cittadini».

Il governo concentrato sulle vendette politiche non è in grado di gestire l’economia, anche per l’incompetenza di tanti ministri e i dirigenti messi a capo delle ditte statali. «Ditemi – chiede Duda - cosa è successo nell’ultimo anno dopo le precedenti elezioni da causare un aumento così drammatico del deficit di bilancio? Da dove vengono le improvvise informazioni inquietanti sullo stato delle finanze pubbliche? Perché i profitti precedentemente record delle aziende statali stanno diminuendo rapidamente oggi?»

La gravità della situazione può essere evidenziata dalle informazioni del Ministero della Salute sui piani di chiusura degli ospedali e sulla limitazione della disponibilità dei servizi medici. Per il presidente «il governo ne ha la piena responsabilità!».

Alla fine del suo discorso il presidente ha sollevato il problema relativo agli ambasciatori della Polonia, che il ministro degli esteri Sikorski ha fatto rientrare a Varsavia senza la possibilità di nominare i sostituti. Duda ha ricordato che la Costituzione polacca parla della cooperazione tra il governo e il presidente in materia di politica estera. «La cooperazione – ha ricordato - consiste, tra l'altro, sulla definizione dei candidati agli ambasciatori che vengono nominati dal Presidente della Repubblica di Polonia ai sensi della Costituzione». Ma Tusk si sente sopra la Costituzione.

Snobbando il Presidente si è creata una grave situazione denunciata da Duda: «Il governo ha la piena responsabilità del fatto che oggi la Polonia ha una rappresentanza diplomatica ridotta in molti Paesi e che le missioni diplomatiche polacche hanno quindi una capacità di agire limitata». E questo indebolisce la posizione del Paese.

Ma la cosa ancora più grave riguarda il personale che il governo Tusk vuole inviare nelle missioni importanti per la Polonia. Duda ha svelato che «questi includono i laureati dell'Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, un'università post-sovietica che è stata penetrata dai servizi segreti russi fin dall'inizio della sua esistenza ed è un luogo di reclutamento di agenti chiave in tutto il mondo (…) Questi studenti che si diplomarono in questa università sovietica furono la base dell'apparato diplomatico comunista della Repubblica Popolare Polacca, un apparato che partecipò alla riduzione in schiavitù di tutti noi, liberi cittadini della Repubblica di Polonia e del nostro Paese. Oggi a rappresentarci all’estero sono persone della stessa università». Per Duda è una vergogna che la gente formatasi nell’Istituto gestito dai servizi russi possa rappresentare la Polonia nel mondo.

Il discorso del presidente polacco dovrebbe far aprire gli occhi a tante persone in Italia che ricevono notizie sulla situazione in Polonia filtrate dai media mainstream mondiali che dall’inizio tifano faziosamente per il governo “europeista” di Tusk.