Il Papa parte per Marsiglia con la mente a Lampedusa
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Francesco parlerà di accoglienza proprio mentre la Francia scarica la crisi migranti sul nostro Paese. Ulteriore imbarazzo per Macron a causa del disegno di legge sul fine vita che slitta "diplomaticamente" di pochi giorni.
Oggi il Papa arriva a Marsiglia, ma non in Francia. A presentare in questo modo il suo 44° viaggio apostolico è stato lo stesso Francesco che aveva annunciato di non voler visitare alcun grande Paese d'Europa finché finirà quelli piccoli. E la Francia, si sa, è il primo Stato dell'Ue a livello territoriale ed il secondo a livello economico. Il Mediterraneo sarà al centro della due giorni papale in Provenza con il momento di preghiera ecumenico di fronte al memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare e la partecipazione di sabato alla sessione conclusiva dei Rencontres Méditerranéennes.
Il Papa parlerà di accoglienza proprio nel momento in cui la crisi migranti tiene banco nel dibattito europeo a causa del boom di sbarchi a Lampedusa. Il ministro degli Interni francese, Gerard Darmanin ha già chiarito che Parigi non intende accogliere i migranti irregolari sbarcati in questi giorni sull'isola siciliana e al tempo stesso ha potenziato i controlli al confine con l'Italia, in particolare sui valichi montani e sulle tratte ferroviarie a Ventimiglia. Per il governo francese la visita del Papa non poteva capitare in un momento peggiore: la necessità di blindare le frontiere di fronte agli sbarchi di massa nel vicino Belpaese, infatti, non è l'unico motivo di imbarazzo.
Prima ancora c'era stato il rinvio del disegno di legge sul fine vita che il ministro delle professioni sanitarie, Agnès Firmin Le Bodo, aveva promesso di portare in discussione proprio tra il 22 ed il 23 settembre. Non uno stop alla proposta di legge che apre all'assistenza attiva nel morire ma uno slittamento di pochi giorni. Tempo sufficiente che consentirà ad Emmanuel Macron di incontrare il Papa e addirittura partecipare con la moglie Brigitte alla Messa da lui officiata allo stadio Vélodrome. In passato il presidente della Repubblica francese è stato spesso accusato in patria di ambiguità sul tema dell'eutanasia. Questa volta, però, il provvedimento viene dato come probabile anche perché fu lo stesso Macron a prometterlo in diverse occasioni.
Il fondatore di En Marche! sembra tenere molto al rapporto personale con Bergoglio e più in generale all'immagine di amico della Chiesa da comunicare all'influente elettorato cattolico in Francia. Per questo se n'è infischiato delle polemiche di chi ha tirato in ballo il principio del rispetto della laicità dello Stato – tema piuttosto sentito oltralpe – ed ha deciso di non rinunciare alla vetrina di una Messa papale.
A Marsiglia è probabile aspettarsi un Papa pronto a rispolverare le sue quattro parole chiave sul dossier migranti: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Oltre alla condanna delle stragi nel Mediterraneo, Francesco potrebbe rinnovare anche i suoi moniti contro la tratta di esseri umani. In ogni caso, i discorsi papali finiranno inevitabilmente per pesare sul dibattito politico non solo in Francia, ma anche in Italia e nel resto d'Europa alla luce della drammatica attualità degli sbarchi a Lampedusa.
Curiosità: non c'è in agenda l'incontro con i gesuiti locali ormai divenuto un'abitudine dei viaggi apostolici. Quello a Marsiglia, peraltro, sarà il primo che padre Antonio Spadaro, co-protagonista dei colloqui di Francesco con i membri della Compagnia di Gesù di cui poi pubblicava i resoconti, non farà da direttore de La Civiltà Cattolica. Il gesuita siciliano – che monsignor Antonio Staglianò dall'account della Pontificia Accademia di Teologia che presiede ha definito «uno dei più stretti collaboratori del Papa» – sarà comunque sul volo papale.
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