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eucaristia

Il Papa: Cristo è la risposta di Dio alla fame dell’uomo

«La nostra natura affamata porta il segno di un’indigenza che viene saziata dalla grazia dell’Eucaristia», ha detto Leone XIV celebrando la Messa del Corpus Domini. 

Borgo Pio 23_06_2025
La Presse (AP Photo/Andrew Medichini)

«La nostra natura affamata porta il segno di un’indigenza che viene saziata dalla grazia dell’Eucaristia», che Sant'Agostino definiva «un pane che nutre e non viene meno; un pane che si può mangiare ma non si può esaurire»: lo ha ricordato ieri Leone XIV nell'omelia della Messa del Corpus Domini celebrata sul sagrato di San Giovanni in Laterano. «Salvando le folle dalla fame, infatti, Gesù annuncia che salverà tutti dalla morte» – ha spiegato il Papa commentando la moltiplicazione dei pani e dei pesci – e lo fa non a caso nell'«ora della prova» («la fame del popolo e il tramonto del sole sono segni di un limite che incombe sul mondo, su ogni creatura»), ma è proprio «nel tempo dell’indigenza e delle ombre, che Gesù resta in mezzo a noi».

A un problema insolubile per gli apostoli («all’apparenza ragionevoli, i calcoli dei discepoli palesano invece la loro poca fede»), Cristo «risponde con il segno della condivisione: alza gli occhi, recita la benedizione, spezza il pane e  da mangiare a tutti i presenti» – e così facendo «annuncia che salverà tutti dalla morte. Questo è il mistero della fede, che celebriamo nel sacramento dell’Eucaristia». Come all'inizio il Papa aveva sottolineato che «la fame non è un bisogno che non c’entra con l’annuncio del Regno e la testimonianza della salvezza», così ora afferma che «Cristo è la risposta di Dio alla fame dell’uomo, perché il suo corpo è il pane della vita eterna», il solo in grado di saziare la «nostra natura affamata».

«L’Eucaristia, infatti, è la presenza vera, reale e sostanziale del Salvatore (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1413), che trasforma il pane in sé, per trasformare noi in Lui. Vivo e vivificante, il Corpus Domini rende noi, cioè la Chiesa stessa, corpo del Signore», che nasce da Lui e a Lui è diretta. «Segno di tale cammino» è la successiva processione verso Santa Maria Maggiore: «Insieme, pastori e gregge, ci nutriamo del Santissimo Sacramento, lo adoriamo e lo portiamo per le strade». Percorrendo via Merulana a piedi Leone XIV ha portato il Santissimo Sacramento, porgendolo «allo sguardo, alla coscienza, al cuore della gente. Al cuore di chi crede, perché creda più fermamente; al cuore di chi non crede, perché si interroghi sulla fame che abbiamo nell’animo e sul pane che la può saziare».

E ancora una volta è tornato – non a parole ma nell'immagine del volto del Papa coperto dall'ostensorio con il Santissimo Sacramento – quello «sparire perché rimanga Cristo» della sua prima omelia.