Il Papa al Gemelli, uno stacanovista in condizioni critiche
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Situazione stazionaria ma il messaggio principale trasmesso all'esterno è: Francesco lavora e governa. Lunedì ha ricevuto Parolin, che in serata ha dato inizio al Rosario con i cardinali per la salute del Pontefice. Visibilità planetaria per il segretario di Stato in preghiera sul sagrato della Basilica.

Dopo i due bollettini drammatici di sabato e domenica e il lieve miglioramento di lunedì, ieri non sono arrivate notizie positive dal Gemelli. Le condizioni di Francesco «rimangono critiche, ma stazionarie». La comunicazione vaticana ha informato che il paziente ha anche effettuato «una tac di controllo programmata per il monitoraggio radiologico della polmonite bilaterale». Nello striminzito aggiornamento della mattina, invece, viene riportato che Bergoglio ha riposato, ma non c'è più traccia della lettura dei giornali, del riposo in poltrona e della colazione che comparivano fino a qualche giorno fa.
La situazione del Papa, dunque, continua ad essere critica, ma dall'appartamento del decimo piano sembra esserci l'intenzione di dare un messaggio chiaro all'esterno: Francesco continua a lavorare. Ieri infatti la Sala Stampa della Santa Sede ha dato notizia della promulgazione di due decreti del Dicastero delle Cause dei Santi riguardanti, tra gli altri, anche il carabiniere eroe di Palidoro, Salvo D'Acquisto. Il bollettino ordinario ha informato che il Pontefice «ha deciso di convocare un Concistoro che riguarderà le prossime canonizzazioni». E c'è chi, in modo sibillino, ricorda che Benedetto XVI annunciò la sua rinuncia proprio nel corso di un concistoro per la canonizzazione di alcuni beati. Eppure Francesco è molto diverso da Ratzinger ed anche in questo momento così difficile dà prova di voler fare il Papa nel modo che preferisce: governando. Difficile immaginarselo «salire sul monte», a dedicarsi «ancora di più alla preghiera e alla meditazione».
Comunque, l'autorizzazione per i decreti è arrivata dal Pontefice durante un'udienza concessa al cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e al sostituto monsignor Edgar Peña Parra. Udienza che si è svolta l'altro ieri al Gemelli, prima che lo stesso Parolin presiedesse il rosario in piazza San Pietro per la salute del Papa. Un appuntamento che ha visto pregare insieme ai collaboratori della Curia e ad alcuni fedeli i cardinali residenti a Roma (e qualcuno di passaggio, come il cardinale Angelo Bagnasco). La convocazione è partita dal decanato ma non è stato il cardinal Re a presiederlo bensì Parolin. L'immagine del segretario di Stato, da solo, in preghiera sul sagrato davanti all'icona della Madonna con Gesù Bambino è risultata suggestiva ed ha avuto una visibilità planetaria.
Ieri il rosario si è ripetuto e a presiedere è toccato al cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione. Sono in molti a chiedersi perché il compito non sia toccato al cardinale decano e in base a quale criterio abbiano presieduto prima Parolin e poi Tagle. L'unica spiegazione potrebbe essere la "gerarchia" stabilita in Curia dalla Praedicate Evangelium ma se così fosse domani dovrebbe essere il turno del cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Tra gli atti di governo del degente Francesco c'è stata anche la modifica della Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano che lui stesso aveva emanato poco meno di due anni fa. L'articolo 8, infatti, stabiliva che la «Pontificia Commissione è composta da cardinali, tra cui il presidente». Dieci giorni fa, dopo averlo annunciato nel programma di Fabio Fazio, il Papa ha nominato presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e del Governatorato suor Raffaella Petrini. L'ottima religiosa della congregazione delle Suore Francescane dell'Eucaristia, apprezzata trasversalmente per la sua serietà, però non è un cardinale. Per questo si è rivelato necessario modificare la norma del maggio 2023, mettendo una toppa al pasticcio giuridico legato alla nomina dell'incolpevole Petrini. C'è stata anche la nomina dei suoi successori (due) come segretari generali del Governatorato, tra cui anche il fedelissimo di Francesco monsignor Emilio Nappa.
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