Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Svipop
a cura di Riccardo Cascioli
Inquinamento atmosferico

Il paese più inquinato al mondo è il Bangladesh

Il Bangladesh ha sottratto alla Cina il primato dell’inquinamento, Delhi lo ha tolto a Pechino. Tra le 30 città più inquinate 22 sono in India, le altre otto in Pakistan e in Bangladesh

Svipop 12_11_2019

 

Secondo una indagine della Bbc il paese più inquinato del mondo è il Bangladesh, seguito dal Pakistan e dall’India, mentre in Cina si registra una netta riduzione del livello di inquinamento. Le città più colpite da inquinamento atmosferico invece sono indiane. Secondo il “World Air Quality Report”, pubblicato da IQ Air Visual e da Greenpeace, dei 30 centri urbani più inquinati al mondo, 22 si trovano in India e gli altri otto in Pakistan e Bangladesh. Pechino, che per anni ha detenuto il primato di invivibilità, è scesa al 122° posto. La situazione peggiore è quella della capitale indiana Delhi dove in certi periodi i livelli di sicurezza vengono superati anche di dieci volte e oltre costringendo chi può a rimanere in casa per non respirare aria tossica. L’inquinamento è dovuto al traffico, ai combustibili fossili degli inceneritori, alle emissioni delle industrie pesanti. Ma gli esperti sostengono che un notevole danno deriva anche dalla consuetudine di bruciare i residui dei raccolti per fertilizzare i campi prima della semina. Il professor Thomas Smith della London School of Economics avverte: “è sbagliato sottovalutare l’impatto dei roghi agricoli, anche se di norma le persone credono che le cause maggiori siano i gas di scarico delle automobili e delle industrie”.All’inizio di novembre, nei giorni in cui lo smog a Delhi era tale da rendere impossibile vedere a più di qualche metro, il ministro della sanità Harsh Vardhan ha dichiarato che una buona soluzione per eliminare l’impatto nocivo dello smog era mangiare carote. A sua volta il ministro dell’Uttar Pradesh ha difeso la pratica di bruciare i residui dei raccolti definendolo un “sistema naturale”. L’agenzia AsiaNwes riporta che a ottobre le autorità indiane per ridurre l’inquinamento hanno persino vietato i fuochi d’artificio in occasione della festa indù del Diwali consentendo solo la vendita di petardi “green” meno inquinanti. Tuttavia, osserva l’agenzia di stampa, “più che diminuire i livelli di tossicità, il divieto ha prodotto due effetti altrettanto negativi: il crollo dell’industria pirotecnica, che dà lavoro a migliaia di poveri nel Tamil Nadu, e l’aumento delle importazioni illegali, proprio dalla Cina”.