Il Nicaragua tassa chiese e associazioni religiose
Anche se gran parte degli introiti delle chiese deriva dalle offerte fatte dai fedeli, Ortega ha imposto che paghino le tasse come se fossero imprese economiche
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In Nicaragua da quest’anno sono tassate anche le offerte e le elemosine che i fedeli fanno alle loro parrocchie e alle associazioni religiose. Il regime di Daniel Ortega ha escogitato questa nuova forma di persecuzione contro la Chiesa cattolica e le altre confessioni religiose presenti nel paese. Lo scorso agosto il dittatore aveva annullato le esenzioni fiscali delle chiese di tutte le confessioni, apportando delle modifiche alla legge 822 sulla concertazione fiscale che garantiva protezione fiscale alle istituzioni e agli enti religiosi per quel che riguarda le imposte sul reddito e sulle attività economiche. In pratica adesso le Chiese sono soggette a un regime tributario simile a quello del settore economico privato e devono quindi pagare tasse con aliquote che vanno dal 10 al 30% sui loro redditi anche se derivano in gran parte dalle donazioni dei fedeli. Il provvedimento è destinato ad avere gravi ripercussioni sulla capacità delle istituzioni e degli enti religiosi di finanziare le loro iniziative. Nel 2024 Ortega ha anche ordinato la chiusura di più di 1.500 organizzazioni non governative, almeno 700 delle quali religiose. Le ultime a essere dichiarate fuori legge sono state 169 ong lo scorso settembre, 80 circa delle quali facenti capo a chiese e associazioni evangeliche, pentecostali e battiste. Tra le associazioni chiuse di recente figurano, stando alla Gazzetta ufficiale, Feed the Children Nicaragua, circa 80 chiese e diversi enti evangelici, pentecostali e battisti.