Il Natale della Dottrina sociale
Il natale della Dottrina sociale della Chiesa è il Natale. Nello sconvolgente evento dell’Incarnazione le due nature di Cristo si uniscono sotto la sua Persona Divina, sicché Egli è vero uomo e vero Dio.
Quando è nata la Dottrina sociale della Chiesa? A quando risalgono i suoi natali? Si tende a dire che la sua nascita avvenne nel 1891 quando il papa Leone XIII scrisse e pubblicò l’enciclica Rerum novarum. Quell’anno fu talmente considerato il natale della Dottrina sociale che poi, in seguito, venne commemorato e festeggiato periodicamente, come si fa con le persone quando si festeggia il loro compleanno. Si è arrivati così fino al suo centesimo compleanno, quando nel 1991 papa Giovanni Paolo II scrisse l’enciclica Centesimus annus. Il 1891 è il natale simbolico della Dottrina sociale della Chiesa nella modernità.
Però è possibile anche andare più indietro di quel 1891 e trovare già la Dottrina sociale della Chiesa. Prima della Rerum novarum, Leone XIII aveva scritto altre encicliche sociali sulla libertà, sull’origine dell’autorità, contro la massoneria e le ideologie moderne, sul matrimonio cristiano e sulla costituzione cristiana degli Stati. L’enciclica Quanta cura (1864) di Pio IX o la Mirari vos (1832) di Gregorio XVI (1836) sono encicliche schiettamente sociali e politiche come anche altri documenti precedenti del magistero. L’enciclica Vix pervenit (1745) di Benedetto XIV che vietava l’usura è pure una enciclica sociale, come anche gli interventi dei Pontefici del Cinquecento a chiarire che gli indigeni delle nuove terre americane hanno tutta la dignità della persona e meritano giustizia e rispetto pure lo sono.
Se andiamo ancora più indietro e leggiamo il De regimine principum di San Tommaso, oppure la parte della sua Summa che tratta della legge, se retrocediamo al De civitate Dei di Sant’Agostino, troviamo la Dottrina sociale della Chiesa formulata, in questi casi, non dal magistero ma da santi teologi. Ciò non vuol dire che in quell’epoca mancassero pronunciamenti pontifici in materia: la bolla Unam Sanctam (1302) di Bonifacio VII e il Dictatus Papae (1075) di Gregorio VII contengono importanti indicazioni sul rapporto tra potere temporale e potere spirituale, che in fondo è il tema principale della Dottrina sociale della Chiesa.
Ho accennato a Sant’Agostino, ma tutti i Padri della Chiesa hanno elaborato dottrine anche a sfondo sociale. La “Lettera a Diogneto”, scritta da anonimo nei primissimi tempi della vita pubblica dei cristiani, per fare l’esempio forse più noto, è ricca di indicazioni circa la vita del cristiano come cittadino. Tutta la discussione teologica all’epoca dei grandi concili dell’antichità, quando furono stabilite le verità da credere e il canone, ha grandi ricadute sui temi sociali, dato che i principi della Dottrina sociale della Chiesa si fondano sui dogmi della fede cattolica.
Andando così all’indietro si finisce per arrivare al Vangelo e a Gesù Cristo. La nascita del Salvatore nella grotta di Betlemme è allora il vero inizio della Dottrina sociale della Chiesa perché tutti i successivi inizi altro non sono che riscoperte e rilanci.
Il natale della Dottrina sociale della Chiesa è il Natale. Nello sconvolgente evento dell’Incarnazione le due nature di Cristo si uniscono sotto la sua Persona Divina, sicché Egli è vero uomo e vero Dio. La centralità e il primato della Persona Divina assume in sé la natura, la redime e la salva: in Gesù Cristo si realizza il mistero di salvezza cui anche la Dottrina sociale della Chiesa è a servizio. La lacerazione del peccato non ha avuto l’ultima parola, la scissione della vita non è definitiva, la terra e il Cielo si saldano in Persona Christi e la Regalità di Cristo trionfa su tutto il creato. La Natività di nostro Signore è il vero Natale della Dottrina sociale della Chiesa.