Il lungo cammino della Chiesa di Hong Kong, ora a un bivio
La storia della Chiesa Cattolica a Hong Kong, dal 1841 ad oggi, in una conferenza dell'Università Cinese. I missionari italiani sono i protagonisti di questo percorso, con il ruolo fondamentale giocato dal Pime e dalle suore canossiane. In questo periodo la Chiesa e la città di Hong Kong stanno attraversando un momento molto difficile
Il centro di studi cattolici dell’Università Cinese di Hong Kong ha organizzato una conferenza sulla storia del cattolicesimo nell’ex colonia britannica dal titolo The History of the Hong Kong Catholic Church in the 20th Century. Questa conferenza era stata pianificata per dicembre 2019 ma la situazione di instabilità sociale e politica ha portato alla cancellazione. Ora la conferenza si è svolta dal 4 al 7 agosto online, visto che non solo la situazione politica rimane fortemente instabile, come tutti sappiamo, ma anche l’epidemia di coronavirus rende praticamente impossibile organizzare conferenze in presenzae viaggiare.
Il tema del cammino del cattolicesimo in Hong Kong è un tema affascinante, un cammino che comincia praticamente negli stessi anni in cui Hong Kong viene ceduta all’impero britannico come colonia (1841). Un cammino che ha visto i missionari italiani come protagonisti, con alcune congregazioni che hanno veramente giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo della Chiesa Cattolica in quella città, pensiamo all’opera del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) o delle suore canossiane. Ma anche altre congregazioni hanno giocato un ruolo importante, pensiamo ai gesuiti, ai francescani, al Maryknoll e via dicendo. Alla conferenza hanno partecipato noti studiosi di questo argomento, come i padri del PIME Gianni Criveller e Sergio Ticozzi, l’archivista della diocesi padre Louis Ha, padre Peter Barry del Maryknoll, che ha parlato dell’opera della sua congregazione fra i rifugiati, e molti altri. Si è parlato della differenza fra inculturazione e contestualizzazione (di derivazione protestante), una differenza fondamentale per capire cosa è lecito e cosa non lo è e quali sono i rischi in agguato nell’adottare metodi di evangelizzazione non adeguati.
La città di Hong Kong sta attraversando un momento molto difficile, probabilmente il più difficile della sua storia. Anche la Chiesa di Hong Kong è in un momento molto delicato, visto che ancora non ha un vescovo titolare ed è sotto amministrazione apostolica da gennaio 2019. Lo sfondo della situazione con la Cina, delle tensioni fra governo cinese e locale e una parte della cittadinanza di Hong Kong e delle trattative con il Vaticano per il rinnovo dell’accordo con la Cina stessa, rendono il tutto ancora più teso e ingarbugliato. Immagino che una Conferenza come quella che si è svolta in questi giorni, con alcune puntualizzazioni che vengono dalla storia, possa aiutare a vedere alcuni sviluppi in una prospettiva storica più chiara e forse comprensibile, anche se i temi fondamentali sono così complessi e hanno delle implicazioni così ampie a livello geopolitico che è forse troppo pretendere una comprensione di tipo più globale. Io penso che in questo momento non resta che pregare per la pace in Hong Kong e per la pace di Hong Kong. Chi ama questa città non attende altro.