Il cardinale Burke rilancia sui Dubia
Il cardinale Raymond Leo Burke è convinto che i cinque dubia posti su Amoris Laetitia abbiano ancora bisogno di una risposta. Semplice: “Sì o no”, ma Papa Francesco dovrebbe pronunciarsi con chiarezza in merito. Quello del pontefice argentino, secondo quanto dichiarato pochi giorni fa dal porporato americano, rappresenterebbe un “atto dovuto”.
Il cardinale Raymond Leo Burke è convinto che i cinque dubia posti su Amoris Laetitia abbiano ancora bisogno di una risposta. Semplice: “Sì o no”, ma Papa Francesco dovrebbe pronunciarsi con chiarezza in merito. Quello del pontefice argentino, secondo quanto dichiarato pochi giorni fa dal porporato americano, rappresenterebbe un “atto dovuto”.
L’occasione per tornare sul tema è stata rappresentata dal convegno in memoria del cardinal Caffarra, tenutosi lo scorso 6 settembre, presso una sala del Senato della Repubblica. Burke ha voluto anche accennare all’ipotesi che la mancata replica di Bergoglio alle cinque domande presentate in via ufficiale dai quattro cardinali, tra cui l’arcivescovo emerito di Bologna, possa non aver coadiuvato in una possibile ripresa fisica il porporato italiano, già provato nella salute.
La Correctio Filialis, poi, manterrebbe ancora la sua efficacia, ma Burke ha preferito non approfondire le conseguenze dottrinali di quella “mossa”. “Restano i dubia - ha voluto ribadire il cardinale - che sono ai fondamenti della vita cristiana e devono avere una risposta". I lettori ricorderanno come il Santo Padre non abbia mai proceduto con il rispondere, almeno in via ufficiale, a quelle questioni.
Questo tema ha tenuto banco per molti mesi, poi è stato sepolto dall’avvento di altri eventi. Tra questi, soprattutto, il cosiddetto “Viganògate”, sul quale Burke non si è tuttavia pronunciato durante la conferenza. In precedenza, l’alto prelato americano aveva parlato di “dossier gravissimo” e di “necessità di fare chiarezza”.