Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Jihad

Il calvario dei cristiani in Mozambico

Sono vittime del gruppo jihadista Ansar al-Sunna, affiliato all’Isis, che dal 2017 infesta il nord del paese infierendo con particolare ferocia su di loro

È dal 2017 che gli abitanti delle province di Cabo Delgado e Nampula, nel nord del Mozambico, sono vittime della violenza jihadista per mano di Ansar al-Sunna, un gruppo affiliato all’Isis che insieme alle ADF ugandesi costituisce l’Iscap, la Provincia dell’Africa centrale dello Stato Islamico. La poco convinta reazione del governo mozambicano ha permesso al gruppo di crescere, estendere il proprio raggio d’azione e intensificare l’attività, anno dopo anno. Si stima che dal 2017 le sue vittime siano oltre 6.000 e 1,5 milioni i profughi. Particolarmene brutali sono gli attacchi ai villaggi abitati in prevalenza dai cristiani. Il più recente denunciato risale al 9 ottobre e riguarda Napal, un villaggio cristiano di Cabo Delgado. Era notte quando i jihadisti sono arrivati e hanno incominciato a sparare a raffica. Il numero dei morti e dei feriti non è stato comunicato dalle autorità. Si sa invece che più di 1.300 abitazioni e due chiese sono state incendiate e ridotte in cenere. Gli abitanti che erano riusciti a fuggire, al loro ritorno non hanno trovato altro che macerie, tutti i loro averi spariti: persi negli incendi o razziati. “Non ci restano che i vestiti che abbiamo addosso – ha raccontato all’organizzazione non governativa International Christian Concern un sopravvissuto – abbiamo preso tutto: i nostri ricordi, le nostre case, tutti i nostri beni”. “Non sapevamo dove andare – ha raccontato una donna fuggita con i suoi due bambini piccoli – abbiamo sentito degli spari e visto il fumo salire. Ho preso i miei figli e sono scappata il più velocemente possibile. Da allora non ho più visto mio marito”. Almeno la poveretta ha salvato i suoi figli, mentre sempre più spesso i jihadisti rapiscono dei bambini, che poi usano per trasportare i beni saccheggiati, lavorare come braccianti o combattere, gettando nella disperazione i parenti. I bambini che riescono a fuggire tornano traumatizzati. Se anche integri fisicamente, portano ferite invisibili impossibili da curare.