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LETTERA E RISPOSTA

I pensieri e il dono del sigillo sacramentale

Confessare i pensieri peccaminosi o che agitano l’animo può favorire, per paradosso, l’attività tentatrice del demonio? No, e ciò per la forza divina del sigillo sacramentale. L’email di una lettrice e la nostra risposta.

Cara Luisella,

seguo con costanza e gratitudine le sue lezioni domenicali sulla Dottrina cattolica.

Nelle ultime settimane ha sottolineato spesso il fatto che solo Dio può conoscere l'intimità del cuore e del pensiero dell'uomo [vedi ad esempio qui e qui]. Pertanto, le intelligenze angeliche possono dedurne qualcosa solo da una osservazione esterna, e così anche il demonio, che concerta la seduzione in base ai punti deboli di ciascuno, intuibili da indizi esteriori.

Se ho compreso bene, mi sorge però una domanda relativa al sacramento della Riconciliazione, il quale prevede la confessione esplicita dei peccati ma, ho sempre ritenuto, anche dei pensieri, dei sentimenti, delle tendenze che, pur non ancora sfociate in un peccato consumato, agitano l’animo umano e sono indicatori di predisposizione a un vizio.

Ma in questo modo non è lo stesso penitente a esplicitare (anche al demonio) ciò che non potrebbe essere conosciuto se non da Dio, esponendosi così a un attacco più pericoloso del Nemico? Dove sbaglio? Forse la confessione gode di una soprannaturale protezione?

La ringrazio anticipatamente per l’attenzione e per le sue preziose lezioni.

Un caro saluto,

Maria Teresa Galli

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Cara Maria Teresa,

la ringrazio per la sua “costanza e gratitudine”.

Ha intuito da sola la risposta. La forza del sigillo sacramentale garantisce che quanto riferito in confessione lì rimanga e lì venga “sepolto”. Il sigillo non è solo un dovere del sacerdote, ma un dono che Dio fa. Dio non permette che alcuno possa venire a conoscenza di quanto riguarda la confessione dei peccati, sebbene sia chiaro che i nostri peccati in parole e opere sono già noti al demonio tentatore, perché li ha potuti vedere (non però quelli nei pensieri e nelle intenzioni).

Qualcosa di analogo lo possiamo pensare anche per il colloquio spirituale al di fuori del sacramento e, in generale, nei colloqui che si fanno con retta intenzione, eccetera. Ricordiamo sempre che il Signore ci protegge e non permette che i demoni vengano a conoscere e operino più di quanto serva al bene di coloro che cercano Dio. Piuttosto, dobbiamo essere noi a non esporci pericolosamente alle loro manovre.

La saluto caramente, in Cristo,

Luisella