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ORA DI DOTTRINA / 85 – LA TRASCRIZIONE

Come gli angeli agiscono sugli uomini – Il testo del video

Gli angeli possono agire sulla nostra volontà tramite l’intelletto: quelli buoni presentano il bene, i demoni il male. Il mezzo è la persuasione, non c’è determinismo: l’uomo rimane libero. Influenza su volontà, intelletto, immaginazione e sensi.

Catechismo 08_10_2023

Oggi iniziamo alcune ore di dottrina, alcune catechesi che ci avvicinano un po’ di più alla relazione tra noi e gli angeli. Vediamo in particolare come gli angeli possono agire su noi uomini. La premessa a quello che andremo a dire la troviamo nella prima parte della Summa Theologiæ, nella questione 110. In questa quæstio, san Tommaso si interroga più in generale sul governo degli angeli, cioè se e come gli angeli possono agire sulle realtà corporee, sugli esseri corporei.

Questa è un po’ la parte introduttiva che ci servirà per capire un aspetto dell’influenza angelica sugli uomini. Ora la vediamo rapidamente, perché non è il tema di questa catechesi, ma la consideriamo per quanto ci basta, per il tema della catechesi di oggi.

Dunque, nella quæstio 110, san Tommaso spiega come «tutti i corpi sono governati per mezzo degli angeli» (I, q. 110, a. 1). L’idea fondamentale di tutta la metafisica di san Tommaso, e non solo della sua evidentemente, è questa: un potere, una forza più limitata è in qualche modo governata da una più universale. Questo, in qualche modo, l’abbiamo visto anche nella gerarchia angelica – ricordiamo il processo di illuminazione –, dove le gerarchie angeliche più vicine a Dio dirigono, influenzano in qualche modo quelle più “basse”, per intenderci, quelle un po’ più lontane da Dio: quindi, i serafini rispetto agli angeli, i cherubini rispetto agli arcangeli, eccetera.

Questa è un’idea fondamentale: le forze, le potenze più universali governano quelle più particolari, che hanno un potere più ristretto. Quindi, in questo senso, gli angeli governano la realtà corporea, la realtà materiale.

San Tommaso riporta due autorità importanti, cioè sant’Agostino e san Gregorio Magno. «S. Agostino dice che “tutti i corpi sono governati per mezzo di uno spirito di vita razionale”. E S. Gregorio afferma che “in questo mondo visibile nulla può essere disposto, se non per mezzo delle creature invisibili”» (ibidem). Ora, per questa ragione, nel corpo dell’articolo, san Tommaso dice che «tutti i corpi sono governati per mezzo degli angeli», per mezzo delle creature invisibili, direbbe san Gregorio Magno.

Nella risposta alla prima obiezione, san Tommaso dà il senso di questa affermazione e spiega: «È vero che gli esseri corporei hanno operazioni ben determinate, ma è anche vero che essi esercitano tali azioni solo in quanto sono mossi: infatti è proprio dell’essere corporeo non agire se non in quanto è mosso». Qual era l’obiezione? Che le cose vanno benissimo avanti da sole, cioè hanno operazioni determinate, agiscono con causalità, nel loro ordine, non hanno bisogno di altro. San Tommaso dice: attenzione, un certo tipo di determinazione di causalità è possibile solo perché c’è una mozione, una causalità che è superiore, perché tutto ciò che è mosso è mosso da altro; quindi in questo senso la causalità angelica è una causalità necessaria. Le cose materiali, nel loro ordine, secondo le loro leggi, le loro determinazioni, agiscono, ma hanno bisogno di essere mosse da altro; diversamente non potrebbero a loro volta muovere e muoversi.

Nell’articolo 2 si precisa che questa necessità, nell’ordine causale, come mozione delle creature spirituali su quelle materiali, non deve essere intesa come se fosse una produzione diretta, per così dire, sulla materia, come se gli angeli possano creare nuove forme: questo appartiene solo a Dio. Invece, di nuovo, san Tommaso ribadisce che questo riguarda “solamente” una mozione, cioè il muovere le cause materiali grazie a una mozione superiore; è in questo senso che c’è l’intervento angelico sulla realtà corporea.

San Tommaso, nella risposta alla terza obiezione, spiega inoltre che «nulla impedisce che per virtù degli angeli si operino nel mondo fisico certi fenomeni che gli agenti naturali non sarebbero mai in grado di produrre da sé. Ma ciò non significa che la materia corporea obbedisca a un cenno degli angeli, come non si potrebbe dire che la materia obbedisce al cenno del cuoco quando questi si serve del fuoco per cuocere le vivande, moderandolo con arte, come il fuoco da sé non potrebbe fare». (q. 110, a. 2, ad 3). Non è il cuoco che “con un cenno” conferisce al fuoco la virtù di scaldare, quindi di cuocere delle vivande; neanche l’angelo può intervenire in questo senso. Infatti, «portare la materia all’atto della forma sostanziale non supera le capacità degli agenti corporei, dato che ogni agente è fatto per produrre effetti a sé consimili» (ibidem).

Dunque, in questo senso gli angeli possono intervenire nel mondo fisico. E, all’articolo 3, ultima parte di questa introduzione, san Tommaso spiega che «la natura corporea per sé stessa è fatta per essere mossa immediatamente dalle potenze superiori quanto specificamente al moto locale». Dunque, gli angeli possono intervenire immediatamente, direttamente sulla materia quanto al moto locale. Ci sarebbero molte cose da dire; questo è un tema più filosofico, ma ci serve come sfondo per quello che vedremo tra poco.

A noi interessa focalizzarci sulla quæstio 111, successiva a quella appena vista. In essa san Tommaso si chiede quale sia, e se ci sia, l’azione degli angeli sugli uomini. E lo fa prendendo in considerazione quattro tipi di azione angelica sull’uomo, cioè sull’intelligenza dell’uomo, sulla sua volontà, sulla sua immaginazione e sui suoi sensi. A ognuno di questi quattro aspetti viene dedicato un articolo della quæstio 111.

Vediamo il primo aspetto, cioè se l’angelo possa illuminare l’uomo, ovvero se e come l’angelo può influenzare, può intervenire sull’intelligenza umana. In sostanza, in questo articolo si dice che è possibile, ma bisogna capire in che modo e perché. C’è un punto, un contesto fondamentale da comprendere, che troviamo proprio all’inizio del corpo di questo articolo. Scrive san Tommaso: «L’ordine stabilito dalla Divina Provvidenza vuole (…) che gli esseri inferiori siano sotto l’influsso degli esseri superiori; come quindi gli angeli di grado inferiore sono illuminati da quelli di grado superiore, così gli uomini, che sono inferiori agli angeli, sono da essi illuminati» (q. 111, a. 1).

Ci agganciamo a quest’ultimo punto: è un ordine voluto da Dio che gli esseri inferiori siano mossi, cioè siano sotto l’influenza degli esseri superiori. In sostanza, c’è una gerarchia nella creazione, che Dio ha voluto e l’ha voluta per modo di causa, cioè dagli esseri superiori agli inferiori; c’è una mozione particolare che gli esseri superiori possono esercitare. E ritorna, come abbiamo visto nelle catechesi precedenti, l’idea dell’illuminazione. Le gerarchie angeliche (i nove cori) sono come una cascata di luce che va dalla gerarchia più vicina a Dio a quella più lontana; ogni gerarchia influisce nell’illuminazione, muove in qualche modo, è causa dell’illuminazione della gerarchia inferiore.

Ora, questo processo non termina con gli angeli, cioè con l’ultimo coro angelico, ma prosegue anche per gli uomini. E dunque, come abbiamo visto, san Tommaso spiega che gli uomini sono illuminati dagli angeli, che sono appunto superiori a loro e che esercitano, in questo grande e meraviglioso ordine che Dio ha posto nella sua creazione visibile e invisibile, questa illuminazione nei confronti di chi gli sta sotto, così come loro stessi l’hanno ricevuta da chi gli sta sopra. Ma l’analogia cessa (quindi ci sono delle differenze) quanto al modo: il modo con cui gli angeli illuminano l’intelletto umano non è lo stesso del modo con cui le gerarchie superiori illuminano le gerarchie angeliche inferiori. Perché?

Perché, nel caso degli angeli, questa illuminazione avviene in due modi: 1) rafforzando, predisponendo l’intelletto degli ordini inferiori a ricevere un’illuminazione superiore; 2) comunicando delle specie intellegibili, che sono presenti nell’intelletto superiore; quindi la gerarchia superiore presenta alla gerarchia inferiore delle specie intellegibili che sono presenti nel proprio intelletto. Gli angeli non hanno bisogno di conoscere mediante i sensi. Noi uomini invece sì. Per gli uomini la conoscenza parte dalla conoscenza sensibile e porta con sé le immagini sensibili, i cosiddetti fantasmi, che nel linguaggio filosofico di san Tommaso non c’entrano niente con i fantasmi come spiriti, tipo Ghostbusters; no, si tratta delle immagini conoscitive sensibili.

Ora, per quanto riguarda l’effetto di corroborare l’intelletto inferiore, questo avviene come nel mondo angelico, analogamente. Gli angeli esercitano su di noi questa influenza di rafforzare la nostra intelligenza. Invece, non possono presentarci delle specie intellegibili, perché noi non conosciamo tramite la conoscenza diretta delle specie intellegibili, ma tramite le immagini sensibili.

Allora san Tommaso dice: «L’intelletto umano non può afferrare la nuda verità intellegibile, poiché gli è connaturale intendere mediante il ricorso ai fantasmi (...). Quindi la verità intellegibile è presentata dagli angeli all’uomo sotto immagini sensibili» (ibidem). Cioè, gli angeli si adattano alla nostra modalità di conoscenza, che avviene proprio tramite le immagini sensibili. Continua san Tommaso: «Quanto invece all’altro aspetto, è certo che l’intelletto umano, data la sua inferiorità, riceve un aiuto dall’influsso dell’intelletto angelico» (ib.). Dunque, gli angeli esercitano un’effettiva illuminazione su noi uomini, con la differenza che abbiamo detto.

Nell’articolo 2 della quæstio 111, san Tommaso focalizza l’azione degli angeli sulla volontà umana. Precisa subito alcune cose, anzitutto: la mozione sulla volontà può essere esercitata dall’interno, cioè attirando in qualche modo la volontà, inclinandola dall’interno, o dall’esterno. Come dall’esterno? Tramite i contenuti della nostra intelligenza; c’è un intelletto che apprende un bene, quindi la volontà si inclina verso il bene appreso dall’intelletto. Oppure attraverso le passioni che agiscono sulla parte sensibile dell’uomo, che inclinano la volontà.

Per quanto riguarda la prima mozione interna, san Tommaso precisa con estrema chiarezza: muovere la volontà, dall’interno, compete solo a Dio. Solo Dio può muovere la volontà dall’interno, ma senza violentare la natura della nostra volontà, cioè senza costringerla, altrimenti la volontà umana non sarebbe più libera. Dio agisce sempre sulla sua creazione custodendo la natura proprio di ciascuna cosa, non violentandola. Invece, la volontà può essere mossa dall’esterno. E qui, come ci dice san Tommaso, l’angelo può intervenire. «La volontà può essere mossa dall’esterno. Nell’angelo ciò è possibile mediante un modo soltanto, cioè mediante il bene appreso con l’intelletto. Quindi uno può muovere la volontà di un altro, presentandogli un oggetto come un bene desiderabile. E anche così Dio solo può muovere la volontà efficacemente; l’angelo e l’uomo, invece, soltanto facendo opera di persuasione» (q. 111, a. 2). L’angelo può agire sulla nostra volontà tramite l’intelligenza, presentando il bene all’intelletto e quindi l’intelletto lo presenta alla volontà.

Questa modalità avviene, negli angeli e negli uomini, per mezzo di una persuasione, cioè non avviene in modo deterministico; il ministero angelico, da questo punto di vista, è simile al ministero che esercitano gli uomini tra di loro, come ad esempio la predicazione che ci pone davanti a delle verità da credere, e quindi offre all’intelletto il bene del vero; e così l’intelletto offre alla volontà quel bene verso cui orientarsi, verso cui muoversi. E possono fare ciò nel bene (gli angeli buoni) o nel male (gli angeli cattivi), mostrando un bene solo apparente.

Ancora, spiega san Tommaso, «la volontà umana (...) può essere mossa dall’esterno anche in un’altra maniera e cioè dalla passione che sorge nell’appetito sensitivo: come la volontà viene spinta a volere qualcosa dalla concupiscenza o dall’ira. E in questo modo, in quanto hanno il potere di suscitare tali passioni, possono muovere la volontà anche gli angeli. Non è tuttavia un moto necessitante: perché la volontà resta sempre libera di acconsentire o resistere alla passione» (q. 111, a. 2).

Cioè, gli angeli possono persuadere, dal punto di vista del bene offerto all’intelletto (che poi muove la volontà), o possono influenzare tramite le passioni, ma non si tratta di un moto necessitante: la volontà resta libera. La volontà rimane libera di aderire al bene, reale o presunto tale, ordinato o disordinato, che gli presenta l’intelligenza, così come resta libera di seguire un impulso della passione o resistergli.

Nella risposta alla seconda obiezione, c’è una precisazione importante relativa ai demoni, che diventa molto pratica dal punto di vista della tentazione. Scrive san Tommaso: «I demoni non possono immettere i pensieri, causandoli internamente; poiché l’uso della potenza intellettiva è sottoposto alla volontà. Si suol dire tuttavia che il diavolo accende i pensieri, in quanto incita a pensare e a desiderare le cose pensate, o mediante la persuasione o mediante l’eccitazione delle passioni» (q. 111, a. 2, ad. 2). Vediamo dunque come la tentazione, che è per così dire il versante negativo della possibilità degli angeli di agire sull’intelligenza e sulla volontà dell’uomo, diventa un persuadere, un proporre immagini – dice san Tommaso – alla volontà, seducendo la volontà con delle immagini intellettive, in modo tale che la volontà sia attratta da quel bene apparente, da quel bene disordinato che le viene proposto; oppure eccitando le passioni, in modo tale che la volontà si faccia trascinare dal moto passionale. Ma di nuovo, la tentazione non è altro che una persuasione o un’influenza negativa, mente gli angeli buoni esercitano su di noi una persuasione o un’influenza positiva. Ma nell’uno e nell’altro caso, l’uomo ha una volontà che può inclinare o non inclinare, può seguire il bene suggerito o resistergli; può seguire il male suggerito o resistergli. Questo in san Tommaso è chiarissimo: l’azione angelica è reale, non è una fantasia medievale, è reale, ma non è un’influenza necessitante: l’uomo rimane libero.

Nell’articolo 3 della quæstio 111, troviamo la risposta alla domanda se gli angeli possano agire sull’immaginazione degli uomini. Quindi: intelletto (art. 1), volontà (art. 2), adesso l’immaginazione (art. 3). E san Tommaso spiega: «Tanto gli angeli buoni quanto quelli cattivi possono, in forza del potere della loro natura, influire sull’immaginativa dell’uomo» (q. 111, a. 3). In apertura di questa catechesi, abbiamo detto che la natura corporea è soggetta all’influenza degli angeli, alla mozione degli angeli; in particolare, gli angeli possono agire sul moto locale delle cose corporee, sul loro movimento; quindi tutto ciò che riguarda il movimento è sotto l’influenza angelica, sotto il potere degli angeli buoni e cattivi. Spiega san Tommaso: «Ora, è chiaro che le immagini della fantasia sono talvolta causate in noi dagli spostamenti degli spiriti (vitali) e degli umori» (ibidem).

Prima di liquidare ciò come una concezione medievale superata, e quindi ritenendo superata anche la possibilità che gli angeli agiscano sull’immaginazione, cerchiamo di capire. Che cosa sono gli spiriti vitali e gli umori? Questa è una concezione che non è [solo] di san Tommaso: è precedente a lui e successiva, ha un suo perché. È la famosa dottrina degli umori, dei quattro umori, che dipendono dai quattro elementi: aria, acqua, terra, fuoco. Si tratta dei quattro umori che determinano in qualche modo anche il temperamento delle persone, cioè: il sangue, il cosiddetto temperamento sanguigno; la bile gialla, che corrisponde al temperamento bilioso, collerico; la bile nera, che prevale nel temperamento melanconico; il flegma, che determina un temperamento appunto flemmatico.

Ora, questi umori, nel loro mescolamento interno, agiscono non solo sul temperamento di un uomo, ma lavorano anche sugli stati d’animo che uno può avere. In questo senso, san Tommaso dice: attenzione, la nostra immaginazione è fortemente legata alla nostra parte umorale, alla parte fisiologica, anche ghiandolare, ormonale; essendoci questo elemento corporeo, materiale, gli angeli, potendo agire su questa dimensione, possono intervenire sull’immaginazione che è fortemente legata a questi aspetti. Non bisogna essere degli psicologi o psichiatri per capire che molte immagini che ritornano nella nostra immaginazione sono fortemente influenzate da elementi interni: possono essere immagini cupe o piacevoli o allegre. La volontà poi può in qualche modo lavorare, ma queste immagini vengono da stati fisiologici che possono essere a volte anche molto fastidiosi.

Dunque, san Tommaso dice che per questa ragione gli angeli possono agire sull’immaginazione.

Per una ragione analoga, e andiamo al quarto e ultimo articolo della quæstio 111, gli angeli possono influire sui sensi dell’uomo. Vediamo la spiegazione: «I sensi possono essere mossi in due modi. Primo, dall’esterno, come quando sono mossi dagli oggetti sensibili [un oggetto sensibile muove il senso: un suono, una luce, dei colori, una percezione tattile, eccetera]. Secondo, dall’interno: vediamo infatti che essi si alterano quando si turbano gli spiriti vitali e gli umori organici; come il gusto del malato, che ha la lingua cosparsa di umore bilioso, sente tutto amaro. E lo stesso accade per gli altri sensi» (q. 111, a. 4). Cioè, i nostri sensi possono essere influenzati o anche gravemente turbati da stati interni, fino ad arrivare a delle situazioni estreme, come i fenomeni allucinatori. C’è questa possibilità. I sensi non sono influenzati solo dall’esterno, ma anche dall’interno.

Continua san Tommaso: «Ora, gli angeli, con il loro potere naturale, sono in grado di muovere i sensi dell’uomo in ambedue i modi. Infatti, dall’esterno possono presentare ai sensi oggetti sensibili o esistenti già nella natura, o formati da loro stessi. (…) Dall’interno, poi, possono muovere gli spiriti vitali e gli umori, e per mezzo di essi produrre alterazioni varie nei sensi» (ibidem). Non è raro che esistano fenomeni, forse i più evidenti sono quelli sotto l’influenza demoniaca, in cui c’è un’alterazione proprio dei sensi dell’uomo. Ricordo di persone che riferivano di percezione di cattivi odori, mentre altre persone vicine non sentivano nulla, o di visioni di cose che altri non vedevano, o anche di udire stridori e cose di questo tipo che non provenivano da cause propriamente fisiche, perché altri non li percepivano.

San Tommaso dice che «per mezzo dell’alterazione interiore degli spiriti e degli umori l’angelo può influire anche sugli atti della potenza nutritiva» (ibidem). In sostanza, gli angeli possono agire sul nostro corpo e, tramite il nostro corpo, sui sensi e sull’immaginazione.

Ricapitolando un po’ la lezione, possiamo dire che quella che gli angeli esercitano su di noi – sia gli angeli buoni che gli angeli cattivi – è un’azione di influenza. Possono influenzare, e abbiamo visto come, l’intelletto, la volontà, l’immaginazione e i sensi. E questo proprio perché è un influsso – che Dio ha posto nella creazione – degli esseri superiori sugli esseri inferiori; superiori e inferiori quanto alla loro natura; l’ordine della grazia è diverso.

Dunque, non è un’azione diretta sulla volontà, ma è un’azione di influenza che si esercita in qualche modo sul processo di maturazione di una decisione e della disposizione corporea. Le nostre decisioni non avvengono in un ambiente asettico e immateriale, perché le nostre disposizioni corporee influenzano le nostre decisioni; altrimenti non si spiegherebbe la così tanta insistenza della tradizione cristiana sull’ascesi e quindi su un certo controllo anche delle disposizioni corporee, perché l’uomo non è un puro spirito; perciò la nostra corporeità influenza le nostre facoltà superiori, l’intelligenza e la volontà.

Da un lato c’è una persuasione, dall’altro c’è un lavoro più sulla parte corporea e sensibile da parte degli angeli, ma di nuovo la volontà rimane la parola ultima, rimane un dominio, non è necessitata: può acconsentire al bene, può acconsentire al male; può resistere al bene, può resistere al male.

Quello che è chiaro, nella visione di san Tommaso, è che l’influsso degli spiriti, dei puri spiriti, degli angeli, esiste, non è una fantasia: esiste nel bene, esiste nel male. Nel bene, con il consiglio degli angeli buoni; nel male, con la tentazione degli angeli cattivi. Tutto dipende dal nostro atteggiamento verso queste influenze.

Questo aiuta a cambiare un po’ la nostra percezione delle forze in gioco non solo nell’universo, ma anche proprio concretamente nella nostra vita. E pensare di risolvere le cose da un punto di vista puramente umano o puramente spirituale, in qualche modo non corrisponde alla nostra natura. San Tommaso è molto realista e dice: attenzione, queste influenze ci sono, si servono anche di elementi propri della natura corporea e quindi in qualche modo bisogna rendersene conto e agire di conseguenza.

La prossima volta ci soffermiamo sulla missione degli angeli e in particolare sulla custodia, da parte degli angeli buoni, di noi uomini.



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