I funerali di Francesco, dal saluto dei fedeli alla diplomazia del lutto
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Oltre 200 mila persone per l’ultimo saluto al Papa, compresi i leader di 160 Paesi. Il cardinale Re ricorda nell’omelia i passaggi principali del pontificato di Francesco, il suo impegno per i migranti e la pace. A margine delle esequie, colloquio in Basilica tra Trump e Zelensky. Poi il corteo funebre fino a Santa Maria Maggiore.
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Più di 200 mila persone tra Piazza San Pietro e via della Conciliazione per l'ultimo saluto a Francesco. Tutti gli occhi del mondo si sono concentrati questa mattina sulla bara di legno posizionata al centro del sagrato. Sul coperchio erano visibili lo stemma, il motto episcopale e una croce bianca. C'era il sole a San Pietro e non la giornata gelida del funerale di Giovanni Paolo II, ma si è ripetuta la scena di vent’anni fa del vento che sfoglia le pagine del Vangelo sul feretro. Tra la folla si rivedono coperte per chi ha fatto la notte pur di assicurarsi un posto e gli svenimenti, con i volontari della Protezione Civile che distribuiscono bottigliette d'acqua.
Oltre al popolo di Dio che tanto amava citare Francesco, presenti in grande spolvero anche i grandi della Terra che invece spesso sferzava nelle sue omelie dai tratti più populisti. Erano ben 160 le delegazioni ufficiali, tra cui il presidente americano Donald Trump, il francese Emmanuel Macron, il premier britannico Keir Starmer, il presidente argentino Javier Milei e ovviamente le massime autorità italiane guidate dal capo di Stato, Sergio Mattarella, e dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La Messa è stata celebrata dal cardinale decano Giovanni Battista Re mentre altri 220 cardinali hanno concelebrato, così come 750 tra vescovi e sacerdoti. L'omelia del porporato lombardo è stata tanto lunga quanto corta fu quella pronunciata dal Papa defunto in occasione dei funerali del suo predecessore.
Il cardinale Re ha ricordato Francesco per il suo impegno in favore della pace e dei diritti dei migranti, menzionando anche la sua crociata contro la cultura dello scarto. «Di fronte all'infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, papa Francesco ha incessantemente elevato la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all'onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili», ha detto il decano. Ed è significativo che proprio grazie alle esequie di oggi, all'interno della Basilica Vaticana, ci sia stato un faccia a faccia tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump che è in prima linea per cercare di mettere fine al conflitto russo-ucraino.
Nel passaggio sull'attenzione di Bergoglio per i migranti, il decano ha fatto riferimento anche al suo primo viaggio da Papa proprio a Lampedusa, definita «isola simbolo del dramma dell'emigrazione con migliaia di persone annegate in mare».
Le esequie si sono concluse con il rito dell'Ultima Commendatio e la Valedictio. Poi la bara di legno ha lasciato San Pietro a bordo di una papamobile e ha percorso le strade del centro della città di cui si vantava di essere vescovo, fino ad arrivare alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Il legame di Francesco con questa chiesa è stato sin dall'inizio fortissimo ed è dovuto alla presenza della Salus Populi Romani, l’icona che il Pontefice argentino si recava ad omaggiare prima e alla fine di ogni viaggio apostolico. Nella Basilica dell'Esquilino il Papa ora defunto si era presentato già il giorno dopo dell'elezione e poi anche dopo le dimissioni dal Policlinico Gemelli lo scorso marzo. Questa devozione rivela la sua appartenenza alla Compagnia di Gesù che storicamente diffondeva una copia di questa immagine nelle sue missioni sparse in tutto il mondo. Una copia di quell'immagine è stata messa questa mattina sull'altare a Piazza San Pietro ed è la stessa della preghiera solitaria del 27 marzo 2020 contro la pandemia, uno dei momenti iconici del suo pontificato.
Come da testamento firmato il 29 giugno 2022 a Santa Marta, Francesco è stato sepolto nella chiesa in cui sant’Ignazio di Loyola celebrò la sua prima Messa all'Altare del Presepe. Verso ora di pranzo si è svolto il rito della tumulazione presieduto dal camerlengo Kevin Farrell, mentre il cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore di Santa Maria Maggiore, ha apposto l'ultimo sigillo sulla bara dopo quelli della Prefettura della Casa pontificia, dell'Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice e del Capitolo Vaticano.
Finite le esequie, prendono il via le Messe dei Novendiali, cioè dei nove giorni di lutto per la morte del Papa. Nel frattempo, dopo la giornata di oggi dedicata alla preghiera e alla riflessione, lunedì i cardinali riprenderanno le congregazioni generali, destinate ad entrare nel vivo. E si comincerà a fare sul serio in vista dell'inizio del conclave.
Quel legame misterioso tra papa Bergoglio e San Pio X
Conforto, riconciliazione, intercessione per la pace? Restano ignote le ragioni che hanno spinto Francesco, negli ultimi giorni di vita, a visitare la tomba di un predecessore che appare la sua antitesi. E del quale tuttavia è sempre stato devoto.
La teologia di Francesco che poneva dubbi e temeva i “dubia”
Sintesi del pontificato appena concluso è l'idea di Chiesa “in uscita” che attualizza tutto il percorso progressista post-conciliare. In uscita non per evangelizzare, ma per lasciarsi evangelizzare dal mondo.
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