I cristiani nigeriani vittime della hisbah
I cristiani del nord islamico della Nigeria vivono nell’ansia di essere presi di mira dalla polizia religiosa, accusati di violare la legge coranica
“Israele uccide le nostre sorelle a Gaza. Se vogliamo, uccidiamo anche voi”. Con queste parole la hisbah, la polizia islamica ha minacciato cinque studentesse cristiane che aveva fermato mentre stavano andando alla Evangelical Church Winning All per seguire una funzione religiosa. È successo nei giorni scorsi in Nigeria, nel Kano, uno dei 12 stati settentrionali a maggioranza islamica della federazione nigeriana che all’inizio del secolo hanno adottato la legge coranica. Gli agenti hanno detto alle ragazze di andarsi a vestire come le donne musulmane. Al loro rifiuto, uno dei poliziotti ha detto che se fossero andate in chiesa sarebbero state punite. Le ragazze sono state trattenute per strada per tre ore e sono state lasciate andare quando ormai la funzione religiosa era terminata. La polizia religiosa è stata istituita dal governo di Kano per far rispettare la shari’a ai musulmani, ad esempio vigilando che vestano in maniera adeguata, che non bevano alcoolici e che rispettino il digiuno nel mese del Ramadan. Ma non di rado molesta i cristiani e spesso le sue vittime sono ragazze e donne. Il pretesto è che tutti in Kano, a prescindere dalla loro religione e dalla loro etnia, devono obbedire alla legge coranica. Lo ha stabilito il governo che quindi ha dato mandato alla polizia religiosa di intervenire per evitare qualunque comportamento che contrasti con la morale e le leggi islamiche. Simili provvedimenti sono in vigore anche in altri stati settentrionali. Mentre si ha notizia degli attentati e degli attacchi di cui i cristiani sono vittime nel nord della Nigeria, per opera di Boko Haram e Iswap, i due gruppi armati jihadisti del paese, non si hanno quasi informazioni su queste forme di persecuzione che invece incidono dolorosamene sulla vita quotidiana dei cristiani.