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MUSICA

I 200 anni di Franck, papà del Panis Angelicus

Ricorre il bicentenario della nascita di una delle più significative personalità dellOttocento musicale francese: César Franck. Autore del Panis angelicus, il suo capolavoro è il grandioso oratorio per soli, coro e orchestra Les Béatitudes che fece appassionare Pio XII.

Cultura 10_12_2022

Ricorre il bicentenario della nascita, avvenuta a Liegi, nel Belgio orientale, il 10 dicembre 1822, proprio come oggi, di un compositore e organista che, vissuto quasi sempre a Parigi, fu una delle più significative personalità dellOttocento francese: César Franck.

Lo ricordiamo come un grande musicista cattolico. Significative, a tal proposito, le parole dello scrittore francese Lucien Descaves († 1949) in un suo romanzo: «Non sarà certo fra i ricercatori di successi, fra i fabbricanti di opere e balletti, dove noi ritroveremo le colonne della grande musica religiosa; ed in quanto a continuare l’opera dei vecchi maestri, chi mai oggi se ne sentirebbe capace? Quale individuo, animato da spirito veramente cristiano, potrà, in questi tempi di mercimonio e di obbrobrio, presentare un casellario spirituale, non insozzato da alcuna ispirazione infame? Qual pellegrino rintracciando, per la eterna salvezza, il pensiero eccelso e la ferma fede dei Palestrina, dei Vittoria e dei Bach, oserebbe ancora, a somiglianza di quest’ultimo, dedicare le sue opere a sola gloria di Dio, o come Haydn, togliere dal clavicembalo le mani rese d’un tratto mute d’ispirazione, per chiedere al suo rosario una fonte di pure emozioni? Qual uomo netto, finalmente, uniformando la sua esistenza alla missione assunta, spingerà oggi il suo distaccamento dal mondo fino a raggiungere quell’austerità degli organisti e maestri di cappella di altri tempi, i quali, ignari dei piaceri, non accettavano mai inviti a banchetti e feste, e passavano nel raccoglimento e nello studio le ore, che la Chiesa o il loro professorato lasciavano ad essi libere? Purtroppo oggi io non conosco che un solo esempio di tanta sapienza e di virtù congeneri: César Franck!» (L. Descaves, Les Emmurés, Parigi 1894, p. 219).

Franck per qualcuno vuol soprattutto dire Panis angelicus, il celebre pezzo che scrisse originariamente per voce, violoncello, arpa e organo, e che solo più tardi (1872) inserì nella sua Messe à trois voix op. 12, composta nel 1860 quando era organista alla chiesa parigina di Santa Clotilde. Ma il suo vasto corpus compositivo annovera numerosi lavori sinfonici (vari poemi sinfonici, tra cui Rédemption del 1871; le Variations symphoniques per pianoforte e orchestra del 1885; la Sinfonia in re minore del 1888; e due oratori, Ruth del 1845 e Les Béatitudes del 1879), cameristici (la Sonata in la maggiore per violino e pianoforte del 1886 e il Quartetto per archi del 1890), pianistici (Prélude, Choral et Fugue del 1884 e Prélude, Aria et Final del 1887) e organistici (Six pièces pour grand orgue del 1862, 3 Pièces del 1878 e Trois chorals del 1890).

Una partitura di grande interesse, forse lo zenit della sua arte sinfonica, è il grandioso oratorio per soli, coro e orchestra Les Béatitudes, composto tra il 1869 e il 10 agosto 1879. Era ben nota a un eminente appassionato di musica come Papa Pio XII, che ne fece menzione in un suo discorso: «Chi non ha più intimamente gustato le parole del divino Maestro nell'armonia delle Béatitudes di César Franck dall'anima umile e pura?» (Pio XII, Discorso ai lavoratori della RAI-Radio Audizioni Italia, 3 dicembre 1944).

Questo autentico capolavoro di musica sacra si compone di un Prologo e otto parti o poemi, ricavati quanto al testo francese dalla scrittrice Joséphine-Blanche Colomb († 1892), sulla scia del cosiddetto «Discorso della montagna» di Gesù, che occupa i capitoli 5, 6 e 7 del Vangelo di Matteo. Alle otto «Beatitudini» (Mt 5,1-12), che sono il programma di vita dei discepoli di Cristo e di quanti credono in Lui, si contrappone la voce dell’«uomo tratto dalla terra» (1 Cor 15,47), esposto al dolore e alla morte, che segue il sentiero del disordine, o addirittura quello della disperazione.

Già fin dalle prime tristi note dell’orchestra in tempo di Lento ma non troppo che introducono il Prologo, seguite da un coro celestiale di serena speranza, e poi passando per i singoli episodi, in cui si ascoltano, da una parte, le voci dell’odio, dell’ingiustizia, della discordia e del male, e dall’altra, l’intervento di Cristo che, pronunciando le parole della Beatitudine, invita all’amore, alla giustizia, alla pace e alla purezza, si staglia gradatamente la storia tragica e gloriosa dell’uomo, che riceve dal cielo l’annuncio dell’evangelica perfezione e la speranza di una felicità non ancora conosciuta.

Lo spiritualismo musicale del compositore franco-belga si adegua benissimo al libretto di madame Colomb. Dice bene Claude Debussy († 1918), secondo cui Franck scrisse Les Béatitudes «con un candore fiducioso che diventa mirabile quandegli si trova faccia a faccia con la musica, dinanzi alla quale si inginocchia mormorando la preghiera più profondamente umana che sia mai scaturita da anima mortale» (Il signor Croche antidilettante, a cura di V. Magrelli, Adelphi Edizioni, Milano 2003, p. 96).

Questo complesso oratorio si affida all’orchestra; a un coro misto, ora «terrestre», che dà voce al lamento o alle aspirazioni, alla disperazione o alla preghiera, ora «celeste», con richiami angelici al perdono, alla gioia interiore e all’elevazione spirituale; a dieci voci soliste, che impersonano gli antagonisti Cristo e Satana e personaggi simbolici (come una madre dolente, un orfano derelitto, uno sposo in lutto): L’Épouse (soprano), L’Ange du pardon (soprano), Un Orphelin (mezzosoprano), Mater dolorosa (mezzosoprano), Une Mère (contralto), Récitant (tenore), Christ (baritono), L’Époux (basso), L’Ange de la mort (basso), Satan (basso).

È un suggestivo affresco sonoro che, ispirandosi a Mendelssohn († 1847), Schumann († 1856), Liszt († 1886), Berlioz († 1869) e Gounod († 1893), in due ore e un quarto di musica esprime appassionatamente e sinceramente la concezione dell’uomo e della vita, la fede cattolica e l’aspirazione morale di César Franck.