Grillini in lotta fra contraddizioni e avidità di poltrone
Caro direttore, non mi accodo alla generale lamentela, che avrebbe validissime motivazioni, nei confronti dell’attuale classe politica. Ma esprimo una grave preoccupazione nei confronti di una specifica parte politica, costituita dai grillini. Che dal 4 marzo hanno dimostrato arroganza, contraddizioni e avidità di potere.
Caro direttore,
scusa se, questa volta, mi soffermo su alcune annotazioni più propriamente politiche. Non mi accodo alla generale lamentela, che avrebbe validissime motivazioni, nei confronti dell’attuale classe politica, anche perché ritengo, a non voler essere ipocrita, che quella che è stata individuata come “casta” non sia peggiore di altre caste italiane. Per esempio, la nostra c.d. società civile, solitamente pronta ad accusare i politici di essere attaccati alle poltrone, ha esattamente gli stessi difetti. L’esempio clamoroso ci è dato da un certo Luca di Montezemolo, da sempre legato a poltrone molto più lucrose di quelle politiche, essendo passato a dirigere, chissà perché, aziende di liquori, di auto, di treni, di aerei ed ora di sigari, da cui è sempre uscito con lautissimi ed inspiegabili compensi.
Su di un altro fronte, mi pare che le nostre autorità religiose abbiano lo stesso difetto da loro abitualmente assegnato ai politici e cioè l’inconcludenza. Infatti, le chiese si stanno sempre più svuotando, i battesimi ed i matrimoni cattolici stanno precipitando e le vocazioni hanno raggiunto drammatici minimi storici. Non parliamo, poi, della maggioranza dei giornalisti, che non sanno più interpretare i reali sentimenti del nostro popolo, il quale legge sempre di meno i giornali da loro stampati. I sindacati costituiscono un freno per l’intero nostro Paese forse più pesante di quello costituito dai politici. Insomma, mi pare che i difetti dei politici siano nella media dei difetti di tutti gli altri italiani. Questo va detto, ripeto, se non vogliamo essere troppo ipocriti.
Non mi accodo, dunque alle solite lamentele, ma esprimo una grave preoccupazione nei confronti di una specifica parte politica, costituita dai grillini, preoccupazione che si è accentuata dopo avere assistito, attonito, al comportamento dei loro responsabili dopo i risultati del voto del 4 marzo. Dato il breve spazio concesso in una semplice lettera, schematizzo le mie preoccupazioni, alcune delle quali sono state espresse anche da altri.
Pensavo che il massimo dell’arroganza fosse stato raggiunto, nella politica recente, da Matteo Renzi, soprattutto dopo il successo da lui ottenuto nelle ultime elezioni europee ed in occasione del referendum da lui indetto sulle riforme costituzionali. Mi sbagliavo. Mi impressiona l’arroganza di Di Maio, il quale, con poco più del 30% dei voti, ritiene di essere il padrone assoluto d’Italia e come tale si comporta. Il suo motto potrebbe essere così sintetizzato: “O io o morte”. E’ talmente arrogante che non ipotizza neppure di dovere dialogare con altri su soluzioni anche diverse da quelle che lui ed i suoi hanno in mente. Questo eccesso di arroganza, sempre sbagliata in democrazia, mi fa sinceramente paura, perché so che la politica è l’arte del compromesso, come ci insegnò il Card. Ratzinger.
Mi sorprendono e mi stupiscono tutte le contraddizioni dei dirigenti del M5S. Vogliono un “governo del rinnovamento” e poi avrebbero voluto fare un governo con il PD che certamente nuovo non può essere considerato. Con una aggravante: con il PD, il rinnovamento ci sarebbe stato; con Berlusconi no. Perché? L’altra clamorosa contraddizione sta nel fatto che essi insistono fino alla noia sul tema del “programma”, ma poi pongono dei veti che nulla hanno a che fare con i programmi, e che sono squisitamente e pregiudizialmente politici.
L’insistenza del M5S sul programma da loro stilato viene fatta valere anche sotto un altro profilo. Il programma dovrebbe costituire un vera rivoluzione rispetto alla politica passata, tutta concentrata sulla preoccupazione per le poltrone. Il programma, secondo il M5S, dovrebbe essere la nuova bussola per il nostro Paese. Peccato che quel Movimento, quando sembrava vicino al potere, si è dimostrato disponibile a sconvolgere il suo programma pur di ottenere la premiership. Vicini al potere, i grillini già erano pronti a diventare europeisti. Ora che il profumo del potere è già passato, ripropongono un referendum contro l’euro! Questa indifferenza rispetto a ciò che proclamano per ottenere voti mi inquieta, perché significa che i grillini sono pronti a tutto pur di arrivare al vertice del potere. Mi spaventano. Grillo stesso si è vantato nel dire che loro sono i più flessibili (pur di arrivare al potere)
Non voglio affatto essere allarmista, ma non posso non notare come la nostra attuale situazione sia molto simile a quella che portò Mussolini a presiedere il governo italiano. Esiste la stessa incertezza sociale. Sta montando la polemica a tutti i livelli dentro la società. Ci sono due fronti politici (destra e sinistra) che sembrano indecisi a tutto, esattamente come fu per i socialisti ed i popolari di allora. In questo clima di difficoltà, di disagio e di confusione, c’è una forza politica (?) che riesce a raccogliere parte dello scontento popolare (come allora) e che, in forza di questo, pretenderebbe di governare in pratica da sola pur essendo ancora una minoranza. Se a ciò si aggiungono l’arroganza e la confusione programmatica a cui ho prima accennato, è evidente che non ci si può non preoccupare anche del nostro futuro democratico.
Caro direttore, ritengo che saggezza politica dovrebbe far propria questa preoccupazione e che in particolare i cattolici dovrebbero mettere in campo il meglio della propria cultura politica, ispirata alla dottrina sociale della Chiesa, per porre un argine ad una ondata emotiva veramente inquietante. Anche per questo i politici dovrebbero avere un “luogo” in cui confrontarsi. Molti politici dovrebbero pensare alla fine che hanno fatto i polli di Renzo.