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a cura di Anna Bono
Rifugiati

Gli ivoriani all’estero perderanno lo status di rifugiato nel 2022

L’Unhcr ha stabilito che le cause che hanno spinto oltre 380mila ivoriani a fuggire e chiedere asilo sono venute meno e che quindi possono essere rimpatriati

 

Migrazioni 14_10_2021

Lo status giuridico di rifugiato di una persona decade quando vengono meno le cause che l’hanno indotta a lasciare il proprio paese. È il caso dei circa 340.000 cittadini della Costa d’Avorio fuggiti durante le due guerre civili: la prima combattuta dal 2002 al 2007, la seconda dal 2011 al 2012. Altri 34.000 se ne sono aggiunti a metà del 2020 per timore che le imminenti elezioni presidenziali e parlamentari creassero nuovi scontri. Tuttavia non è successo e dal 2012 la situazione politica è sostanzialmente stabile. Quindi l’Unhcr ha stabilito che le circostanze che hanno indotto gli ivoriani a fuggire sono cessate. Il 4 ottobre, prendendo la parola all’inizio dell’annuale comitato esecutivo dell’Unhcr, l’Alto commissario per i rifugiati Filippo Grandi ha raccomandato che per gli ivoriani lo status di rifugiato finisca a decorrere dal 30 giugno 2022. Ma quelli che ancora ritengono che il loro rimpatrio sia rischioso potranno chiedere la sospensione del termine dello status di rifugiato. In effetti già circa 290.000 ivoriani rifugiati in Africa occidentale, per lo più nei vicini Liberia e in Ghana, sono tornati volontariamente a casa. Attualmente i rifugiati ivoriani sono in tutto 91mila, 51mila dei quali vivono in Africa occidentale, in maggioranza in Liberia, e 22mila in Europa. Una indagine condotta in Africa occidentale ha rivelato che il 60 per cento intende tornare a casa, il 30 per cento è ancora indeciso e il 10 per cento vorrebbe rimanere nel paese che lo ospita e fare domanda di residenza o di naturalizzazione. Per chi non vuole attendere la data di scadenza del giugno 2022, ogni settimana in Liberia si formano tre convogli che trasportano a Toulepleu, la prima città ivoriana varcato il confine, da 150 a 200 persone ciascuno. L’Unhcr fornisce del denaro a ogni ivoriano rimpatriato, bambini inclusi: 540 dollari a chi è fuggito a causa delle due guerre civili e 130 dollari a quelli fuggiti nel 2020. Inoltre l’Unhcr ha finanziato l’apertura di cooperative di cucina, di allevamenti di maiali e di pesci a beneficio dei rimpatriati e delle loro comunità. L’integrazione dei rifugiati non è priva di problemi. Il più frequente deriva dal fatto che dei vicini di casa o dei parenti si sono appropriati delle loro terre.