Germania, scisma in corso. I vescovi battano un colpo
Parroci e sacerdoti tedeschi hanno deciso di disobbedire al papa e di benedire le coppie dello stesso sesso. La rottura, annunciata da tempo, si è consumata platealmente in un centinaio di chiese aderenti all'iniziativa #liebegewinnt (l'amore vince). Ambigua la posizione dell'episcopato tedesco. Che ora è chiamato a reagire a un atto di disobbedienza
Siamo in Germania e c'è un muro che si sbriciola. È quello dell'unità della Chiesa cattolica picconato dai parroci e sacerdoti tedeschi che hanno deciso di disobbedire a Roma e di benedire le coppie dello stesso sesso. La rottura, annunciata da tempo, si è consumata platealmente in un centinaio di chiese aderenti all'iniziativa #liebegewinnt (l'amore vince).
Ieri, attorno alle 19 ma anche in altri orari, si è tenuta la maggior parte delle benedizioni ribelli concentrate in più di settanta città del Paese, specialmente a Nord-Ovest. Un antipasto di quanto sarebbe poi accaduto c'era già stato nei giorni precedenti in alcune parrocchie: in quella dedicata a San Benedetto nel quartiere Schwanthalerhöhe di Monaco di Baviera, ci ha pensato don Wolfgang F. Rothe - uno dei preti arcobaleno più attivi del Paese - a imporre le mani sul capo delle coppie arrivate per accogliere l'appello del movimento Maria 2.0. La scena si è svolta sotto gli occhi vigili di due poliziotti, chiamati dall'organizzatrice dell'evento dopo che un uomo aveva annunciato al telefono dell'ufficio parrocchiale la sua intenzione di presenziare per recitare un Rosario riparatore. Nei giorni che hanno preceduto l'iniziativa, Rothe non ha lesinato interviste fortemente critiche con Roma, arrivando persino ad accusare Papa Francesco di "sollevare ripetutamente speranze che poi non vengono soddisfatte o addirittura vengono brutalmente schiacciate". 'Don Whisky', soprannome con cui si fa chiamare per via della sua passione per il liquore, ha fatto notare sul suo profilo Twitter come l'evento da lui presieduto a San Benedetto sia stato raccontato positivamente in un articolo del portale online e in una trasmissione della radio ufficiale dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Una rivendicazione che, pur implicitamente, dice molto dell'atteggiamento dei ribelli in clergyman: mentre attaccano Papa Francesco e la Congregazione per la Dottrina della Fede per aver confermato l'insegnamento ecclesiale, strizzano l'occhio all'episcopato tedesco che ha contestato il Responsum e si è dissociato soltanto debolmente dalle benedizioni di protesta.
Qualcuno potrebbe credere, leggendo il tweet di Rothe, che la Chiesa tedesca non abbia potuto esplicitamente schierarsi al fianco dell'iniziativa #liebegewinnt, ma avrebbe voluto farlo ed in qualche modo prova a rimediare a questa mancanza, dandole risonanza sui suoi canali ufficiali. Tanto basta per rendere bene l'idea della situazione del cattolicesimo in Germania che fino a otto anni fa esprimeva addirittura un Papa e adesso si ritrova in seno un gruppo agguerrito di religiosi e laici disposti a fare pubblicamente la guerra al suo successore, confortati in questo dalla maggioranza dei vescovi che non si è fatta problemi a respingere una decisione da lui approvata.
Il bilancio della campagna di protesta che ha raggiunto ieri il suo culmine è di 110 postazioni sparse nel Paese per benedire "tutti gli innamorati": da Berlino a Monaco, da Dortmund a Duisburg, da Francoforte ad Amburgo, da Hannover a Colonia, da Magonza a Stoccarda ed altre ancora. Molti dei sacerdoti ribelli hanno scelto di esibire una bandiera arcobaleno ai piedi dell'altare durante l'evento e hanno già annunciato che la giornata di ieri è soltanto l'inizio di una pratica che diventerà quotidiana, laddove ci sarà la richiesta delle coppie. Le benedizioni proibite, in realtà, già avvenivano in precedenza, ma l'iniziativa di ieri segna la volontà di sfidare Roma alla luce del sole e di farlo in maniera organizzata e non individuale. Padre Stefan M. Huppertz, rettore della Liebfrauenkirche di Francoforte sul Meno e uno dei religiosi ad aver aderito alla protesta, ha ammesso di offrire questo servizio già da tempo, dicendosi convinto che non si tratti di un atto provocatorio. In verità, lo spirito stesso dell'iniziativa simultanea andata in scena ieri era dichiaratamente in contrapposizione con il Responsum firmato dal cardinale prefetto Ladaria che ribadisce quanto già affermato nel Catechismo della Chiesa cattolica.
Alcuni dei ribelli tedeschi, forti del consenso mediatico e della timida reazione della Conferenza episcopale di fronte alla loro campagna, hanno già deciso di alzare l'asticella della sfida con il Vaticano, arrivando a chiedere la beatificazione di coppie dello stesso sesso come ha fatto attraverso una petizione don Carsten Leinhäuser, parroco di Winnweiler. Alla fine, ascoltando anche i sermoni pronunciati ieri dai sacerdoti che hanno sposato la causa, si è potuto constatare come il rischio che l'evento divenisse uno "strumento per manifestazioni politiche ecclesiastiche" - come aveva denunciato la Conferenza episcopale tedesca nella sua debole presa di distanza - fosse più che concreto. Un po' ovunque la polemica contro Roma è sembrata prevalere sul benessere pastorale e spirituale di ciascun fedele con tendenze omosessuali a cui - va ricordato - la Chiesa non nega, singolarmente, alcuna benedizione.
Cosa faranno ora i vescovi tedeschi davanti ad una manifestazione così plateale di disobbedienza al Papa e anche - almeno formalmente - alle loro stesse indicazioni? Difficilmente ci saranno sanzioni come lasciano immaginare le reazioni di due vescovi, Helmut Dieser di Aquisgrana e Franz-Josef Overbeck di Essen, che hanno lasciato i sacerdoti delle loro diocesi liberi di decidere secondo coscienza se partecipare o meno alle benedizioni collettive. Nonostante la nota di biasimo della Conferenza episcopale, non è escluso che la protesta di ieri possa dar forza a chi vuole che della questione delle benedizioni delle coppie dello stesso senso si discuta - arrivando ad una soluzione favorevole - all'interno del Cammino Sinodale. D'altra parte, monsignor Georg Bätzing aveva preso le distanze dall'iniziativa, facendone una questione di metodo più che di merito e auspicando che del tema se ne potesse parlare nel luogo più adatto, individuato proprio nel Synodale Weg. Certo, non tutto l'episcopato tedesco è su questa linea: i vescovi di Colonia, Friburgo, Erfurt, Passau, Ratisbona, Eichstätt e Görlitz hanno accolto con favore il Responsum dell'ex Sant'Uffizio e probabilmente avranno osservato con sofferenza e preoccupazione i fatti di ieri. La Chiesa tedesca, dunque, appare sempre di più come una polveriera. Le benedizioni proibite potrebbero essere la miccia decisiva che la fa esplodere?