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“Gender Code”: romanzo o realtà?

Uno scienziato ucciso, un priorato che custodisce un segreto che l’umanità oggi non potrebbe mai accettare, una caccia al colpevole che non ha intenzione di fermarsi e infine una rivelazione clamorosa che riguarderà ogni singolo lettore. Questo è "Gender Code", romanzo fresco di stampa dell’autore inglese Nate Black che farà molto parlare di sé perché attualissimo.

Libertà religiosa 05_11_2020

E’ stato da poco dato alle stampe negli States un romanzo che farà molto discutere: Gender Code. Il suo autore, il 56enne Nate Black, non è alla sua prima opera, ma sinora ha avuto poco successo nelle librerie. Crediamo che dopo la pubblicazione di questo romanzo il suo nome sarà presto sulle labbra di tutti. Ecco in breve, senza spoilerare troppo, la trama in esclusiva per i lettori de La Nuova Bussola Quotidiana.

Nicholas Cummings, ex presidente dell’American Psychological Association – la più autorevole associazione di psicologi in America e forse nel mondo - è stato trovato ucciso nel suo studio di Carson City, in Nevada. Il corpo è disteso a terra e privo di abiti. Prima che morisse il dott. Cummings è riuscito ad assumere la stessa posizione dell’uomo vitruviano, celebre opera di Leonardo da Vinci. Nella destra stringe un santino di San Tommaso d’Aquino.

Gli investigatori, insieme alla nipote del professore ucciso Sophie Newman, intuiscono che il dott. Cummings voleva lasciare in tal modo alcuni importanti indizi per far comprendere chi c’era dietro il suo omicidio. “Se mettiamo insieme Leonardo e Tommaso d’Aquino mi viene in mente l’Ultima Cena, il dipinto custodito in Santa Maria delle Grazie a Milano, santuario custodito domenicani. E Tommaso era un domenicano”, dice tra sé Sophie.

Quest’ultima e gli investigatori allora si recano in Italia, a Milano. Interrogano il priore del convento, padre Reginaldo Turri, il quale riferisce loro che conosceva bene il dott. Cummings e lo aveva visto l’ultima volta solo una settimana prima. In quell’occasione gli aveva dato una penna usb chiedendogli di conservarla con cura. La penna viene consegnata agli inquirenti, ma il suo contenuto risulta criptato e nemmeno la polizia statunitense riesce a scoprire cosa custodisce quella penna. Impossibile poi copiarne il contenuto su altra matrice.

Successivamente accadono altri cinque omicidi: tutte persone legate al dott. Cummings, tra cui lo stesso priore del convento. Tra inseguimenti rocamboleschi e pedinamenti si scopre che queste persone uccise facevano parte del Priorato Veritas, un gruppo formato da scienziati, politici, uomini di Chiesa ed anche da ex omosessuali che, agendo nell’ombra per meglio operare, da decenni stava cercando di opporsi alla linea unica tracciata dall’International Gay and Lesbian Human Rights Commission (IGLHRC), una lobby potentissima che tentava da tempo di diffondere la cultura gender in tutto il mondo potendo contare su ingenti somme di denaro.

Il gran maestro del Priorato era appunto il dott. Cummings il quale in anni di studi aveva raccolto prove inoppugnabili sul fatto che l’omosessualità è un sintomo di un disturbo psicologico e che comunque se ne può uscire. Custodiva gli esiti di questi suoi studi in modo geloso, ben consapevole che se fosse trapelato qualcosa prima della conclusione delle ricerche qualcuno gli avrebbe messo più di un bastone tra le ruote. La sua morte cadeva una settimana prima dalla presentazione alla comunità scientifica dei suoi studi: un’imponente mole di dati raccolti in anni di lavoro.

Comprendendo che la sua vita era in pericolo - evidentemente qualcuno aveva saputo di cosa si stava occupando - aveva diviso in sei penne usb i risultati delle sue ricerche al fine di proteggere in modo ancor più efficace il contenuto delle sue scoperte. Aveva poi consegnato queste penne – eccetto una che aveva tenuto per sé - ad altrettante persone di fiducia, tutte appartenenti al Priorato.

Gli investigatori e la nipote alla fine chiudono il cerchio: l’IGLHRC voleva avere quelle penne usb costi quel che costi e voleva tappare la bocca per sempre a tutti coloro che potevano conoscere il segreto scientifico di Cummings. Quindi ora l’IGLHRC aveva in mano cinque penne, compresa quella dello stesso dott. Cummings, ma non aveva, per completare il puzzle, la penna che padre Reginaldo aveva consegnato agli investigatori prima della sua morte e soprattutto, forse, non possedeva il codice per decriptare il contenuto delle penne. Questo codice, scopre la nipote, è nascosto proprio nel Cenacolo vinciano: in quelle figure e nei loro gesti si cela la chiave del mistero. Il finale è ovviamente a sorpresa.

Anche il lettore più disattento avrà pensato: “Ma questa trama non mi è nuova. Mi ricorda il Codice da Vinci di Dan Brown. Anzi: pare proprio la copia del celebre best seller. Si tratta di un plagio bello e buono”. Tranquillizziamo subito il lettore. Gender Code così come il suo autore non esistono.

Volevamo solo fare un esperimento provocatorio da cui trarre alcune considerazioni. Provate ad immaginare che Dan Brown al posto di gettare letame sull’Opus Dei e sulla Chiesa come ha fatto con il suo fortunato Codice da Vinci, avesse centrato nel suo mirino letterario il bersaglio delle organizzazioni gay. Pensate al putiferio che sarebbe successo. Anzi, di certo non sarebbe nemmeno arrivato alla stampa del libro.

Mettete a posto della truce Opus Dei l’International Gay and Lesbian Human Rights Commission (organizzazione realmente esistente). Sostituite al segreto sulla discendenza di Gesù che aveva figliato con la Maddalena il “segreto” che l’omosessualità è un sintomo di un disturbo. Immaginate che non sia l’Opus Dei ad ordinare gli omicidi, ma la lobby gay di cui sopra. Cosa cambia? Nulla dovrebbe cambiare ed invece tutto cambierebbe.

Con il Codice da Vinci le critiche sono state smorzate ricorrendo ai soliti cliché: “E’ un’opera di fantasia…non si può ledere la libertà di espressione….se la Chiesa non ha nulla da nascondere perché preoccuparsi… non si può imporre il pensiero unico cattolico al mondo intero” e via di questo passo. Nel caso dell’immaginario Nate Black la musica cambierebbe: dagli all’omofobo, a chi dipinge gli omosessuali come una cricca violenta, a chi fomenta odio e atteggiamenti discriminatori verso i gay, a chi vede oscure trame laddove c’è solo un gaio pensiero e “politiche inclusive”. L’unica scappatoia per il nostro Nate Black sarebbe stata quella di riscrivere alla rovescia il suo romanzo: il dott. Cummings scopre che l’omosessualità è cosa buona e giusta, ma la Chiesa gli vuole chiudere la bocca e così lo fa passare a miglior vita. I matematici sono avvertiti: cambiando gli ordini degli addendi il risultato cambia eccome.

Il varo della legge sull’omofobia pende sulle teste di tutti come una sentenza di condanna: caso raro in cui una legge è già un verdetto. Immaginate che in qualche libreria coraggiosa e controcorrente si possa acquistare una copia di Gender Code. In due giorni netti queste librerie dovrebbero abbassare la serranda, la casa editrice italiana sarebbe sommersa di denunce, il traduttore dovrebbe espatriare e molto probabilmente diventerebbe amico stretto di Edward Snowden, l’ex talpa della Cia.

Fantasticherie? Noi abbiamo fatto un esperimento immaginario inventandoci la trama di Gender Code, ma è risaputo che spesso la fantasia supera la realtà.