Formare i giovani nella fede, sulle orme di san Giuseppe
Come in Italia, anche all’estero sono sorti tanti ordini che si ispirano al padre di Gesù. Si va dai Missionari di San Giuseppe di Mill Hill alle Suore di San Giuseppe del Messico, fino ai Fratelli Giuseppini del Ruanda. Il servizio ai poveri, ai malati nel corpo e nella mente, l’educazione dei giovani al lavoro e alla fede sono tra i principali tratti di queste congregazioni.
Who is St. Joseph? è un libretto di preghiere, pensieri e aneddoti di spiritualità giuseppina che testimonia che il glorioso patriarca ha ispirato numerosi ordini religiosi anche all’estero, molti nati negli stessi anni in cui soprattutto in Piemonte operano le figure di numerosi “santi sociali”, tra cui Leonardo Murialdo, Felice Prinetti, Clemente Marchisio e Giuseppe Marello, i quali con zelo apostolico si impegnano a contrastare una diffusa cultura anticlericale e massonica restando saldi nella fede tenace del padre putativo di Gesù. Come già per gli ordini nati in Italia (vedi qui), anche per quelli d’origine estera ci concentriamo necessariamente su alcuni di essi.
I MISSIONARI DI SAN GIUSEPPE
Il menzionato volumetto è stato scritto dal cardinale Herbert Vaughan (1832-1903), fondatore della Società Missionaria di San Giuseppe di Mill Hill in un sobborgo di Londra. Arcivescovo di Westmister, Vaughan inaugura in Tirolo, Germania e Belgio la sua congregazione al fine di reclutare missionari. Dietro suggerimento di papa Pio IX, nel 1871 si trasferisce con quattro missionari dall’Inghilterra negli Stati Uniti d’America per svolgere apostolato tra gli ex schiavi neri liberati dopo la guerra di secessione americana. Nel 1892, grazie alla preziosa collaborazione col sacerdote statunitense John Slattery (1851-1926), costituisce una nuova congregazione nel nome dello sposo di Maria, quella dei missionari di San Giuseppe del Sacro Cuore, i quali si dedicano all’evangelizzazione delle comunità afroamericane e sono presenti dall’Alabama alla California, dalla Louisiana al Texas.
LE SUORE DI CLUNY
Anne-Marie Javouhey (1779-1851) arriva nella Guyana francese con le sue Suore di San Giuseppe di Cluny per servire i bambini più poveri e abbandonati, i malati nel corpo e di mente, per liberare le persone da ogni tipo di schiavitù morale e sociale, perché tutti siano rispettati nella loro dignità di figli di Dio. La spiritualità giuseppina di tali suore consiste nell’avere orecchie di discepolo, docili all’ascolto della Parola in unione intima e costante con il Padre proprio come san Giuseppe, per avere una visione chiara del mondo leggendo i segni dei tempi alla luce del Vangelo e così rispondere con coraggio alle sfide quotidiane, dando speranza soprattutto a tutti i ‘feriti’ dalla vita.
I GIUSEPPINI DEL BELGIO
«Tutti voi che vi siete dedicati alla sacra opera dell’educazione, amate, amate i bambini. Ma c’è amore e amore. Parlo qui di amore vero, profondo e illuminato; amore pastorale e paterno; questo amore è tutto e tutto compie. In una parola, siate loro come dei padri e, se questo non basta, siate anche come delle madri. Dovete amare i figli e far sentire loro che li amate, non solo evitando ogni durezza ingiustificata e scoraggiante severità, ma curandoli con tenerezza e avendo per loro un affetto benedetto e cordiale, facendogli vedere che dedicate loro la vita, che siete felice di stare con loro». Questo scrive padre Costant Guillaume van Crombrugghe (1789-1865) ai suoi figli spirituali, i Giuseppini del Belgio. Inizialmente chiamati a istruire ed educare alla fede i figli della borghesia ottocentesca delle Fiandre, si dedicano successivamente alle missioni anche tra i giovani più poveri in America Latina, Zaire e Camerun.
SUORE E MISSIONARI DI S. GIUSEPPE IN MESSICO
Le Suore di San Giuseppe del Messico e i Missionari di San Giuseppe del Messico sono stati invece fondati dal sacerdote spagnolo José María Vilaseca (1831-1910) in America Latina allo scopo di evangelizzare e formare soprattutto i più giovani. «Fai sempre e in tutto il meglio!», «Sii utilmente impegnato» e, perciò, «Avanti! Sempre avanti! San Giuseppe lo chiede», era solito affermare il fondatore. Egli si impegnò notevolmente nella diffusione del culto dell’uomo del silenzio di Nazareth. Scrive di lui: «Il divino Giuseppe è una creatura unica dinanzi a Dio. Fu divinamente predestinato al suo compito. Occupa nella mente dell’Altissimo un posto privilegiato. I suoi doni sono superiori a quelli di chiunque. Così che l’eloquenza umana non potrà mai descriverlo, né le belle immagini sacre ritrarlo come veramente Egli è, né gli impegni più alti potranno farcelo conoscere. Per questo i sapienti Gerson e Isolano affermano: “Tutto ciò che potrete pensare di bello su San Giuseppe non potrà mai eguagliare i suoi meriti”. Il suo corpo era bello e l’anima era ancor più splendente, l’intelligenza elevata, la volontà interamente inclinata al bene, il cuore era il cielo della grazia, il palazzo della virtù e il trono della verginità».
I GIUSEPPINI DEL RUANDA
Anche i Fratelli Giuseppini del Ruanda (noti anche come Bayozefiti), presenti pure in Burundi e nella Repubblica Democratica del Congo e fondati dal vescovo francese Léon-Paul Classe (1874-1945), missionario in Africa, si dedicano all’evangelizzazione dei giovani, alla preparazione dei catecumeni, alla formazione scolastica, all’uso del digitale e al lavoro manuale, in specie di falegname e muratore, nelle missioni in cui operano.
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Alla luce di tali figure, la priorità missionaria e il tratto comune a queste congregazioni della famiglia spirituale di san Giuseppe all’estero consistono nell’iniziare ed educare alla fede e ai sacramenti, ma anche nel formare attraverso lo studio e il lavoro soprattutto i giovani, in particolare nei contesti di profondo disagio sociale, culturale ed economico, sulle orme del loro santo patrono, il quale abbracciò con l’integrità della sua persona la missione di custode del fanciullo Gesù mettendo a frutto tutti i doni del Creatore.