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IL PRIMO GIORNO DEL WORLD CONGRESS OF FAMILIES

“Famiglia è papà e mamma, non quella progressista”

Il vescovo di Verona Zenti strappa il primo applauso dicendo che la famiglia non è quella progressista, ma quella di mamma e papà. Cruciani e Maglie, laici liberi e onesti. Il fondatore del Congresso ricorda che il modello svedese ha decostruito la famiglia favorendo l'individualismo. Bisogna guardare a quello che succede o sta per succedere altrove. Dove? Ad esempio in Brasile e Ungheria. All'Italia non resta che un mea culpa: «Anche i partiti cattolici non hanno capito la portata della crisi demografica».

Famiglia 30_03_2019

VERONA - Ma che cosa si saranno detti tutto il giorno quelli del Congresso Mondiale per la famiglia? Sarà difficile scoprirlo dal 90% delle cronache che oggi troverete sui giornali perché loro - i media - hanno passato tutto il giorno a rincorrere nel grande vasto atrio porticato della Gran Guardia gli organizzatori del convegno. Dovere di cronaca? Diciamo, piuttosto, voglia di trovare l’inciampo ideale e lo scandalo con cui fare il titolone: tra una provocazione al vicepresidente Coghe e un tranello a Toni Brandi, passando per le interviste tattiche a Simone Pillon, Brian Brown, Massimo Gandolfini e poi il governatore Luca Zaia (ambiguo e teatrale il suo rimarcare patologica l'omofobia) e il vescovo di Verona, tutti hanno passato la giornata a cercare disperatamente la pistola fumante dello scandalo. 

E quando l’hanno trovata - spesso con arroganza - hanno urlato eureka. Così, con un piccolo feto di gomma recante una scritta anti aborto, si è addirittura creato il falso scoop che quello fosse il gadget dato dagli organizzatori del Congresso. E giù titoloni sul medioevo, l’aborto e la cattiveria di questi invasati della famiglia. Era il residuo di una vecchia campagna di ProVita. Professionalità, dicono.

Ma di come sia andato lo svolgimento della giornata, sui giornali di oggi non troverete niente. Tranne che qui.

UNA ZANZARA COME SPEAKER
I lavori sono stati aperti in maniera un po’ insolita, come aveva preannunciato proprio alla Nuova BQ il vicepresidente del WFC Jacopo Coghe, con il saluto di Giuseppe Cruciani. Il conduttore de La Zanzara ha detto: «Io non sono uno di voi. Ma non trovo giusto quello che è stato messo in atto da coloro che vorrebbero spegnere questo microfono: una vera campagna di criminalizzazione. Quindi sono qui. Ovunque vieteranno di esprimere il vostro pensiero io sarò uno di voi».

«IL VESCOVO: NO A FAMIGLIA PROGRESSISTA»
Ma tra i saluti più significativi pronunciati nel corso della mattinata alla Gran Guardia, quello di di monsignor Giuseppe Zenti va citato per la decisione anche se nel suo intervento ha ceduto con una concessione alle convivenze non proprio "ortodossa". Il vescovo di Verona ha ricevuto il primo applauso scrosciante della mattina quando dal palco ha affermato che «un figlio ha diritto di crescere con un papà e una mamma, non la famiglia moderno progressista, ma la famiglia originale, perché originaria, naturale, sacra, divina, perennemente moderna, laica, umana non confessionale. È la forma di società civile più accreditata dalla società umana e la più autentica». Parole che gli sono valse la standing ovation del pubblico e "l'agguato" successivo dei cronisti ai quali ha detto che "l'aborto è un delitto". 

Alla difesa della famiglia fondata sul matrimonio come soggetto sociale e da preferire per ragioni morali, economiche e di benessere generale alla convivenza, si sono dedicati gli interventi di Allan Carson, americano, fondatore del World Congress of Families e del vicepresidente dell’edizione italiana Toni Brandi. Come detto è stato l’intervento di Maria Giovanna Maglie a provocare gli applausi più fragorosi. 

«UN BRASILE FAMILY FRIENDLY»
Nel corso degli interventi sono state analizzate molte best practices di politiche famigliari funzionanti e innovative. Praticamente arabo per lo standard delle proposte politiche italiane. In Brasile - ad esempio - la direttrice del Segretariato per la Famiglia del ministero apposito, voluto dal neo presidente Jair Bolsonaro, ha detto che la famiglia riguarda tutti i provvedimenti del governo: «Noi dobbiamo chiederci: questa cosa servirà alla famiglia? E’ una domanda indispensabile perché la famiglia abbraccia tutte le politiche pubbliche. Se volete difendere la vita - ad esempio - si passa dalla famiglia. E così se si vogliono fare politiche scolastiche», ha spiegato Angela Vidal Gandra da Silva Martins che ha anche annunciato il varo di un piano di incentivazione e riconoscimento dell’educazione parentale e di home schooling

«Allo stesso modo dobbiamo accettare che l’uomo invecchia e si accosta alla morte. Sono andata sulla tomba di Santa madre Teresa di Calcutta e mi sono trovata davanti un uomo che mi ha detto: “Ho vissuto tutta la vita da cane, ma ora che sono vecchio, ho trovato in queste suore qualcuno che mi ami”. Ecco: viviamo una crisi d'amore a livello antropologico. Soffriamo una crisi d'amore. Dobbiamo trasformare la famiglia in una scuola d’amore e un governo può fare molto. Ad esempio aiutando la donna che desidera rinunciare al lavoro per stare a casa, luogo nel quale non può essere sostituita». 

«UNGHERIA FELIX»
Con i suoi diversi ospiti l’Ungheria è probabilmente la nazione più citata e presente. L’odiata Ungheria, perché quando se ne parla bisogna sempre specificare il suo “peccato originale” anti-immigrazionista. Invece a sentire gli uomini politici magiari questo non è affatto un qualche cosa di cui vergognarsi: «Le nostre buone pratiche di politica familiare stanno rilanciando la natalità che dal 2010 ad oggi è arrivata quasi alla soglia media dei due figli per famiglia», spiega Attila Beneda, sottosegretario per la famiglia del presidente Viktor Orban, il cui governo è rappresentato a Verona da Katalin Novak, ministro per la famiglia. 

Beneda ha illustrato il corposo sistema di sostegno alle famiglie che va dagli aiuti economici ai mutui agevolati fino agli sgravi fiscali per le madri con 4 o più figli. «Abbiamo dato sostegni superiori a 30mila euro per l’acquisto della casa, sgravi fiscali e oggi il 13% delle famiglie ungheresi ha 4 o più figli». L’immigrazione? «Abbiamo ricevuto un chiaro mandato dal popolo, la cura della famiglia, non il favorire l’immigrazione clandestina».

Il piano famiglia ungherese prevede che le giovani coppie possano chiedere un rimborso per le spese sostenute a partire dal primo figlio. Vengono inoltre dati aiuti per l’acquisto della casa e fino a 8.000 euro per l’auto famigliare delle famiglie numerose. Nel 2020 poi, tutte le madri che hanno 4 figli o più, otterranno sgravi pressoché totali sull’imposta che voi in Italia chiamate Irpef. 

«ADDIO SVEZIA. IL RITARDO ITALIANO»
Nel corso del panel moderato dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti sulle politiche europee, il fondatore del WFC Alan Carson ha notato che le politiche europee si stanno liberando dei miti del passato. In particolare si è constatato il fallimento della politica svedese «che ha decostruito l’indipendenza famigliare mentre si sta guardando con interesse a quanto accade in paesi dell’Est Europa come l’Ungheria e la Polonia».

Ma c’è stato anche spazio per dare uno sguardo all’Italia. E qui non sono mancati i mea culpa per l’assenza di politiche strutturali famigliari di vasto respiro: «I partiti tradizionali di area cattolica in Italia hanno fallito perché non hanno riconosciuto il dramma della crisi demografica che stava arrivando», ha spiegato Luca Volontè, già parlamentare Udc. E di inverno demografico e calo della popolazione, si è parlato nel Workshop moderato dal direttore della Nuova BQ Riccardo Cascioli, il cui intervento di presentazione trovate qui. Oltre le polemiche, le calunnie e il chiacchiericcio mediatico, c’è spazio per costruire.