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CONGRESSO/INTERVISTA A COGHE

“Aggrediti e calunniati perché abbiamo mostrato la ferita sulla famiglia"

L'agguato dell'accoppiata Paone-Luxuria al vicepresidente del World Congress of Families a suon di accuse e calunnie. Coghe alla Nuova BQ: «Diamo fastidio perché abbiamo toccato una ferita aperta, ma c'è anche tanta solidarietà, a cominciare da insospettabili come Cruciani». Il via domani tra polemiche e l'assenza dei vertici ecclesiastici: «Il Papa l'ha detto: non servono vescovi-pilota». Salvini, Fontana e Bussetti? «Vengono da ministri. Il cammino politico per la famiglia è ancora tutto da costruire, ma intanto ci sono segnali incoraggianti».
-MA L'IMAM CHE INSEGNA A PICCHIARE LE MOGLI NON INDIGNA di Anna Bono

Famiglia 28_03_2019
L'agguato di Paone e Guadagno a Coghe

Si può chiamarlo agguato, oppure blitz. Di sicuro non è un’intervista quella che una troupe Mediaset ha fatto a Jacopo Coghe, vicepresidente del XIII World Congress of Families di Verona che aprirà i battenti domani. Un agguato con alle spalle Alessandro Cecchi Paone e Vladimiro Guadagno a fare la parte dei disturbatori in favore di telecamere. Non riceverà il premio È giornalismo, ma probabilmente una segnalazione all’Ordine dei giornalisti, come ci spiega lo stesso Coghe in questa intervista, l’incursione democratica organizzata all’insaputa di Coghe dalla troupe Mediaset con la complicità di due veri e propri “campioni” della narrativa Lgbt. 

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«Mi dispiace per la collega che si è prestata a questo “gioco”, ma mi sembra del tutto scorretto deontologicamente. Per non parlare poi di Cecchi Paone che è giornalista e dovrebbe sapere come si fanno le interviste», spiega Coghe alla Nuova BQ delineando un clima intimidatorio arrivato persino davanti alla sede del congresso. Dal video, che verrà mandato in onda prossimamente, si vede piuttosto un talk show con la formula del tre contro uno. 

Come è andata?
Avevano telefonato al nostro ufficio stampa per intervista con Tg5 e Mediaset e noi avevamo dato l’appuntamento davanti al palazzo. Sono arrivato in serata, mi sono seduto sulla scalinata ad aspettare e si è presentata la giornalista con le telecamere accese. 

Senza presentarsi?
No, alle mie spalle mi sono trovato Cecchi Paone e Luxuria.

Lei non sapeva che era prevista la loro presenza?
No. E’ stato un blitz provocatorio, deontologicamente scorretto. E la giornalista al telefono mi aveva parlato di una semplice intervista. 

Un’imboscata?
Esatto. Conosciamo questi personaggi e sappiamo che vogliono visibilità, infatti non si è trattato affatto di un’intervista, ma di un “agguato”.

Teme un contraddittorio?
Tutt'altro, ma se mi chiami per un dibattito in tv lo fai secondo le regole, mi lasci parlare ad esempio. Invece questi sono stati anche ingenui perché dal video, che noi abbiamo integrale, quindi non temiamo tagli “strategici” si vede che sono Cecchi Paone e Luxuria che vogliono parlare e non mi lasciano esprimere neanche un concetto continuando a tirare fango.

Hanno tirato in ballo Brian S. Brown, Presidente dell’Organizzazione Internazionale per la Famiglia, definendolo un "torturatore" di giovani perché sostiene le cosiddette Terapie riparative…
Follie, calunnie, per le quali procederemo legalmente. Brown è un padre di famiglia, una persona rispettabile. Ma questo stile è vergognoso, mi sono sentito sbranato di fronte a due persone agguerrite che non avevano alcuna intenzione di confrontarsi a viso aperto. 

Quali sono le calunnie che più le hanno fatto male? 
Il fango sulla ugandese Lucy Akello, una delle relatrici, accusata di volere la pena di morte per gli omosessuali. Una falsità grave e mostruosa. Mi fa sorridere invece l’astio che Enrico Mentana sta spargendo con i suoi attacchi giornalieri. Lo stimavo come giornalista, ma il letame che ci sta indirizzando per rilanciare il suo giornale è incredibile.

Tanto fango, ma anche tanta solidarietà?
Da un’infinità di persone, mi hanno scritto di andare avanti. Stasera (ieri ndr) sarò a Radio 1. In tanti non sono d’accordo con la nostra idea di famiglia, che poi è anche quella sancita dalla Costituzione italiana, ma ci hanno espresso solidarietà. E poi, tra gli attestati di stima, ce n’è uno che mi fa particolarmente piacere. 

Chi?
Quello di Cruciani…

Cruciani? Giuseppe Cruciani della Zanzara?
Sì, molto probabilmente all’apertura del congresso di venerdì ci sarà anche lui a parlare…

Ma non era radicale…? 
...Vedrete, sarà una sorpresa. 

Tanto fango, ma anche tanta pubblicità negativa che in fin dei conti si ripercuote comunque sull’evento in termini positivi. Se date così fastidio vorrà dire che c’è qualcosa di grosso sotto. 
È come se stessimo toccando una ferita a un malato. Stiamo toccando qualcosa di doloroso e quando vai a toccare una ferita, il malato si agita. Ecco, il malato è la società. 

Che idea si sono fatti dell’Italia i relatori?
Con molti abbiamo avuto modo di parlare, anche loro sono allibiti dalla macchina del fango che è stata messa in moto. Eppure Papa Francesco si era espresso in termini ben più forti. Aveva detto che quando si va ad abortire è come affittare un sicario, ma non abbiamo sentito questa levata di scudi. 

A proposito di Chiesa. Buona parte della gerarchia ecclesiastica non ha sposato l’evento, dal segretario di Stato Parolin al presidente Cei Bassetti…
La nostra è un’iniziativa laica, abbiamo invitato le gerarchie ecclesiastiche e sappiamo della bontà dei nostri temi sulla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna e aperto alla vita, siamo contenti delle parole del Santo Padre pronunciate a Loreto. Andiamo avanti, il Papa ha sempre detto che non c’è bisogno di vescovi-pilota. 

Veniamo al tema politico: siete accusati di aver organizzato un Congresso filo leghista.
Forse sfugge a tutti un piccolo particolare: ci sono dei ministri delle istituzioni. Oggi Salvini è istituzione, in seconda battuta è segretario della Lega quindi noi abbiamo chiamato a raccolta le istituzioni del governo, il fatto che abbiano risposto tre esponenti di governo è indice dell’importanza del nostro Congresso. Che non è un’iniziativa di partito. 

Ma i Cinque Stelle non ci saranno…
Legittimo, ma noi siamo andati a invitare anche i ministri Cinque Stelle. Io ho invitato Di Maio e lui attaccava; io mandavo messaggi distensivi a Spadafora e lui gettava fango.

Come giudica la politica della Lega sul versante della tutela della famiglia?
Credo che ci sia ancora molto da fare, ma il cammino è avviato e Salvini ha dato un messaggio politico chiaro. 

Quanto durerà la scusa che questo è un governo di tregua sui temi etici? Così sta andando avanti lentamente l'agenda dei soliti diritti...
È per questo che bisogna lavorare per portare a casa certi risultati. La circolare del ministro Bussetti sul gender a scuola non è una cosa di poco conto. Ci abbiamo fatto praticamente due Family Day sul tema dell’educazione gender nelle scuole. Bisogna dare atto al ministro Bussetti che la circolare ha messo quell’argine del consenso informato che chiedevamo da tempo. 

Però in altri casi, la Lega è parsa tiepida o rinunciataria…
Dobbiamo lavorare e farci sentire, serve una rinnovata cultura della vita e della famiglia non si può pensare solo a dare aiuti economici alle famiglie. 

Prima la cultura o gli aiuti?
Bisogna lavorare su entrambi i fronti contemporaneamente. Purtroppo anche nel nostro mondo spesso ci siamo divisi sul metodo.