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Islam

Essere cristiani in Pakistan, nella terra dei talebani

La piccola comunità cattolica del Beluchistan testimonia la fede in una regione minacciata dai terroristi islamici del Tehrik-e-Taliban Pakistan

Il Beluchistan è una provincia del Pakistan confinante con l’Iran e l’Afghanistan. La maggior parte della popolazione è musulmana sunnita. È in questa provincia che si sono formati i cosiddetti “talebani pakistani”, gruppi armati jihadisti di etnia pashtun. Il più pericoloso è il Tehrik-e-Taliban Pakistan (TTP), di recente responsabile di numerosi attentati in tutto il paese. Secondo un rapporto pubblicato dal Centro per la ricerca e gli studi sulla sicurezza di Islamabad – riferisce l’agenzia Fides – gli attacchi del TTP nel 2023 hanno ucciso più di 700 persone tra forze di sicurezza e civili, molti dei quali in Beluchistan e nell’altra provincia di Khyber Pakhtunkhwa, nel nordovest del paese. Nel Beluchistan vive una comunità cattolica, in tutto circa 34mila fedeli divisi in nove parrocchie, sette a Quetta e due in altre zone, che fanno parte del Vicariato apostolico di Quetta, la capitale della provincia. È una piccola realtà “fatta di uomini e donne che in forza del battesimo fanno del dialogo e del servizio al prossimo la loro missione, in una testimonianza caratterizzata da umiltà e compassione” spiega il vicario apostolico di Quetta, monsignor Khalid Rehmat. Essere cristiani in un territorio minacciato dai talebani – racconta – vuol dire “essere piccoli, deboli, poveri. Per molte delle nostre comunità la vita è molto difficile a livello economico e geografico: le strade per arrivare ai villaggi sono impervie, non vi è accesso a servizi di istruzione o sanità. Ma si vive serenamente, in modo umile, senza pretese, confidando ogni giorno nella Provvidenza di Dio. Sappiamo che essere qui è un dono di Dio. Beluchi e pashtun sanno che i cristiani sono persone buone, miti e pacifiche. Siamo una comunità che vive nella semplicità la gioia di essere qui”. La vita delle parrocchie si concentra nella celebrazione dei sacramenti, nella catechesi. Il Vicariato apostolico opera soprattutto nel settore dell’istruzione. Ha sette scuole, sei delle quali a Quetta, gestite da congregazioni religiose maschili, tra le quali gli Oblati di Maria Immacolata e i Salesiani, e femminili, tra le quali le Francescane Missionarie di Maria, le Domenicane di Santa Caterina da Siena e le suore di San Giuseppe di Chambery: “possiamo – spiega monsignor Rehmat – essere testimoni dell’amore di Dio. Le nostre scuole sono frequentate da tanti ragazzi belushi e pashtun. Le famiglie li mandano da noi sapendo che nei nostri istituti sono al sicuro, che sono trattati bene, valorizzati, accolti e accuditi, che crescono con valori umani buoni per tutti, ricevendo un’istruzione di qualità”.