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PUNTI DI VISTA

Esercizi in stile migratorio

Il politico di area levantina, il vescovo teo-prog, il sociologo globalista, l'imprenditore bergamasco, la nonna Angelina: il fenomeno migratorio giudicato dai diversi punti di vista, così come li abbiamo ascoltati in questi mesi.

Editoriali 23_04_2019

Il politico di area levantina: “L’emergenza umanitaria nata dalla forte spinta immigrazionista spinge a rivedere le nostre politiche nazionali e internazionali orientandole ai principi di solidarietà e inclusività, principi fondanti l’Unione europea. Le derive razziste e i nazionalismi sono come falle nei barconi di quei disperati che cercano nel nostro popolo solo un salvagente per sfuggire a guerre, carestie e persecuzioni. Se il governo e tutti noi non ci presenteremo preparati a questo appuntamento drammatico che la Storia ci ha fissato, la Storia stessa ci giudicherà. Che i nostri figli possano non vergognarsi di noi!”.

Il vescovo teo-prog: vedi il politico di area levantina e in aggiunta: “Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Chi non accoglie il fratello in difficoltà non può dirsi cristiano perché rifiuta Cristo stesso. Chi dice che l’immigrazione deve essere regolamentata non sa o non vuole sapere che l’amore non ha regole, perché non ha misura. Gesù è venuto per gli ultimi, per i poveri, per chi è senza casa e senza patria. Gesù ha spezzato il pane per tutta l’umanità e vi sono alcuni che non vogliono condividere questo pane con i loro fratelli più disperati. I migranti che sbarcano sulle nostre coste sono rappresentazione plastica del naufragio di tutti noi nel mare del peccato. Loro e noi siamo sulla stessa barca, sballottati di qui e di là dalla burrasca dell’esistenza. Dunque cari fratelli davvero integrazione fa rima con evangelizzazione: questa e nessun altra è la via del Padre indicata dallo Spirito Santo per diventare figli di Dio. Questo è il nuovo paradigma dell’imperituro kèrigma cristiano”.

Il sociologo globalista: “Il processo migratorio oggi in corso esprime la dinamica del desiderio a livello etnico. Infatti l’esperienza del desiderio si caratterizza nella sua essenza per essere un moto che proviene da una privazione e che tende al suo relativo soddisfacimento. Esprimendoci con termini propri della vulgata, potremmo dire che si desidera ciò che non si ha o ciò che non si è. Il fenomeno migratorio allora innesta l’afflato della compensazione con quello della contaminazione culturale seppur inconsapevole. In tal senso l’Europa assurgerà nel suo status a divenire sempre più realtà comune di popoli dove l’ecclettismo etnico-culturale e il sincretismo valoriale saranno sempre più determinanti. Il fenomeno delle migrazioni sta già ora spostando i confini europei verso l’Africa perché è l’Africa a fagocitare questa carogna – intesa letteralmente come carcassa di animale morto – che è l’Europa, tramite una dinamica propria dell’acculturazione e non dell’inculturazione. In tale prospettiva ermeneutica aperta alla sintesi transcontinentale, la rigenerazione europea passerà attraverso la sua decadenza e quindi morte per poi vedersi risorgere grazie agli influssi islamici. Una purificazione ed elevazione dello spirito europeo che attendeva il suo compimento catartico dalla battaglia di Lepanto. Una rinascita quindi solo rimandata. A contrario le spinte carsiche e dunque criptiche che come un katéchon frenano l’avanzata del nuovo mondo a danno di quello vecchio, che si oppongono al sorgere dell’Eurasia, sono sì emerse con virulenza e rabbia, ma sono destinate a soccombere con altrettanta virulenza e rabbia, schiacciate dalla medesima utopia antistorica che le ha generate”.

L’imprenditore bergamasco: “A noi han detto che gli extracomunitari avrebbero fatto i lavori che gli italiani non vogliono fare. Mica vero. Manco uno si è presentato nella mia azienda per fare il tornitore. E comunque ha ragione Salvini perché gli immigrati ci portano via il lavoro, rubano, spacciano e fanno parte dell’Isis. Bisogna aiutarli a casa loro. Io non ho nulla contro i neri, basta però che rispettino le leggi”.

La nonna Angelina: “Ma tutta ‘sta gente affogata in mezzo al mare, chissà se era in grazia di Dio…”.