Elegia americana, una storia vera che ricorda cos’è la famiglia
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Tratto dall’omonimo libro autobiografico di JD Vance, vice di Trump nella corsa alla Casa Bianca, Hillbilly Elegy descrive una storia familiare fatta di punti bassi e riscatto. Un riscatto che inizia proprio grazie all’aiuto interno alla famiglia.
Elegia americana, titolo originale Hillbilly Elegy, dove per "Hillbilly" s'intende la comunità dell'America rurale, è un adattamento cinematografico del 2020 dell'omonimo libro autobiografico del 2016 di James David (JD) Vance, oggi quarantenne, balzato in questi giorni all'attenzione mondiale grazie alla nomina di vice di Donald Trump per la corsa alle elezioni presidenziali americane di novembre.
Il regista del film è Ron Howard, che negli anni Settanta interpretò Richie Cunningham, il miglior amico di Fonzie, nella celebre serie televisiva Happy Days. Il film è stato prodotto da Netflix. Come sia possibile che un personaggio così vicino a Trump goda di questo trattamento di favore su canali ideologicamente ostili è presto detto: negli anni in cui usciva l'autobiografia, pur essendo repubblicano, JD Vance era contrario al neoeletto presidente Trump. Solo così si spiega come mai i grandi media americani se lo contendevano per le interviste e per averlo ospite nelle trasmissioni.
Il film ripercorre l'infanzia di JD Vance nell'Ohio, dove è stato cresciuto dalla madre Beverly che lottava senza successo contro la tossicodipendenza. Il suo comportamento instabile era fonte di sofferenza per i figli, JD e la sorella più grande di lui di cinque anni. Dopo una discussione alla guida, la madre minaccia di schiantarsi contro un'auto e poi aggredisce JD, costringendolo a fuggire in una casa vicina. All'arrivo dei poliziotti, JD nega che la madre lo abbia aggredito e per questo la donna non viene arrestata. Il film è sfumato perché nella realtà, proprio per la denuncia di JD, la madre fu arrestata per davvero.
JD trascorre spesso del tempo con la nonna materna che lotta per tenere in riga la figlia. In una scena memorabile le dice: «Hai sempre un motivo per giustificarti, è sempre colpa di qualcun altro, ma adesso devi assumerti le tue responsabilità o qualcuno dovrà farlo al tuo posto». Piano piano, rinfacciando alla mamma i suoi errori, JD inizia a considerare la nonna un punto di riferimento. Ad esempio, una volta lei riesce a convincere JD a dare alla madre la sua urina per un test antidroga in modo che la madre possa mantenere il suo lavoro. Dopo un iniziale rifiuto, JD acconsente. Tuttavia, per la pesante situazione familiare, JD inizia ad andar male a scuola e si unisce a una cattiva compagnia di amici che lo trascina nel bere, drogarsi e vandalizzare un magazzino, fino a fare un incidente con l'auto della nonna a cui aveva sottratto di nascosto le chiavi. La nonna scaccia in malo modo gli amici di JD e lo accoglie a vivere con sé.
Severa ma ben intenzionata, la nonna educa JD alle fatiche e alle responsabilità della vita. Il ragazzo trova quindi un lavoro e inizia ad eccellere a scuola, arruolandosi in seguito nei Marines. Ritorna a casa quando la nonna muore, prima di prestare servizio in Iraq. Dopo il college, JD fa diversi lavori per pagarsi l'università. Nel frattempo si fidanza con Usha, una ragazza indiana molto carina. Ma proprio quando tutto sembrava andare per il verso giusto, la sorella lo chiama per comunicargli che la madre rischia di morire per un'overdose di eroina. JD fatica a trovare una struttura di riabilitazione per sua madre e proprio mentre tutto precipita viene raggiunto da una telefonata dove gli viene proposto un colloquio di lavoro per uno studio importante. È la grande occasione tanto attesa, ma sembra scontrarsi con la possibilità di aiutare sua madre nel periodo più difficile della sua vita. La madre infatti si rifiuta di tornare nel centro per la riabilitazione e allora JD la porta in un motel, ma la scopre mentre usa eroina in bagno. A questo punto JD si trova davanti a un dilemma: lasciare la madre in queste condizioni per potersi presentare il giorno dopo all'importante colloquio di lavoro oppure rinunciare al colloquio per dedicarsi a sua madre. Provvidenzialmente la sorella lo convince a vivere la sua vita e lasciare a lei la responsabilità di aiutare la madre.
Il film si conclude con l'assunzione di JD e l'inizio di una carriera strepitosa. Alla fine si vedono le foto delle persone reali che sono state interpretate nel film. Le scritte informano che JD e Usha si sono sposati e hanno avuto figli, mentre la madre si è disintossicata e ha cessato totalmente di far ricorso a droghe da 6 anni.
Per le scene dei tentativi di suicidio e quelle con gli effetti delle droghe assunte, nonché per il linguaggio scurrile, il film è ovviamente destinato a un pubblico adulto. Ciononostante merita di essere visto per il messaggio positivo, ricordato esplicitamente dalla nonna, che «la famiglia è l'unica cosa che conta in questo dannato mondo». Sia JD che la sorella si sposano e formano buone famiglie. Temi secondari che emergono sono il desiderio di riscatto, l'importanza delle origini e il peso del passato.
Un’interpretazione scorretta del film potrebbe essere quella che il messaggio principale sia la necessità di studiare per salvarsi e lavorare duro per sfondare nella vita con una brillante carriera... ma in realtà niente di tutto questo si può fare se non c'è una famiglia alle spalle, oppure, nei casi di famiglie distrutte, se non c'è almeno qualcuno della famiglia che si prenda cura di te, in questo caso la nonna. Anche la sorella maggiore gioca un ruolo importante soprattutto quando lo spinge a imitarla nel cercare di staccarsi dalla situazione familiare per provare a vivere una vita il più possibile normale. Inoltre, anche la madre ha un ruolo importante in quanto, nei rari momenti di lucidità, permette al figlio di sentire che la mamma gli vuole bene davvero e che è la droga ad averla distrutta.
Un altro pregio di questo film, che accenna appena a ciò che è ben più esplicito nel libro, è di far conoscere la cruda realtà di alcune delle zone più povere degli Stati Uniti, come quelle della Rust Belt, dove si trovano non i neri di cui certi politici e giornalisti parlano strumentalmente, ma americani dalla pelle bianca che subiscono gli effetti devastanti delle politiche dei burocrati di Washington.
Guardando il film Elegia americana o, meglio, leggendo l'omonimo libro autobiografico si scopre chi è JD Vance, l'uomo venuto dal nulla e che potrebbe diventare vicepresidente degli Stati Uniti in caso di vittoria di Donald Trump nelle elezioni di novembre. Alla convention che ha incoronato Trump candidato ufficiale per il Partito repubblicano e Vance suo vice, JD ha presentato sua moglie e alla madre presente ha detto che potranno festeggiare i suoi dieci anni di astinenza dalle droghe alla Casa Bianca, nel caso di vittoria alle elezioni.
Considerando l'interessante storia delle origini di JD, il fatto che abbia ricevuto il battesimo nella Chiesa cattolica nel 2019 e che abbia sostenuto posizioni antiabortiste dopo la sua elezione a senatore nel 2022, spiace dover constatare che oggi Trump e i repubblicani abbiano ridimensionato la lotta all'aborto che caratterizzò i quattro anni del tycoon alla Casa Bianca. Oggi infatti Trump, ma anche il suo vice Vance e tutto il partito, è favorevole alla pillola abortiva e non più contrario per principio all'aborto e al "matrimonio" omosessuale... ma questa è un'altra storia.