E si parla di Chiesa e di fede
Il rinnovo del Pontefice sulla cattedra di Pietro ha scatenato in molti un ritorno alle domande che stanno alla base della fede. Ancora una volta, in modo oscuro o consapevole, si intuisce che la Chiesa c’entra con il destino del mondo e con la vita di ciascuno.
Come ai tempi dei grandi Concili antichi e forse anche nei tempi d’oro del Concilio Vaticano II, la gente in strada parla di Chiesa e di fede. Un barista esce dal locale per invitarmi a prendere un caffè; ha un grappolo di domande da farmi sull’elezione dei vescovi, del papa, sul cardinale tale e tal’altro; alcune informazioni vengono direttamente da fiction televisive sui papi, e i personaggi inventati si confondono con quelli reali; alcune domande o giudizi ripetono esattamente quello che si legge sui giornali.
Chissà se negli anni attorno al Concilio di Nicea del 325 in strada si parlava di Dio-Trinità con linguaggio teologico o con battute da strapazzo; se attorno al 451, nei pressi di Calcedonia dov’erano i vescovi radunati a concilio, si parlava dell’umanità e della divinità di Cristo in termini corretti. Certamente se ne discuteva con interesse, come di una cosa che c’entrava con la storia e con la vita, perché se Gesù è Dio, ci può salvare; ma solo se è anche uomo ci salva davvero. Anche le discussioni teologiche c’entrano con la vita. È accaduto nuovamente con il Concilio Vaticano II: la gente comune ha cominciato a maneggiare termini come popolo di Dio, storia della salvezza, mistero pasquale, e non solo; si è coinvolta nell’interesse per la Chiesa implicandosi con le sue faccende come cose di casa.
E oggi? Le questioni in voga sembrano ridursi alla contesa tra rinnovatori e tradizionalisti, tra pastoralisti e curiali, e si ragiona di schieramenti, copiando gli schemi della politica italiana. Intanto per giorni e giorni i canali televisivi aprono tutti con la finestrella sul comignolo della Sistina, in attesa della fumata. Cosa c’è sotto questa curiosità e questa attesa, sotto questo interesse che percorre le strade e le piazze, entra nelle case e fa vibrare tanta gente? Ancora una volta, in modo oscuro o consapevole, si intuisce che la Chiesa c’entra con il destino del mondo e con la vita di ciascuno.
Al di là dei misteri di cui parlano i giornali, si intuisce un Mistero che ci appartiene e a cui apparteniamo. Al di là dell’identikit del Papa, si intuisce che “il Papa è uno mandato a noi perché noi lo si possa sentire, vedere e toccare, la cui presenza fisica è ciò che ci lega a Cristo”. Lo scrive un teologo del centro-America, quando nessuno sa ancora il nome del nuovo Papa. Lo spera perfino chi non crede, in quella nascosta speranza che continua ad agitare il cuore di ogni uomo. Ed ecco, nel tumulto di una sera di marzo ci sorprende il Papa che arriva dall’altra parte del mondo. Francesco, vescovo di Roma, Papa della Chiesa di Dio.