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ELEZIONI USA

Donald Trump torna alla Casa Bianca. Cronaca di una vittoria sorprendente

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Donald Trump sarà il 45mo presidente, per la 47ma presidenza. Per la prima volta dopo Grover Cleveland (dunque dal 1897) sarà un presidente che governerà in un secondo mandato non consecutivo. Il Grand Old Party repubblicano ha anche vinto la maggioranza in Senato e sta vincendo (lo spoglio continua) anche alla Camera. Un trionfo che nessun sondaggio aveva previsto.
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Attualità 06_11_2024
Donald Trump (La Presse)

Donald Trump sarà il 45mo presidente, per la 47ma presidenza. Per la prima volta dopo Grover Cleveland (dunque dal 1897) sarà un presidente che governerà in un secondo mandato non consecutivo. Il Grand Old Party repubblicano ha anche vinto la maggioranza in Senato e sta vincendo (lo spoglio continua) anche alla Camera. Quindi avremo, per i prossimi due anni, una Casa Bianca e un Congresso allineati al partito dell’elefantino. A livello locale, i Repubblicani confermano o conquistano 10 Stati contro 2. Si tratta, come indicano i risultati, di un trionfo elettorale, a tutti i livelli.

Poco dopo le 2 di notte (le 8 del mattino, in Italia), una volta raggiunta la maggioranza degli Elettori, sulla base dell'ultima proiezione, Donald Trump ha tenuto un discorso al Palm Beach Convention Center, Florida, per ringraziare tutti i suoi collaboratori e la moglie. E per anticipare quella che sarà la sua nuova presidenza. «Guardate cosa è successo! È una follia?» ha detto alla folla esultante dei suoi sostenitori. «Questa sarà veramente un’età d’oro per l’America. Questa è una vittoria magnifica che ci aiuterà anche a rendere ancora grande l’America». E sul suo più stretto alleato: «È nata una stella – ha detto a proposito di Elon Musk - Ḕ un uomo magnifico. Abbiamo passato due settimane a Philadelphia e attraverso la Pennsylvania, in campagna elettorale».

La vittoria del candidato repubblicano, su cui nessuno aveva scommesso, ha iniziato a materializzarsi attorno alle 5 del mattino (le 11 di sera, ora di Washington), benché i conteggi dei voti non siano ancora finiti adesso. Si è manifestata come un sentimento comune, una sensazione molto forte, condivisa dalle due campagne contrapposte: da una parte lo Stato Maggiore di Kamala Harris che lentamente si svuota, dall’altra la festa fra i Repubblicani.

E così, il politico dato per “morto” dopo l’assalto al Campidoglio, con due impeachment, quattro processi, una condanna di primo grado e due tentativi di attentato, è riuscito a vincere. E vincere alla grande, conquistando cinque dei sette Stati in bilico (in Nevada e Arizona il conteggio è ancora in corso), confermando una solida maggioranza negli Stati conservatori e contendendo quella negli Stati progressisti. Nel Minnesota, patria del candidato vicepresidente Tim Walz e feudo democratico da sempre, Trump perde di soli tre punti, 47% a 50%. Persino nell’Illinois (Chicago), la patria di Barack Obama, Trump ha ottenuto un dignitoso 45%.

Vengono cestinate le previsioni dei sondaggisti, a partire dal rilevamento, surreale, di Ann Selzer, che dava l’Iowa a Kamala Harris: uno Stato da sempre repubblicano, rurale, conservatore, preso come test per una vittoria plateale prevista della candidata di sinistra. La realtà ha spazzato via quella previsione “fuori dal coro”: Donald Trump ha preso il suo prevedibile 56,2% nell’Iowa. I sondaggi davano la Harris in lieve vantaggio ovunque, ma in tutti gli Stati in bilico, a partire dalla North Carolina e dalla Georgia, poi anche in Pennsylvania e nel Wisconsin, Trump ha vinto con margini superiori di 2 punti. Se c’è una regola che viene confermata, ormai, almeno dal 2016, è che i sondaggi “non vedono” (o non vogliono vedere?) la maggioranza silenziosa che vota Repubblicano.

Trump è riuscito a creare una coalizione nuova. Secondo i dati degli exit polls (analisi più dettagliate e precise arriveranno in seguito) aumenta il voto dei giovani per lui  così come quello dei latino-americani, degli afro-americani, mentre reggono i sobborghi abitati dai bianchi, terreno di proselitismo dei Democratici fra quelli che si ritenevano essere i Repubblicani delusi. Votano massicciamente per la prima volta anche gli Amish, gli ultra-puritani che rifiutano la tecnologia: sono anche loro gli artefici della vittoria di Trump nella Pennsylvania, lo Stato più strategico di queste elezioni.

Quando i nostri giornalisti, tagliando corto, sostengono che il tycoon sia sostenuto dalla “spazzatura” (la definizione è di Joe Biden) di estrema destra, non tengono conto di tutti questi nuovi elettori che per la prima volta votano a destra, o per la prima volta votano in assoluto. Trump è riuscito nella non facile impresa di far coesistere i “redneck” delle regioni rurali con un miliardario libertario quale Elon Musk, gli indignati del lockdown e delle politiche pandemiche (che si identificano con la sinistra di Robert Kennedy jr.) con la destra conservatrice e religiosa. A destra, negli Usa, è nata una coalizione inedita, tutta da studiare, che ridisegna la geografia politica, non solo quella americana.

D’ora in poi sentiremo, quasi certamente, solo i lamenti e gli allarmismi sulla fine della democrazia americana. Ma la democrazia si è espressa e ha riportato Trump alla Casa Bianca. Ora semmai gli americani devono vigilare sul rispetto del risultato. I Democratici accetteranno di certificare la vittoria del “nemico della democrazia”?