Degasperi e la DC che va a sinistra, un mito da sfatare
La famosa frase di Alcide Degasperi viene spesso citata a sproposito: quando parla di sinistra si riferisce non ai partiti ma ai poveri. E lo stesso però si deve dire di suoi avversari interni come La Pira. Una lettera di Francesco Agnoli e la risposta di Riccardo Cascioli.

Gentile direttore,
vedo che Alcide Degasperi rimane al centro di interpretazioni purtroppo faziose, nonostante la Chiesa di Pio XII e del cardinal Siri sia stata sostanzialmente al suo fianco in pressoché tutte le decisioni più importanti dello statista trentino. Hai già risposto tu, correttamente, ricordando che si tratta di un pregiudizio. A sinistra c’è chi vuole impadronirsi di Degasperi, dopo averlo osteggiato con tutte le forze e accusato, persino, di essere fascista. A destra c’è chi vorrebbe presentare il MSI, paganeggiante ed erede delle mostruosità fasciste, come una alternativa più valida e rigorosa. Sono due interpretazioni senza fondamento storico.
Detto questo, vorrei solo ricordare che la frase di Degasperi ("Noi ci siamo definiti “un Partito di centro che si muove verso sinistra”» ) è spesso citata a sproposito: a sinistra per impadronirsi di Degasperi e a destra (quella destra che lo sfiduciò insieme ai comunisti, di fatto contribuendo a spianare la strada alla sinistra DC) per screditarlo.
La frase va letta integralmente e nel contesto, neppure di un singolo discorso, ma di una intera storia politica. Erede della dottrina sociale della Chiesa, applicata magistralmente nel suo Trentino, Degasperi intendeva dire che l’attenzione ai poveri, al sociale, era nel Dna della DC, ben più di quanto non fosse in quello delle sinistre. In questo senso il centrista Degasperi vantava di essere, per così dire, più di sinistra delle sinistre (così come vantava di essere un vero patriota, ben più dei destri, riguardo ad altre questioni). A conforto di ciò non solo il fatto che Degasperi non fece mai alcuna alleanza con le sinistre, ma anzi le escluse dal governo già nel 1947 correndo grossi rischi, anche per la sua stessa vita, ma anche i suoi stessi discorsi, letti per intero.
Così si esprime la figlia e segretaria di Alcide, Maria Romana, nella sua biografia: «Si è fatto un gran parlare sulla sua affermazione: ‘Siamo un partito di centro che marcia verso sinistra’. Eppure confrontando discorsi e affermazioni scritte, è indiscutibile, anche a chi non glielo abbia sentito ripetere a voce, che la sinistra di cui parlava non aveva niente a che vedere con la topografia parlamentare con la quale si volle o si tentò di confonderla… La marcia verso sinistra era da De Gasperi intesa come movimento verso una soluzione della questione sociale e poiché, nella terminologia corrente, il termine di sinistra stava ad indicare un atteggiamento di particolare sensibilità verso questo problema, egli non cercò vocabolo diverso o migliore… Come si può accusare od elogiare di sinistrismo, a seconda del proprio vantaggio, un uomo che ha sempre dimostrato di cercare solamente nel campo dell’ideologia cristiana la soluzione possibile di ogni problema?».
Ma sentiamo lo stesso Degasperi, indirizzato proprio a quei democristiani che rischiavano di lasciarsi irretire dalle sirene della sinistra. Rivolto a loro tiene un discorso inequivocabile il 18 ottobre 1953: «Spero che non vi perderete anche voi intorno a questa terminologia falsa di sinistra e di destra; è terminologia sbagliata e ingannatrice perché vi sono dei sinistri in senso giacobino, ereditari dell’anticlericalismo passato, i quali sono sinistri perché sono anticlericali, ma quando si tratta di difendere la propria proprietà, i propri affari, allora sono destri. Questi sono dei sinistri miscredenti, ma conservatori economicamente parlando e difendono la proprietà e spesso anche i privilegi. Ci sono poi dei sinistri talmente dirigisti che finiscono con l’accettare la dittatura economica; e anche questa posizione è tutt’altro che scevra di pericoli. Ci sono poi i comunisti che si dicono democratici solo perché abusano delle libertà democratiche e parlamentari».
Francesco Agnoli
Caro Agnoli,
è molto opportuna questa precisazione storica sulla citatissima frase di Degasperi sulla DC «partito di centro che marcia verso sinistra». Per sinistra si intende dunque i poveri, i disoccupati, che erano una vera emergenza nell’Italia uscita a pezzi dalla Seconda guerra mondiale. Ma è giusto anche precisare che pure in altri suoi avversari di partito c’era la stessa preoccupazione; la divisione era soprattutto nella strategia per rispondere all’«Attesa della povera gente», come recita il titolo di un famoso saggio di Giorgio La Pira uscito nel 1950 e che provocò grandi polemiche nella stessa DC.
Ne sono testimonianza i dialoghi tra Degasperi da una parte e La Pira e Fanfani dall’altra. Questi ultimi ritenevano un errore consegnare i ministeri economici a rappresentanti del mondo economico liberale, più attenti ai profitti dell’industria che non al bene comune. Soprattutto La Pira (nella foto insieme a De Gasperi) ha scritto molte pagine in cui descrive il comunismo come un’anti-Chiesa, come assolutamente inconciliabile con la fede cattolica (giudizio che non cambiò mai tanto da ricandidarsi al Parlamento per la DC nel 1976, già malato e un anno prima della morte, come risposta a quei cattolici amici suoi che erano entrati nel PCI). E nella critica a Degasperi esprimeva il timore che certe politiche liberiste avrebbero consegnato i poveri al Partito Comunista. E stesso timore esprimeva con forza nelle lettere al papa Pio XII. Questa era la preoccupazione, speculare a quella di Degasperi: non consegnare il Paese ai comunisti.
Si potrà dunque criticare la correttezza o meno di certe opzioni politiche, giudicarle in base ai loro risultati, ma è doveroso riconoscere quello che effettivamente furono, senza forzature ideologiche o riduzioni macchiettistiche.
Riccardo Cascioli