Decine di immigrati illegali sono stati portati dall’Algeria al confine con il Niger perché ritenuti soggetti pericolosi
L’Algeria rifiuta di accogliere una parte degli emigranti irregolari provenienti dalla Siria che si dichiarano profughi siriani ritenendoli legati in realtà al terrorismo islamico
Una ventina di persone sono bloccate da giorni al confine meridionale dell’Algeria con il Niger. Insieme ad altre 100, di cui attualmente si sono perse le tracce, il 26 dicembre sono state portate dalle autorità algerine nei pressi del valico di frontiera di Guezzam dopo aver trascorso un periodo di detenzione a Tamanrasset. Secondo l’Unhcr sono profughi siriani, palestinesi e yemeniti, alcuni dei quali sembra avessero già chiesto asilo all’Algeria. La notizia che l’agenzia Onu per i rifugiati avesse partecipato al loro trasferimento alla frontiera con il Niger è stata smentita dall’Unhcr che inoltre sostiene di aver preso contatto con le autorità algerine chiedendo che identifichino chi ha bisogno di protezione internazionale oppure consentano ai rappresentanti Onu di avvicinare i sedicenti profughi per valutare se hanno diritto alla protezione internazionale. L’Algeria già ospita circa 50.000 rifugiati siriani. La decisione di espellerne una parte si spiega – sostiene il governo algerino – con il fatto di ritenere che siano persone legate al terrorismo islamico. Hassen Kacimi, capo del dipartimento immigrazione presso il ministero dell’interno algerino, ha spiegato che un gruppo di 50 siriani espulsi da poco erano immigrati illegali con il sospetto che fossero appunto legati al terrorismo jihadista: “abbiamo accolto 50.000 siriani nel corso degli ultimi per motivi umanitari – ha detto – ma non possiamo accettare i membri di gruppi armati in fuga dalla Siria quando minacciano la nostra sicurezza”. Il responsabile del dipartimento immigrazione ha inoltre detto che i siriani espulsi erano arrivati dal Mali e dal Niger seguendo rotte insicure e irregolari usate da persone sospettate di essere combattenti, non profughi. La Lega algerina per la difesa dei diritti umani sostiene invece che il comportamento del governo algerino è un esempio di cinismo,mette in dubbio che le persone respinte siano legate al terrorismo islamico e ne denuncia l’abbandono alla fame e al freddo.