Danneggiati ma senza diagnosi. E l'invalidità è un miraggio
È svenuto appena tre minuti dopo il vaccino anti-Covid, da quel momento la sua vita è un inferno. Alla Bussola l'appello disperato di un 50enne: il neurologo ha certificato l'evento avverso, ma non basta per vedersi riconosciuta un'invalidità perché non c'è una patologia definita. Eppure, i sintomi sono sconcertanti e lo rendono un fantasma. In compenso lo accusano di essere no vax. Il dramma nascosto che accomuna migliaia di danneggiati che andrebbero studiati clinicamente invece di lasciarli abbandonati a loro stessi e alle loro famiglie.
Non basta un medico che certifichi la reazione avversa al vaccino, ma bisogna anche studiare la misteriosa patologia o sindrome che si cela dietro una miriade di sintomatologie che stanno rendendo un inferno la vita di tanti danneggiati da vaccino. Solo così si può sperare di arrivare a vedersi riconosciuta una invalidità permanente che ad oggi è ancora un miraggio.
Molti danneggiati da vaccino non hanno una patologia riconosciuta derivante dall’inoculo, come ad esempio la miocardite o la sindrome di Guillain-Barré, ciononostante la loro vita è sconvolta e resa inabile praticamente al 100%: non possono lavorare, non possono guidare, non possono camminare senza stancarsi dopo pochi metri e non possono nemmeno condurre un’esistenza normale. Una vita nel limbo, sospesi tra dolore e emarginazione sociale, accusati ingiustamente di essere no vax e pazzi.
Al signor B.A. di Lucca, 50 anni compiuti da poco, sono bastati appena tre minuti prima di crollare a terra e perdere i sensi dopo aver fatto il vaccino. Nel luglio 2021 si era presentato al centro vaccinale della sua città per la prima dose di vaccino Covid. Ma subito dopo l’inoculo, tre minuti appena, è crollato a terra perdendo i sensi. È stato subito soccorso dai sanitari che lo avevano vaccinato poco prima e che gli hanno praticato un’iniezione di adrenalina. Da quel momento la sua vita è cambiata radicalmente. In peggio. Inutile aggiungere che prima era sano come un pesce. Ha ottenuto un’esenzione dal suo medico di base per le successive vaccinazioni. Nel referto ha specificato la causa, reazione avversa da vaccino covid, elencando quei sintomi che comparivano allora e persistono ancora oggi: dolori addominali, astenia, dimagrimento, confusione, alterazione dell’eloquio e peggioramento repentino della vista.
Anche il neurologo dell’Asl, che lo ha avuto in cura, ha delineato un quadro sintomatologico da far rabbrividire rimarcando fin dall’inizio del suo referto che si tratta di effetti a seguito di vaccinazione Covid: «…perdita continua di peso, cefalea cronica, debolezza generalizzata, difficoltà nella visione, comparsa di balbuzie. Attualmente il paziente non è in grado di lavorare in quanto lamenta mancanza di schiettezza mentale, confusione nella testa, difficoltà di concentrazione e memorizzazione, deambulazione lenta difficoltà nel linguaggio». Lo specialista parla di «notevole scadimento delle condizioni generali» e conclude: «Quadro sintomatologico scaturito dopo la vaccinazione COVID con notevoli implicazioni e limitazioni nella quotidianità».
Con un quadro del genere come è possibile continuare a dire che per il signor B.A. – almeno per il signor B.A. – i benefici hanno superato i rischi, come recitava a mantra la rassicurante e bugiarda formuletta sentita da tanti virologi, politici e giornalisti?
Lo specialista ha riferito però anche che gli accertamenti neurologici (RM encefalo, Angio RM distretto vascolare e EEG) sono tutti negativi. Dunque, di che cosa soffre il signor B.A.? E che nome dare a un quadro sintomatologico variegato, ma indefinito, che gli rende la vita impossibile, ma che è stato generato sicuramente dal vaccino vista la inequivocabile coincidenza temporale?
È il dramma che vivono i tanti danneggiati alle prese con le prime richieste di invalidità o risarcimento del danno. Anche B.A. ci ha provato, ma alla commissione medica de La Spezia gli è stato risposto che in assenza di una diagnosi di una patologia, l’invalidità è impossibile.
La moglie dell’uomo ha chiesto aiuto alla Bussola e vorrebbe scrivere al premier Giorgia Meloni per sensibilizzare su un problema che non si vuole vedere: «Mio marito non è più quello di prima - spiega –, la pressione è bassissima e ci mette due giorni per alzarsi, mangia ma non ingrassa, gli è venuta anche una pancreatite che gli è stata diagnosticata dopo il vaccino». La moglie racconta tanti episodi che interferiscono con una quotidianità dolente fatta di giornate passate sul divano senza fare nulla: «Quest’estate ho provato a portarlo al mare. A fatica ci siamo avvicinati alla riva, una volta entrato in acqua è andato in ipotermia: labbra viola e nuovo ricovero».
Anche la vita sociale è distrutta: «Abbiamo già speso più di 6000 euro tra visite e farmaci, solo a gennaio fanno 350 euro, io ho perso il lavoro per poterlo seguire, lui è ancora in malattia (è informatico ndr.), ma tra poco scadrà anche l’ultima finestra e verrà licenziato. Non ci resta che andare in tribunale». In compenso, alla visita dall’immunologo si sono sentiti rispondere sprezzantemente: «Siete dei no vax».
Il punto dolente, che accomuna tanti, tantissimi danneggiati che sono riuniti nel comitato Ascoltami è come fare per vedersi riconosciuta un’invalidità che, allo scadere ormai dei due anni dal vaccino, si appresta a diventare permanente. Ad oggi le richieste di invalidità derivanti dai vaccini, come dalle trasfusioni, sono analizzate dalle commissioni mediche militari su input delle Asl. Ma se non c’è una patologia definita il tentativo è vano.
Ecco, quindi, che si sta facendo strada la via del tribunale ordinario, che deve riconoscere anzitutto che un danno c’è stato. Ma la Medicina, e con essa il Servizio Sanitario Nazionale non possono chiudere gli occhi. Ad oggi c’è qualcuno per conto di una delle centinaia Asl nel Paese che sta conducendo uno studio clinico su questi sintomi invalidanti? Perché è evidente che, anche se non c’è un nome preciso, qualche cosa c’è dato che si tratta in tutti i casi di persone che prima del vaccino non avevano mai accusato sintomi di quel tipo. Immunologi, patologi, ricercatori: la carne al fuoco è tanta e i feriti sul campo ancora di più. Anche questo è un tema che la commissione bicamerale Covid che sta per nascere in Parlamento non potrà non affrontare.