Da aprile inizia il trasferimento su un’isola dei Rohingya rifugiati in Bangladesh
Per alleggerire la pressione sui campi profughi al confine con il Myanmar il Bangladesh progetta di ospitare decine di migliaia di rifugiati su un’isola con il sostegno finanziario dell’Unhcr
L’Onu ha confermato il 25 marzo, tramite il proprio rappresentante a Dhaka, la propria disponibilità ad aiutare finanziariamente il Bangladesh ad alleggerire la pressione ormai insostenibile sui campi profughi di Cox’s Bazar che dall’agosto del 2017 ospitano più di 740.000 rifugiati musulmani Rohingya fuggiti dal Myanmar quando sono iniziati gli scontri armati tra esercito birmano e combattenti dell’Arakan Rohingya Salvation Army. Lo scorso novembre era previsto l’inizio dei rimpatri volontari, ma le trattative tra i governi dei due paesi sono ancora bloccate e soprattutto i rifugiati ancora non si fidano a rientrare in patria temendo di non trovare condizioni di sicurezza e buona accoglienza. Il governo bengalese ha quindi deciso di trasferire almeno 100.000 rifugiati sull’isola di Bhashan Char, a un’ora di battello dalla costa. Il progetto è stato approvato e avviato nell’ottobre del 2018. Presenta tuttavia molti aspetti critici. L’isola, emersa solo nel 2006, è fangosa, battuta dalle piogge monsoniche, soggetta a inondazioni e intemperie. Si stanno costruendo piccole case in muratura, solide, per ospitare i rifugiati. Inoltre è in corso l’innalzamento di tre metri del terreno per arginare le maree. I trasferimenti sull’isola, volontari, dovrebbero iniziare ad aprile. Il governo ha già speso circa 280 milioni di dollari. L’Unhcr si impegna ad assicurare ai rifugiati condizioni di vita sicure.