Cristo è il prototipo del maschio alfa (e omega)
Nella società occidentale scarseggia il testosterone: meno virilità tossica, meno violenza, come sostiene il pensiero femminista? Al contrario: meno virilità eroica e meno disponibilità al sacrificio.
Mi sono imbattuto in un articolo scientifico piuttosto curioso che, però, mi ha dato da pensare. Si tratta di una ricerca pubblicata nel 2016 intitolata Effects of Testosterone Administration on Strategic Gambling in Poker Play.
L’ipotesi iniziale di questa ricerca è che il testosterone – il famoso ormone che trasforma gli esseri umani di sesso maschile da teneri e pucciosi amici del cuore in pericolosi uomini, sessualmente pericolosi e potenzialmente assassini – induca le persone verso comportamenti egoistici, materialistici e prevaricatori. Per verificare questo assunto è stato ideato il seguente esperimento: hanno chiesto a diverse giovani donne di giocare a bluff poker, una versione del gioco dove il focus è vincere ingannando l’avversario. In una seconda fase hanno diviso le ragazze in due gruppi e somministrato al primo gruppo (sperimentale) una dose di testosterone, al secondo (controllo) del placebo. Il risultato? Nel gruppo sperimentale il numero dei bluff è crollato drasticamente, causando una perdita economica alle partecipanti del primo gruppo.
La cosa mi è sembrata interessante, non solo perché rivaluta, da un punto di vista del vantaggio sociale, l’importanza del testosterone e ribalta l’assunto iniziale della ricerca, largamente condiviso nella società contemporanea. Ma anche e soprattutto perché mette in luce un aspetto importante della virilità, ossia la ricerca dell’onore (il comportarsi virtuosamente) anche e soprattutto se comporta uno svantaggio personale. In poche parole, il collegamento tra la virilità e la virtù della fortezza, chiamata nel linguaggio moderno «coraggio».
La virtù della fortezza consiste, secondo san Tommaso, nell’attitudine a perseguire il bene anche se c’è un prezzo da pagare. Il coraggio non è l’ira, una passione; non è nemmeno l’impetuosità o l’avventatezza, ossia il gettarsi nei pericoli in modo sconsiderato. Il coraggio è la disponibilità a pagare il prezzo del bene, che sia la rinuncia alla carriera, a finte amicizie, alla reputazione o, in casi estremi, alla vita. O, nel caso delle giocatrici di poker, della vincita in denaro. La virtù, il giusto, il vero e il bello, per l’uomo virile (parola che condivide la radice con virtù) sono più importanti di un guadagno, della reputazione o della carriera. La virtù della fortezza è la disponibilità al sacrificio che rende l’uomo un eroe.
Il prototipo ultimo dell’eroe, disponibile al sacrificio supremo per il bene altrui, è Cristo; l’alter Christus perfetto è il martire, il condannato a morte (in un contesto cristiano, ricordava il Catechismo della Chiesa Cattolica), lo stigmatizzato in vita.
Oggi il testosterone nei maschi occidentali sta calando drammaticamente e la cosa viene generalmente salutata con favore: meno testosterone significherebbe meno femminicidi, meno violenza, meno prevaricazione, meno competitività…
Questa ricerca ci insegna, invece, che meno testosterone significa meno eroi, meno uomini disposti a sacrificarsi, più inganni, più egoismo, meno moralità.
La cosa merita un pensierino.
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