Cristiani sotto tiro degli hooligans dell’ebraismo
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Vestitosi da frate, un giornalista israeliano sotto copertura documenta le violenze, gli sputi e gli insulti che ricevono quotidianamente i battezzati a passeggio per le vie di Gerusalemme. La tensione sta aumentando e a farne le spese sono anche i cristiani.
Un giornalista israeliano si traveste da frate e cammina per le vie della Gerusalemme vecchia. Non sono passati che pochi minuti, quando, procedendo nella zona di Porta Nuova, con i suoi vicoli stretti che corrono fino a Porta Giaffa e poi alla Dormizione, iniziano gli sputi, lo sprezzo da parte di ebrei. Nel quartiere ebraico, gli scherni e gli insulti aumentano e sul Monte Sion, il "francescano" incrocia un gruppo di soldati in servizio. Uno di loro sputa ai suoi piedi. Sconvolto, il giornalista si toglie il saio, si presenta e illustra, tra lo sconcerto, la sua iniziativa, il cui scopo è documentare quanto accade contro i cristiani, in particolar modo in questi ultimi tempi, compreso il gesto del soldato. Annuncia poi che il "suo viaggio", tutto documentato con una telecamera nascosta, sarà trasmesso dall'emittente presso cui lavora: Chanel 13. Yossi Eli, questo il nome del giornalista israeliano, era accompagnato in questo "viaggio" da un frate vero, padre Alberto Pari, segretario della Custodia di Terra Santa; in un video si vede il cronista indossare la veste francescana e poi camminare a fianco di padre Alberto per la città vecchia.
Non solo le incursioni militari contro i terroristi della jihad islamica, ma ora, "sotto attacco" sono anche i cristiani. Vivere in Israele, in particolare a Gerusalemme, comincia ad essere veramente difficile. Non c'è giorno, infatti, che non ci siano attacchi da parte di ebrei ortodossi contro chiese, conventi o altre strutture gestite dai cristiani. Ma non solo. Percorrere la Via Dolorosa, il quartiere armeno, o passare da Sion è diventato arduo. L'abbazia della Dormitio (la chiesa dell'Assunzione della Madonna), gestita dai padri benedettini a poche centinaia di metri dal Cenacolo, è regolarmente al centro di atti vandalici, in particolare, di sabato.
Gesti di odio che non sono più isolati, nonostante le forze di sicurezza facciano di tutto per minimizzare i comportamenti anticristiani, coprendo le responsabilità degli autori, con la collaudata giustificazione che si tratta di persone con "instabilità mentale". «Non è vero che gli autori sono instabili mentalmente - scrive Yossi Eli, in un post su Facebook -. La nostra indagine ha dimostrato che gli attacchi in realtà non provengono da malati di mente, ma da persone che odiano tutto ciò che è diverso. Hanno subito il lavaggio del cervello con l'idea che Gesù sia malvagio». «Da quando il linguaggio politico è diventato più violento - sottolineano dal Patriarcato armeno - il clima contro i cristiani sta diventando veramente pesante». «Io li considero degli “hooligans dell’ebraismo”: non hanno alcuna padronanza della loro religione, la usano solamente per affermare la propria identità» - aggiunge padre Nikodemus Schnabel, abate dell'abbazia benedettina. «Gli estremismi sono tutti uguali - commenta Pierbattista Pizzaballa, patriarca dei Latini di Gerusalemme - ma non abbiamo paura, sappiamo che ci attendono tempi difficili, non siamo degli sprovveduti. Sappiamo che il clima generale è piuttosto negativo e che si va verso una escalation della violenza. Abbiamo superato tante difficoltà, supereremo anche queste».
Come fermare questo fenomeno anticristiano nella terra dove è nato il Cristianesimo? Per arginarlo, in parte, è stata creata una pagina internet (www.sites.google.com) in dieci lingue, dove possono essere raccontati gli atti di violenza e le aggressioni contro i cristiani di Gerusalemme e di tutta la Terra Santa, comprese le scritte ingiuriose sugli edifici e gli atti vandalici contro simboli religiosi. Tali trasgressioni, compresi gli sputi, sono reati e violano la santità della città e dell'intera Terra Santa. Ma tra i cristiani si sta diffondendo rassegnazione. Il 90% degli incidenti non viene denunciato, per sfiducia e per timore di ritorsioni. Una settantina di volontari stanno raccogliendo testimonianze, filmati e registrazioni delle telecamere di sicurezza. L’idea è di portare questa documentazione a conoscenza delle istituzioni, a dire il vero un po’ distratte, per poi presentare denunce dettagliate contro gli aggressori. «In assenza di prove, per le istituzioni e per l’opinione pubblica è facile ignorare o minimizzare il fenomeno. Questo sito web ha lo scopo di documentare tutti questi incidenti, portarli all'attenzione delle autorità competenti e chiedere loro di utilizzare i mezzi e le misure per porvi rimedio» - si legge nel sito.
Nei giorni scorsi si è verificato un altro fatto veramente increscioso. Ma non è il primo. Un gruppo di cristiani evangelici e messianici ebrei, appartenenti al Messianic Jewish Alliance of Israel, si era radunato in una sala per una giornata di preghiera. L’appuntamento era al Clal Center, un centro commerciale nel cuore di Gerusalemme. Un gruppo di ebrei ortodossi, attivisti delle organizzazioni Lehava e Or l'Achim, con i caratteristici abiti ultranazionalisti, ha tentato di interrompere la riunione, bloccando l'entrata principale. Mentre i manifestanti fischiavano e schernivano messianici ed evangelici che volevano partecipare al raduno, il vicesindaco di Gerusalemme Arieh King ha esortato i cittadini a scendere in strada per unirsi alla manifestazione anticristiana, accusando i gruppi presenti nel centro commerciale di fare proselitismo.
Significative le domande di Yossi Eli, a conclusione della sua inchiesta, apparse sul suo profilo Facebook: «Quale sarebbe la reazione se perseguitassero e sputassero agli ebrei, al posto dei cristiani? Immaginate la reazione di questi ebrei se un cristiano avesse sputato loro addosso in un paese europeo o avesse impedito una riunione di cittadini ebrei?».
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