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LIBERTA' RELIGIOSA

Cristiani perseguitati, la Ue ha paura di osare

I ministri degli Esteri dell'Unione approvano un documento che non rispecchia le risoluzioni di Europarlamento e Consiglio d'Europa.

Attualità 21_02_2011
Cristiani perseguitati
 
Un’ottima occasione perduta, anzi sprecata. A Bruxelles i cristiani guadagnano una menzione di bandiera che suona un po’ premio di consolazione e il mondo è tale e quale a prima, soprattutto tristemente identica resta l’incapacità delle istituzioni comunitarie europee a farsi incisive là dove servirebbe.

Di fatto, oggi pomeriggio, al vertice dei ministri degli Esteri, il 3069esimo, svoltosi nella capitale belga senza governo nazionale da un numero record assoluto di giorni ma sede centrale delle istituzioni europee, è andata proprio così.  Al termine della seduta, infatti, riaffermando il «forte impegno dell’Unione Europea a promuovere e a proteggere la libertà di religione e di credo senz’alcuna discriminazione», il Consiglio d’Europa ha semplicemente espresso «preoccupazione profonda di fronte al crescente numero di atti d’intolleranza e di discriminazione religiose, di recente ben rappresentato da violenze e gesti terroristici, in vari Paesi, contro i cristiani e i loro luoghi di culto, i pellegrini musulmani e altre comunità religiose, che esso fermamente condanna. Purtroppo, nessuna parte del mondo è esente dal flagello dell’intolleranza religiosa». Seguono un po’ di parole di circostanza, con spruzzi di retorica. Tutto il mondo, insomma, è paese, e quasi quasi sembrerebbe tra le righe spuntare pure un “mal comune mezzo gaudio”.

La specificità atroce del massacro dei cristiani vien completamente vanificata e non si capisce più chi sia la vittima e chi il carnefice. La sorte che tocca alle comunità cristiane locali, “inculturate”, in diverse regioni dell’Africa, del Medioriente  e dell’Asia Centrale o Estrema perde di sapore. E per di più le conclusioni adottate non permettono a nessuno di comprendere che in molti Paesi arabi le vittime musulmane cadono per mano di altra obbedienza musulmana. In nessun luogo del mondo fedeli di altre religioni muoiono uccisi da odio cristiano. L’appello, fondamentale, alla libertà religiosa per tutti, diviene in questo caso, come del resto un po’ si temeva alla vigilia anche per certi precedenti disarmanti, un alibi per non affrontare il tema vero, per concedere tutto al politicamente corretto per negare ai cristiani perseguitati quel po’ di carità anche politica che non  può che fondarsi sulla verità dei fatti, cioè  degli accadimenti.

La discussione di oggi è stata del resto l’importante ricalendarizzazione di un argomento inserito nell’ordine del giorno del vertice dei ministri degli esteri della Ue del 31 gennaio per volontà del ministro italiano e rinviato da allora alla data odierna per non vanificarne l’importante significato. Franco Frattini aveva infatti espressamente chiesto e ottenuto il confronto sulla persecuzione dei cristiani in Medioriente, con l’obiettivo di imporre tra le condizioni per la cooperazione economica e politica fra le nazioni anche il tema qualificante e decisivo del rispetto della libertà religiosa. L’iniziativa nasceva dalla risoluzione riguardante la preoccupante situazione dei cristiani nel contesto della libertà religiosa approvata dal Parlamento Europeo il 20 gennaio e quindi rafforzata dalla Raccomandazione del Consiglio d’Europa sulle violenze contro i cristiani nel Medioriente, approvata il 27 gennaio.

Ma già domenica 30 gennaio aveva iniziato a circolare una versione del testo che sarebbe stato adottato dai ministri degli Esteri della Ue mutila e quindi inutile: vi si parlava infatti genericamente - in questo caso davvero genericamente, troppo genericamente - di libertà religiosa evitando accuratamente di nominare alcuna regione del mondo in particolare e meno ancora i cristiani. Surreale: si proponeva infatti di approvare una mozione la cui unica ragion d’essere era quella di invitare gli Stati membri difendere i cristiani evitando però di nominare sia i cristiani sia la loro difesa. Una pessima e assurda figura che ha dunque spinto il ministro Frattini – insieme a Francia, Polonia e Ungheria – a chiedere il rinvio della discussione piuttosto che uscire con un documento ridicolo. Su La Bussola Quotidiana l’on. Luca Volontà (Udc), relatore della Raccomandazione del Consiglio d’Europa su La violenza contro i cristiani in Medio Oriente, commentava deciso: «È la dimostrazione della drammaticità della situazione dell’Europa, incapace di affrontare i problemi reali che da fronte e incapace di confrontarsi con la propria identità».

A fine gennaio si è insomma rimandata la discussione per non approvare un testo inutile. Oggi, dopo il tira e molla, un testo poco utile lo si è voluto tranquillamente approvare.