Cristiani perseguitati: "Le donne sono due volte vittime"
Nel 2017 Open Doors ha raccolto le testimonianze di 2.260 episodi di violenza, i casi che le vittime hanno avuto il coraggio di denunciare o che sono stati scoperti. Particolarmente tremendo quanto accade alle donne che si convertono al cristianesimo, basti pensare alla sorte della giovane Ayan.
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Nel suo rapporto 2018 Open Doors, la Ong che pubblica ogni anno l’elenco degli Stati in cui i cristiani sono più perseguitati, richiama l’attenzione sul dramma delle donne cristiane due volte vittime: per la loro fede e in quanto donne. In media ogni giorno sei donne cristiane subiscono molestie sessuali, vengono violentate o costrette a sposarsi contro la loro volontà.
Succede soprattutto nei paesi in cui l’Islam è la religione dominante. Nel 2017 Open Doors ha raccolto testimonianze relative a 2.260 episodi di violenza. Ma sono solo i casi che le vittime hanno avuto il coraggio e l’opportunità di denunciare o che in qualche modo sono stati scoperti. Vanno incontro ad una sorte particolarmente dolorosa le donne di religione islamica e indù che si convertono al Cristianesimo.
È il caso tra i tanti documentati da Open Doors di una giovane somala, Ayan, convertitasi nel 2015. Quando nel 2017 i suoi genitori, musulmani come quasi tutta la popolazione somala, lo hanno scoperto l’hanno costretta a frequentare una scuola coranica e le hanno scelto un marito, un capoclan tre volte più vecchio di lei (che ha appena compiuto 19 anni), al quale sarà presto consegnata. Il 7 gennaio Ayan è stata obbligata a partecipare a una cerimonia durante la quale è stata sacrificata una capra. Poi degli anziani l’hanno circondata urlandole dei versetti del Corano e le hanno legato al polso degli amuleti.
La Somalia è terza nell’elenco 2018 dei 50 paesi in cui i cristiani sono più perseguitati. È uno degli 11 stati in cui la persecuzione è definita “estrema”. La minaccia proviene, oltre che dalla società tribale, dal gruppo jihadista al Shabaab che più volte ha ribadito che in Somalia non c’è posto per i cristiani.