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VIRUS E POTERE

“Covid fino al 2025”, l’assist di Science per il Grande Reset

Science afferma che l’emergenza da Covid-19 durerà per cinque anni e che fino al 2022 si dovranno adottare restrizioni alla libertà. Un’affermazione che non è sostenuta da nessuna evidenza medica e cozza con la storia delle grandi epidemie. Gli autori dell’articolo ammettono che il vaccino non dovrebbe essere pienamente efficace nell’immediato, ma glissano anche sulla possibilità di trattamenti farmacologici nuovi o già esistenti. Tutto è funzionale a mantenere il clima di terrore, con inevitabili conseguenze sul piano economico, politico e anche antropologico.
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Attualità 19_11_2020

Da qualche tempo si parla di Great Reset: il grande rivolgimento economico, sociale, politico, mondiale che è stato avviato utilizzando l’epidemia di Covid. Complottismo? Decisamente no. Basta andare a guardare il numero del 13 novembre dell’importante rivista Science per capire che il Covid, se non ci fosse, bisognerebbe proprio inventarlo, tanto è utile ai grandi cambiamenti, che necessariamente richiedono tempo. E così Science ci dice che l’emergenza Covid durerà fino al 2025, e che fino a tutto il 2022 si dovranno mettere in atto provvedimenti restrittivi delle libertà.

Da un punto di vista strettamente medico, è un’affermazione quantomeno singolare. Le grandi epidemie del passato, dalla Spagnola all’Asiatica, fino alla Sars del 2002, non sono mai durate più di un anno. Per quale motivo questo virus dovrebbe continuare a circolare imperterrito per altri cinque anni? Non viene data alcuna spiegazione scientifica. È una mera ipotesi, che va contro l’evidenza di tutta la storia delle epidemie.

Ma il vaccino? Non sarà lui, come ci viene annunciato da tempo, a liberare il mondo dal grande incubo? Non è detto, ci dice Science. Gli esseri umani sono infettati da diversi coronavirus stagionali con reazioni crociate. Nessuno provoca un’immunità completamente protettiva e le infezioni ripetute sono la norma. I vaccini tendono ad essere meno efficaci delle infezioni naturali nel provocare l’immunità e ci sono rischi di reazioni crociate avverse. Un ricercatore, Chadi M. Saad-Roy, ha quindi utilizzato una serie di modelli semplici per una varietà di scenari immunitari per prevedere futuri immunologici per la Sars-Cov-2, con e senza vaccini. I risultati del modello mostrano che la nostra conoscenza imperfetta del panorama immunitario imperfetto del coronavirus può dare origine a scenari divergenti che vanno dalle epidemie gravi ricorrenti all’eliminazione.

Sì, alla fine il Covid dovrebbe sparire, ma - ci viene detto - ci vorranno cinque anni. Il tempo di una guerra, più o meno la durata della Prima (1914-1918) e della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945). Fino al 2025 dovremmo vivere nella paura, nel terrore. E questo piano quinquennale avrà inevitabili conseguenze economiche e politiche, ma anche psicologiche e perfino antropologiche, a nostro avviso. Il Grande Reset, appunto.

Secondo lo studio in questione, le misure di allontanamento sociale come le restrizioni alle riunioni pubbliche potrebbero dover rimanere in atto a intermittenza per almeno un altro paio di anni per contenere la diffusione del Covid-19. Queste dure misure che hanno già spinto l’economia mondiale in recessione potrebbero essere necessarie perché, secondo le proiezioni dei ricercatori, nuovi focolai di Sars-Cov-2 potrebbero (il condizionale è d’obbligo) ripresentarsi ogni inverno.

Ancora, e i vaccini? I ricercatori ammettono che potrebbero rivelarsi non sufficientemente efficaci. Almeno fino al 2024. Secondo lo studio, le ricorrenti epidemie invernali di Sars-Cov-2 si verificheranno nel corso dei prossimi anni dopo l’iniziale ondata pandemica più grave. Quindi, secondo le proiezioni dei ricercatori, che curiosamente escludono qualsiasi scoperta farmacologica atta a curare il virus, oltre a negare - ma questo sappiamo che è parte del pensiero mainstream - possibilità di trattamenti già esistenti, e persino mettendo appunto in dubbio l’immediata efficacia dei vaccini, non resta che continuare il distanziamento intermittente.

È molto probabile che tali modelli teorici verranno presto tradotti a livello internazionale in strategie di azione sanitaria ma anche in politiche economiche. Ciò avrà come conseguenza uno stato di guerra permanente, uno sconvolgimento della vita di milioni di persone, costrette a vivere con sempre minori libertà, aspettando che si formi un’immunità di gregge tale da far dichiarare cessato il pericolo. Anche se non è da escludere che la micidiale minaccia di nuove sedicenti epidemie non venga continuamente sbandierata da chi ne ha tutto l’interesse. È il caso di Mark Dybul - uno stretto collaboratore del mitico virologo americano Anthony Fauci - che nei giorni scorsi ha parlato di prossime future nuove pandemie.

Insomma, il clima di terrore e insicurezza deve continuare, e per i prossimi cinque anni la parola Covid non scomparirà affatto. Il tutto, lo ribadiamo con forza, contro ogni evidenza, perché in realtà il Covid potrebbe estinguersi in breve tempo come hanno fatto prima di lui tutti i virus pandemici. Dovrebbero proprio spiegarci perché il virus venuto da Wuhan dovrebbe comportarsi diversamente.