Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Galdino a cura di Ermes Dovico
Svipop
a cura di Riccardo Cascioli
Epidemie e vaccini

Contro la malaria forse finalmente un vaccino efficace

 

Un vaccino messo a punto dai ricercatori dell’università di Oxford e somministrato a bambini del Burkina Faso si è dimostrato efficace al 77 per cento

Svipop 25_04_2021

 

I primi vaccini contro la malaria, risultato di ricerche durate 30 anni, sono stati somministrati in Ghana, Malawi e Kenya nel 2019 e non sono risultati abbastanza efficaci per essere adottati su vasta scala. Il migliore infatti  si è dimostrato efficace solo al 55 per cento e l’Oms fissa la soglia dell’efficacia al 75 per cento. Un nuovo vaccino messo a punto da una squadra di ricercatori dell’università di Oxford e somministrato negli ultimi 12 mesi in Burkina Faso nell’ambito di un progetto pilota che ha riguardato 450 bambini si è dimostrato sicuro ed efficace al 77 e al 71 per cento, a seconda delle dosi inoculate. Si è quindi deciso di vaccinare circa 5.000 altri bambini di età compresa tra cinque mesi e tre anni in quattro stati africani. Se i risultati finora ottenuti saranno confermati, il vaccino di Oxford  potrebbe assumere un ruolo importante nella lotta contro la malaria, malattia che continua a colpire e uccidere, soprattutto in Africa. Nel 2019 i casi accertati di malaria nel mondo sono stati 229 milioni e i morti 409.000. Il 94 per cento sia dei casi che dei morti si sono registrati in Africa dove ha ucciso di gran lunga più persone, in gran parte bambini, del COVID-19 che, secondo l’ultimo bollettino dell’Oms del 22 aprile 2021, i morti di coronavirus finora sono 81.870. Il Serum Institute indiano, che ha prodotto il vaccino di Oxford, ritiene di poter consegnare oltre 200 milioni di dosi del vaccino non appena ne venisse approvato dall’Oms l’impiego su vasta scala. Il professor Adrian Hill, direttore dell’istituto Jenner e docente di vaccinologia presso l’università di Oxford, spiega che individuare dei vaccini contro la malaria ha richiesto moltissimo tempo perché ci sono migliaia di geni nel plasmodio della malaria mentre ad esempio nei coronavirus sono circa una dozzina: “è stata una vera sfida – dice il dottor Hill – la quasi totalità dei vaccini creati non hanno funzionato”.