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Con Müller a scuola di dottrina sociale da Benedetto XVI

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Dopo la morte terrena di Benedetto XVI si è consolidato e sviluppato un ampio movimento di fedeli desiderosi di far tesoro dei suoi insegnamenti e di capire la strada verso cui essi indirizzano per il futuro della Chiesa e della società. La scuola di Dottrina sociale della Chiesa della Bussola e dell'Osservatorio Van Thuan è dedicata al magistero del pontefice. Tra i relatori: Müller, Melina, Crepaldi e molte firme della Bussola. 
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Ecclesia 07_03_2023

Inizierà il prossimo 17 marzo la tradizionale Scuola di Dottrina sociale della Chiesa di primavera 2023, organizzata dalla Nuova Bussola Quotidiana e dall’Osservatorio cardinale Van Thuân. Il tema di quest’anno era, in un certo senso, d’obbligo. Dopo la morte terrena di Benedetto XVI si è consolidato e sviluppato un ampio movimento di fedeli desiderosi di far tesoro dei suoi insegnamenti e di capire la strada verso cui essi indirizzano per il futuro della Chiesa e della società. Per questo motivo si è pensato di dedicare l’intera Scuola di primavera ai suoi insegnamenti di Dottrina sociale, tutti incentrati sul “posto di Dio nel mondo”, tema ricorrente in tutti i suoi interventi perché, come scrisse nell’enciclica Spe Salvi, un mondo senza Dio è un mondo privo di speranza.

La Scuola di quest’anno, che comprenderà, come sempre, dieci lezioni in diretta disponibili poi anche in differita, è impreziosita dalla presenza del cardinale Gerhard Ludwig Müller e dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, che terranno le prime due lezioni. Il primo sta esprimendo un grande impegno per fare chiarezza su importanti questioni dottrinali ed ecclesiastiche ma interviene spesso anche sui molti pericoli per la convivenza umana di oggi che derivano dalle nuove ideologie dell’ambientalismo e del globalismo, comprese le nuove forma di totalitarismo. I suoi insegnamenti illuminano quindi tematiche di Dottrina sociale della Chiesa. L’arcivescovo Crepaldi, che con un suo ciclo di lezioni ha inaugurato anni fa la prima edizione di questa Scuola nazionale in quanto uno dei massimi esperti in Dottrina sociale della Chiesa, ha curato l’edizione del Compendio e dell’enciclica Caritas in veritate. Siamo davanti a due docenze di primo piano.

Tra gli altri docenti della Scuola di quest’anno vorrei segnalare in particolare la presenza del Prof. Mons. Livio Melina, già preside dell’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia, e Dom Giulio Meiattini, monaco benedettino che in molti suoi scritti e interventi ha condotto acute valutazioni critiche sull’aria di “regime” che respiriamo in questo nostro tempo. Il primo terrà una lezione su ideologia gender e omosessualismo, due argomenti di frontiera di cui papa Benedetto si occupò molto. Il secondo parlerà di doveri e diritti, per risalire al loro fondamento indisponibile.

Le dieci lezioni indagheranno sui vari aspetti dell’insegnamento sociale di Benedetto XVI che, come è ormai noto, ha avuto una caratteristica particolare. Più che trattare tematiche sociopolitiche particolari, ha affrontato i fondamenti stessi della Dottrina sociale della Chiesa, andando così a toccare i più sensibili nervi scoperti delle principali sfide contemporanee e future. Ad occuparsi di tematiche sociali non sono state solo l’enciclica Caritas in veritate, oppure il paragrafo 28 della Deus Caritas est (“una enciclica nell’enciclica” fu definita), ma anche tanti dei suoi famosi discorsi.

I docenti della nostra Scuola parleranno certamente delle encicliche di Benedetto, ma anche del discorso al Parlamento tedesco del 2011, di quello ai Bernardins di Parigi nel 2008 o quello alla Westminster Hall di Londra nel 2010 e - perché no? - anche di quello preparato nel 2007 e mai pronunciato all’Università la Sapienza di Roma. Tutti questi discorsi non toccano aspetti particolari della vita sociale e politica ma i loro fondamenti. A Berlino venne trattato l’argomento della legittimazione dell’autorità politica con l’esempio del Re Salomone; ai Bernardins, sullo spunto del monachesimo cristiano, fu detto che il Quaerere Deum è la fonte dell’impegno per tutte le questioni della vita mondana; a Londra è stato posto il problema della moderna democrazia, così fragile quando pensa di essere autosufficiente; alla Sapienza si sarebbe parlato della verità, specialmente in campo morale.

Si tratta di insegnamenti fondativi e orientativi per tutto il resto. Su questa base Stefano Fontana parlerà della laicità della politica rettamente intesa, Don Samuele Cecotti dei principi non negoziabili, Tommaso Scandroglio della legge naturale, Luisella Scrosati della società multireligiosa, Luca Pingani della democrazia relativista e Riccardo Cascioli, con Stefano Fontana direttore della Scuola, di ecologia umana ed ecologia ambientale. Cos’è veramente la laicità se un Dio senza potere non è Dio? Cosa ne è dei principi non negoziabili se da essi dipende la tenuta della morale pubblica? In cosa consiste la libertà di religione se la rivendica anche il Tempio di Satana e la nuova religione dell’Altrove di Beppe Grillo? Cosa dobbiamo difendere di questa democrazia che sta diventando sempre più totalitaria? Che pensare della conversione ecologica se, stante l’odierna ideologia ambientalista, essa viene fatta contro l’uomo e contro Dio?   

In questo momento sia la società che la Chiesa stanno facendo l’esperienza dello sconcerto. Sembra che qualcuno sia intervenuto a scompigliare le carte costringendoci a vivere nella confusione presentata come apertura al nuovo, se non addirittura come l’alito dello Spirito. Riacquisire i punti fondamentali alla luce di un magistero solido e convincente, anche se non completo in tutti i dettagli, è una necessità.

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