Comicità involontaria delle regole sul Ramadan nelle scuole
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Dopo la scuola di Pioltello che vuole chiudere per la fine del Ramadan, ora un istituto di Soresina adotta regole per esentare da verifiche i bambini provati dal mese di digiuno... da cui i bambini sono esenti.
Il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Bertesi di Soresina Daniela Romano, in vista del Ramadan che quest’anno è iniziato la sera del 10 marzo e finirà la sera del 9 aprile, ha emanato una circolare intitolata Informazioni sul Ramadan e linee guida per il personale docente. «Con la presente – così inizia la circolare – desidero fornirvi informazioni essenziali su questo importante periodo per la comunità religiosa musulmana presente nella nostra scuola e fornire linee guida su come possiamo supportare i nostri studenti e le nostre studentesse di religione musulmana durante questo periodo».
La circolare, dopo una breve spiegazione di che cosa è il Ramadan, prosegue con le suddette linee guida. La raccomandazione è di «dimostrare sensibilità culturale e religiosa», «di essere consapevoli della situazione delle nostre studentesse e dei nostri studenti e di rispettare le loro pratiche religiose». Alcuni studenti e colleghi, spiega, «potrebbero essere affetti dalla riduzione dell’energia dovuta al digiuno. Si prega di essere comprensivi e di offrire flessibilità nel caso abbiano bisogno di riposo supplementare o di adeguamenti nelle attività didattiche». La preside prega poi i colleghi di «fornire opportunità per momenti di preghiera e riflessione» e di «evitare di consumare cibo o bevande in luoghi pubblici all’interno della scuola durante le ore di digiuno del Ramadan come segno di rispetto per coloro che lo stanno osservando». «Se notate segni di stanchezza o disagio in studenti o colleghi – aggiunge – offrite il vostro sostegno e comprensione». Infine invita a non fissare «verifiche, interrogazioni, uscite o momenti importanti per la didattica» il 6 e il 9 aprile.
Molti che hanno letto la circolare stanno criticando l’iniziativa della preside Romano. Due consiglieri comunali di Soresina, Andrea e Alice Ferrari, entrambi della Lega, hanno protestato definendo inaccettabili le premesse e i contenuti della circolare «che di fatto realizza un trattamento di favore, non richiesto e non previsto, nei confronti degli alunni che professano una certa religione».
Più di un musulmano leggendola avrà invece sorriso, forse però anche un po’ spazientito per la conoscenza frettolosa e approssimativa dell’islam che traspare dalle parole della preside. Avrà sorriso perché durante il mese di Ramadan i musulmani non sono affatto denutriti, tutt’altro. Possono sentir fame durante il giorno, ma non essere debilitati, privi di energia, perché dal tramonto all’alba hanno facoltà di mangiare tutto quello che vogliono, e lo fanno, spesso finendo per mangiare più del solito. Una donna pakistana, Sharifa, tutte le volte all’approssimarsi del Ramadan, ci spiega, deve mettersi a dieta, perché poi «quel mese si mette sempre su qualche chilo».
Piuttosto può esserci il rischio, se fa molto caldo e le ore di notte sono poche – ad esempio nei mesi di giugno e luglio in Italia, con temperature elevate e con molte ore, anche 15, dall’alba al tramonto – che insorgano disturbi dovuti alla disidratazione dal momento che è proibito anche bere. Si da anche il caso che i fedeli dormano meno del solito, tra pasti e preghiere, e quindi – questo sì – che durante il giorno si sentano un poco stanchi, ma non dovrebbe essere il caso di studenti della scuola media inferiore che sono ancora dei bambini.
In realtà, in effetti, una parte degli allievi di cui la preside si preoccupa ancora neanche digiunano. Il digiuno nel mese di Ramadan è uno dei cinque pilastri dell’islam e va quindi rispettato scrupolosamente (gli altri pilastri sono la professione, o testimonianza, di fede, le cinque preghiere quotidiane in orari stabiliti, l’alienazione obbligatoria di una parte dei propri beni e il pellegrinaggio alla Mecca). Ma sono previste delle deroghe. Chi è in viaggio, le donne incinte e durante il ciclo mestruale e le persone impedite per motivi di lavoro hanno facoltà di rimandare ad altro periodo dell’anno il digiuno. Sono invece esentati dal digiunare gli ammalati, le persone anziane e i bambini. L’obbligo per maschi e femmine inizia con l’adolescenza, indicativamente all’età di 12 anni. Prima il digiuno non deve essere loro imposto. Capita che qualche bambino chieda di provare a digiunare e gli viene consentito, ma, se dopo qualche giorno come spesso succede non se la sente di continuare, ha facoltà di sospendere il digiuno. In una famiglia è frequente che i figli più grandi digiunino, come i genitori, mentre quelli più piccoli e, ad esempio, i nonni mangino e bevano regolarmente.
Ma quest’anno in Italia ci sono segnalazioni, fatte da insegnanti e dirigenti scolastici di scuole elementari, di bambini di 6-7 anni costretti o indotti a digiunare, in violazione della chiara e universale prescrizione coranica. Di recente il problema è stato sollevato dal giornalista e saggista Magdi Cristiano Allam che, allarmato, ha sollecitato un intervento del governo, una norma che proibisca l’imposizione del digiuno ai più piccoli a tutela della loro salute, come prevede effettivamente lo stesso islam. L’imam di Firenze, Izzedin Elzir, ha debolmente scusato le famiglie di quei bambini sostenendo che non di costrizione si tratta, ma che sono i bambini a voler digiunare.