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Come leggere la Bibbia? Scoprilo con La Bussola Mensile

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Nel mese di aprile la nostra rivista dedica il primo piano alla giusta “chiave” per accostarsi alle Scritture: la fede in Cristo nella grande tradizione della Chiesa. Per chi non si accontenta delle parole alla moda, ma cerca l'incontro con la Parola eterna.
Venerdì 11 aprile alle 14 ne parleremo anche sul nostro canale Youtube

Ecclesia 10_04_2025

Tra le pagine delle Scritture è Dio stesso a parlare. Ma per riuscire ad ascoltarlo e incontrarlo è necessario sapere come leggere la Bibbia. Nell’Editoriale, il direttore Riccardo Cascioli mette in guardia da un «possibile uso perverso, diabolico della Parola di Dio», che anche tra i cattolici ha finito per reinterpretare alcuni passi biblici per renderli più accettabili dalla società contemporanea. L’unica chiave interpretativa della Bibbia l’ha insegnata direttamente Gesù nel Vangelo, affermando che «tutto va letto alla luce della Sua venuta».

Abbandonando lo sguardo di fede, risulta davvero impossibile l’interpretazione della Scrittura, in particolar modo dell’Antico Testamento che sembra così incoerente al suo interno. Padre Giulio Meiattini conferma che solo «una lettura cristologica e cristocentrica delle Scritture» permette di dare unità e coerenza sia al Nuovo che al Vecchio Testamento.

La Lectio divina non è una modalità di lettura della Bibbia il cui fine è cercare «qualcosa di sensibilmente consolatorio», ma «una lettura finalizzata a null’altro che all’incontro con la Parola eterna; o meglio è questo incontro». Ma non è un esercizio facile – puntualizza Luisella Scrosati – per questo ci viene in soccorso la Tradizione della Chiesa, attraverso i Padri e Dottori della Chiesa e la liturgia, discostandoci dai quali non riusciremmo a penetrare il senso delle Scritture.

Trent Horn evidenzia la differenza fra “Sola Scriptura” e “Solo Scriptura”: sono due modi diversi di approcciarsi ai testi sacri in uso nel mondo protestante, che pretendono di fare a meno della Chiesa nell’interpretazione delle Sacre Scritture, in quanto «ogni credente è in grado di cogliere le dottrine essenziali della fede, mediante la propria personale lettura della Bibbia». Salvo frammentarsi tra di loro sulle «dottrine essenziali»...

A differenza di altre religioni il cristianesimo consente la traduzione dei testi sacri, in quanto «la Parola divina si è fatta carne e Dio ha voluto farsi conoscere con parole umane». Padre Paul Roy ripercorre il susseguirsi delle traduzioni della Bibbia nel corso del tempo.

L’idea moderna che Dio sia solo misericordioso è in contrasto con un passo degli Atti degli Apostoli, in cui Dio punisce con la morte due coniugi che l’hanno preso in giro. È il caso dell’episodio di Anania e Saffira che il lezionario successivo al Concilio Vaticano II ha cancellato dalle letture della Messa del periodo pasquale. Nel suo articolo, don Stefano Bimbi avverte di non commettere «l’errore di mettere in contrapposizione il Dio del Vecchio e quello del Nuovo Testamento», ovvero il Dio della giustizia con il Dio della misericordia.

A partire da un aneddoto personale Michael Hesemann ricorda Benedetto XVI a vent'anni dall’elezione. Joseph Ratzinger «insegnava che fede e ragione devono andare di pari passo. Senza la ragione, infatti, la fede rischia di degenerare in un entusiasmo irrazionale, ma senza la fede la ragione perde la sua misura e la sua umanità». Monito che dovrebbe ancora risuonare con forza nell’epoca del «materialismo, divenuto edonismo e relativismo dei valori», che si sconfigge solo «riaprendo agli uomini del terzo millennio l’autorivelazione di Dio» in Gesù Cristo: esattamente il programma del pontificato del papa bavarese.

Molti cristiani cedono all'approvazione del cosiddetto “male minore”, soprattutto in ambito giuridico. Invece, Tommaso Scandroglio, spiega perché «il male minore porta sempre al male peggiore», in quanto, se si accetta un principio – che, nel caso di una legge ingiusta, è sempre il male – «non si può non accettare tutte le conseguenze che esso comporta». E non è mai «eticamente lecito approvare l’ingiustizia»

Qual è la differenza fra carità, solidarietà e filantropia? Ci illumina Diego Panetta nel suo articolo: Gesù Cristo ha mostrato con la sua vita cosa voglia dire amare – la carità dunque – ovvero arrivare a dare la propria vita per l’amato. La solidarietà, invece, «è la virtù sociale per eccellenza», che è alla base della giustizia e la porta al suo completo compimento. Alla base della filantropia – qualità molto in voga fra i magnati dei nostri tempi – c’è, invece, semplicemente l’amore per l’uomo e non come, nei precedenti due casi, la Verità, senza la quale carità e solidarietà, così come la giustizia, non potrebbero sussistere come sottolinea Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate.

Margherita del Castillo ci accompagna verso i momenti salienti della Settimana Santa e del periodo pasquale visti attraverso l'arte. Dall’Entrata a Gerusalemme di Pietro Lorenzetti – quindi gli avvenimenti della Domenica delle Palme – alla Negazione di Pietro di Caravaggio, per poi passare alla morte di Gesù in croce rappresentata nella scultura di Donatello. Prosegue poi con il disegno di Michelangelo Buonarroti donato all’amica Vittoria Colonna che precederà la realizzazione della Pietà Rondanini – ovvero il momento in cui il corpo esanime di Gesù è fra le braccia di sua Madre – per arrivare alla Domenica di Pasqua con il Risorto di Piero della Francesca. L’itinerario si conclude con «il riconoscimento di Gesù da parte dei discepoli di Emmaus» di Rembrandt.

Il 16 aprile ricorre la memoria liturgica di Santa Bernadette Soubirous, la veggente che nel 1858 «ebbe il privilegio di assistere a 18 apparizioni della Vergine Maria presso la grotta di Massabielle», durante le quali la Madonna confermò il «dogma proclamato da papa Pio IX» nel 1854, presentandosi alla ragazza come “l’Immacolata Concezione”. Non ebbe vita facile ma la Madonna le promise di «farla felice non in questo mondo, ma nell’altro» e così fu: Diego Manetti, andato in pellegrinaggio dalla Santa, ha potuto constatare come il volto della ragazza fosse disteso in un bellissimo sorriso.

La rivista chiude in bellezza con l’annuncio della Pasqua attraverso l’Exsultet, «il canto del preconio pasquale che racconta la fede, la storia e il cosmo e si fa meditazione sul mistero della notte gloriosa in cui il Salvatore risorto trionfa sulla morte». Attraverso il rito dell’Exsultet – scrive don Nicola Bux – «nella “madre di tutte le sante veglie”, la Chiesa richiama i fedeli a essere pronti con la lampada accesa in attesa del ritorno del Signore».

Venerdi 11 aprile alle 14 presenteremo La Bussola Mensile di aprile nell'incontro video sul tema: Il "codice" di Dio, con Luisella Scrosati 

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