Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
FILM ROMANTICO

Colazione da Tiffany, il diavolo veste il tubino nero

Ah, che classe Audrey Hepburn! La sua figura, con il tubino nero, lo chignon e il bocchino per sigarette, è una delle immagini più note della cinematografia hollywoodiana. Peccato che il film Colazione da Tiffany sia un manifesto contro il matrimonio, dunque per la passione romantica contro la legge naturale.

Cultura 18_08_2021
Audrey Hepburn

Ah, che classe Audrey Hepburn! Che icona di eleganza, di portamento! La sua figura, con il tubino nero, lo chignon e il bocchino per sigarette, è una delle immagini più note della cinematografia hollywoodiana. Così la Hepburn compare nel film Colazione da Tiffany (1961), tratto da un omonimo racconto del controverso autore Truman Capote.

In questo film interpreta Holly Golightly, giovane e svampita ragazza che vive con un gatto in un appartamento a New York; nell’appartamento sopra al suo si trasferisce il giovane scrittore Paul Varjak (George Peppard). I due cominciano una relazione quando, all’improvviso, compare il marito di Holly, il dottor Golightly, che rivela a Paul il vero nome della ragazza (Lula Mae) e la prega di tornare a casa. Holly/Lula Mae vuole restare a New York e chiede a Paul di aiutarla nel suo intento: il dottor Golightly, senza grandi problemi, torna a casa affidando la moglie al nuovo amante. Tuttavia, mentre frequenta Paul, Holly si fidanza con un ricco brasiliano, José da Silva Pereira. Holly viene però coinvolta nei traffici di un malavitoso, tale Sally Tomato, e il ricco brasiliano rompe il fidanzamento. Poco male: in fondo, c’è pur sempre Paul. Mentre viaggiano in taxi i due, non si capisce bene perché, litigano: lei abbandona il gatto, lui scende dal taxi abbandonando la donna. Lei si pente e lo rincorre sotto la pioggia; ritrova il micio bagnato, bacia Paul, parte la musica (Moon River, mica pizza e fichi...), The End.

Passata la marea glicemica, si può ripensare alla trama con più calma. Così si scopre che lei, l’icona di classe, fa la prostituta (lei lo chiama «Fare la toilette»); vive praticamente nuda e, nel racconto di Capote, è bisessuale. L’unica sua motivazione nello sposarsi con il miliardario Trawley e da Silva Pereira, sono i soldi. Varjak fa lo stesso lavoro di Holly: non pubblica da anni ma si fa mantenere da una signora attempata sposata. Insomma: una completa dissoluzione morale. Ad un certo punto, però, la legge naturale bussa alla porta e indossa il cappello del dottor Golightly, il quale dice a Paul: «È giusto che lei torni da suo marito, da suo fratello e dai suoi figli. […] Il posto di Lula Mae è col marito, i figli e col fratello». È questa, non quella del gattino bagnato, la scena centrale del film (anche come minutaggio): lo scontro tra la legge naturale e le passioni.

Ovviamente, vincono le passioni e il dottor Golightly se ne torna a casa da solo. Già: perché questo è il copione immutabile di ogni romanzo romantico (praticamente tutta la letteratura dell’Ottocento) e della cinematografia romantica: c’è una coppia sposata (cioè unita dalla legge naturale), poi arriva un terzo e scoppia l’amore (cioè la passione sessuale). Ovviamente il marito cornuto è il cattivo, perché si oppone alla concupiscenza aggrappandosi alle leggi morali e religiose; infatti viene sconfitto insieme alla legge naturale.

Trionfa l’amore, cioè la passione. Pensate a Madame Bovary, a I dolori del giovane Werther, a Le ultime lettere di Jacopo Ortis o al libro che preferite; oppure a Lezioni di piano o a qualsiasi film romantico. Il tema è sempre quello: l’adulterio che trionfa sulle leggi morali e religiose. Il punto è che la letteratura e il cinema romantici sono semplicemente uno strumento nell’eterna guerra contro il Logos; in questo caso, l’obiettivo è fare in modo che le persone preferiscano le passioni (l’adulterio in particolare) alle leggi morali e religiose. Semplice ma ingegnoso; e la gente ci casca: sospira «Ah, che classe Audrey Hepburn!» e canticchia ondeggiando Moon River. Chi non parteggia per gli amanti, sempre giovani e belli? Chi non augura almeno una leggera indisposizione al marito vecchio, brutto e retrogrado? È chiaro chi sono i buoni e chi il cattivo, in queste favolette moderne...

Certo, detta così fa un certo effetto; la classe di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany si appanna un pochino. Il fatto è che il diavolo non è brutto come si dipinge; a volte indossa un tubino nero e fuma utilizzando un lunghissimo bocchino.