Chiesa tedesca, i punti forti di una fede debole
Torniamo sull’intervista rilasciata da mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Ovviamente si parla anche di celibato ecclesiastico, di ordinazione sacerdotale delle donne e di omosessualità. Punti su cui la Chiesa tedesca mostra tutta la sua debolezza, come disse Benedetto XVI.
Torniamo sull’intervista al sito Deutschlandfunk rilasciata da mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca, il 22 maggio scorso. Molti i temi toccati. Ovviamente si parla anche di celibato ecclesiastico, di ordinazione sacerdotale delle donne e di omosessualità, temi su cui Bätzing e il Sinodo tedesco spingono per il cambiamento.
Bätzing afferma che il Papa “fa quello che può. Mette in moto un processo in cui tutte queste domande poi finiscono sul tavolo della discussione”. E come esempio cita il Sinodo Mondiale del 2023 dove, a sua detta, il Papa è a favore della partecipazione al sinodo di gruppi e singoli esponenti del mondo LGBT. Insomma, un primo passo per il cambiamento della dottrina in merito all’omosessualità e transessualità.
Sempre sul tema LGBT Bätzing non fa mistero di approvare le benedizioni delle coppie gay: “Stiamo lavorando per garantire che coloro i quali vogliono ricevere la benedizione possano farlo”. L’intervistatore poi gli fa notare che lui ad oggi non ha benedetto nessuna coppia gay. Il presidente della Conferenza episcopale risponde che non lo ha fatto sia per obbedienza al Papa sia per evitare attenzione mediatica su di sé. Si tratta di un strategia furba: sa che non deve tirare troppo la corda e che cambiamenti come questi devono essere graduali. Una cosa è che le benedizioni vengano impartite da sacerdoti o, al limite, da vescovi, un’altra dal capo dei vescovi. A quel punto Bätzing rischierebbe la rimozione e tutto il processo di riforma rallenterebbe.
Poi torna sul tema dell’omosessualità e del ruolo della donna nella Chiesa: “'insegnamento della Chiesa cattolica deve essere cambiato su questi punti” E poi aggiunge che la relazioni omosessuali non dovrebbero essere vietate perché in realtà sono un’“opportunità”.
Il giornalista mette quindi in luce una contraddizione: lui vescovo della Chiesa cattolica sposa orientamenti condannati da questa stessa Chiesa. “Deve sentirsi diviso se, come presumo, mi sta dicendo la verità”. Bätzing non nasconde il suo dissidio interiore: “Sì. Presume bene. E la tensione è grande. Ci sono alcune domande, ad esempio: le donne possono ricevere l'ordinazione sacerdotale?”. La risposta possiamo trovarla nel “sensus fidelium, cioè nell'intuizione dei credenti. […] Questo è un strumento che dobbiamo assumere teologicamente e che porta al cambiamento”.
Ma, come si legge nel documento “Il sensus fidei nella vita della Chiesa” della Commissione teologica internazionale, “i fedeli possiedono un istinto per la verità del Vangelo, che permette loro di riconoscere la dottrina e la prassi cristiane autentiche e di aderirvi”. Ossia non sta ai credenti – e nemmeno al Papa – creare le verità evangeliche, queste vanno riconosciute dai fedeli e può accadere che i fedeli anticipino il Magistero nel riconoscerle (si pensi al dogma dell’Immacolata concezione). Ma tale riconoscimento dei fedeli perché corrisponda a verità necessita dell’intervento del Magistero, solo a lui spetta l’ultima parola, altrimenti può essere benissimo che il cosiddetto popolo di Dio s’inganni.
Inoltre vi sono materie in cui il Magistero si è pronunciato in modo definitivo – tra cui l’omosessualità e il sacerdozio femminile - e dunque non potranno mai subire modifiche dottrinali perché riconosciute come vere e la verità non cambia. Ecco perché la Costituzione dogmatica Pastor aeternus dichiara che “tali definizioni [dogmatiche] del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa”, intesa come comunità dei credenti. Quindi anche nel caso in cui tutti i cattolici pensassero che l’omosessualità sia un orientamento naturale e che le donne possano accedere al sacerdozio, omosessualità e sacerdozio femminile rimarrebbero eresie perché ormai il Magistero si è pronunciato in modo definitivo. E tale pensiero diffuso dei credenti non potrebbe essere mai qualificato come sensus fidei, ma solo sensus erroris. In breve la verità non può mai essere messa ai voti.
Una volta Benedetto XVI disse: “La Chiesa tedesca è alla fine debole. È forte all'esterno, ha molti dipendenti, impiegati a tempo pieno, una grande Caritas, ma la forza interiore della fede è debole". L’intervista di Bätzing pare confermare questo giudizio.