Cattolici popolari e liberali, ecco l’alternativa ai grillini
Non si può non guardare con grande preoccupazione al Movimento 5 Stelle e alle sue tendenze autoritarie. Una realtà che, in qualche modo, ha dei sorprendenti punti di contatto con il fascismo del primo Mussolini. Dunque, come fare per costruire una proposta politica alternativa ai 5 Stelle? Ecco qualche idea.
Anche se la pretesa dei 5 Stelle di essere la luce dopo tenebre sta cominciando a mostrare la corda, resta il fatto che tutte le altre forze politiche alla ribalta della scena pubblica del nostro Paese fanno attualmente una peggiore figura. In assenza di proposte migliori c’è perciò, motivo di temere che il movimento fondato da Beppe Grillo possa aumentare i propri consensi fino a diventare la forza di maggioranza relativa.
Il problema è che, quale che sia la buona fede di tanti suoi elettori e militanti, si tratta, come già in più occasioni sottolineammo, (clicca qui) di una forza politica neo-autoritaria. Una realtà che, in modo ovviamente consono alla nostra epoca, ha dei sorprendenti, ma anche preoccupanti punti di contatto con il fascismo repubblicano del primo Mussolini: quello che, dal nome della piazza ove era a Milano la sua sede centrale, passò alla storia come fascismo sansepolcrista. Tra l’altro, è simile anche il contesto in cui i due movimenti giungono alla ribalta della vita pubblica: in entrambi i casi in un momento di grave delegittimazione della democrazia e delle forze politiche storiche, un momento caratterizzato da una diffusa domanda di “pulizia” e di efficienza.
Ovviamente né sappiamo né ci auguriamo che il Grillo di oggi abbia poi una parabola analoga a quella del Mussolini sansepolcrista dei primissimi Anni ’20 del secolo scorso, ma sta di fatto che troppo spesso i suoi discorsi e le sue tesi sembrano una fotocopia di discorsi e di tesi di quel primo Mussolini. D’altro canto, la crisi della democrazia rappresentativa non è soltanto un fatto italiano. Tendenze neo-autoritarie serpeggiano un po’ ovunque in Europa trovando uno spazio privilegiato nell’Unione europea la cui unica istituzione democratica, il Parlamento europeo, fa da foglia di fico a un sistema nel quale la sostanza del potere sfugge alle regole della democrazia.
Tanto più tenendo conto di tale situazione complessiva, non si può dunque che guardare con grande preoccupazione al Movimento 5 Stelle nonché all’attuale assenza dalla scena di forze e di proposte politiche in grado di offrire efficaci e credibili alternative alle sue proposte e alla sua filosofia. Come fare per costruire una presenza e una proposta politica alternativa ai 5 Stelle? Una presenza pubblica si compone essenzialmente di due elementi: da un lato da una capacità di comunicazione e quindi di persuasione e dall’altro dalla capacità di elaborare e sviluppare un progetto. Si tratta di due funzioni diverse che in un mondo come il nostro sempre meno si possono esaurientemente ritrovare nelle medesime persone.
Uno dei segreti del successo del Movimento 5 Stelle è stata, appunto, la feconda complementarietà di Grillo e di Casaleggio, che hanno saputo lavorare insieme, ciascuno nel proprio ruolo, senza intralciarsi né tanto meno combattersi. Anche in questo, il Movimento 5 Stelle ha saputo essere diverso dai partiti tradizionali dove troppo spesso, per mancanza di stima e di rispetto reciproco, i costruttori di consenso e i costruttori di idee invece di cooperare si scontrano. Preliminarmente si tratta ad ogni modo di valutare quali ambiti della società civile del nostro Paese possono fare in modo adeguato e sufficiente da base sociale all’iniziativa politica di cui si diceva.
A nostro avviso, si tratta da una parte degli ambienti cattolici popolari non subalterni alla cultura post marxista e dall’altro degli ambienti liberali nel senso più originario del termine, a loro volta non subalterni alla cultura post-giacobina. Sono ambiti in cui di certo non la si pensa su tutto allo stesso modo. Tuttavia, attorno al comune riconoscimento del primato della persona, si possono combattere insieme molte battaglie. In quanto al progetto politico esiste già ampio e approfondito materiale su proposte che ruotano attorno a nuove forme di economia produttiva, al rispetto della vita e alla riscoperta della famiglia come risorsa sociale primaria, all’autonomia responsabile della società dallo Stato, a un rapporto positivo con l’ambiente in quanto umana dimora, a nuove forme di relazione e di cooperazione internazionale basate sulla corresponsabilità al di là del miope scontro tra l’idea astratta dell’accoglienza indiscriminata e l’idea di un’autosegregazione non solo ingiusta ma anche impossibile.
Quella che invece ancora manca è un nuovo o rinnovato ceto politico capace di fare proprio tale progetto. C’è qualcuno disposto a dargli vela lasciandosi alle spalle acque stagnanti dove ormai si possono soltanto combattere inutili e patetiche battaglie dei topi e delle rane? Battaglie, osserviamo concludendo, che ormai servono soltanto a convincere sempre più elettori all’astensione.