Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
La santa

Caterina Labouré, come nasce una Figlia della Carità

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Oggi, 31 dicembre, ricorre la memoria liturgica di santa Caterina Labouré, nota per aver avuto le apparizioni della Madonna della Medaglia miracolosa. Scopriamo come nacque la sua vocazione e l'abbraccio al carisma di san Vincenzo de’ Paoli.

Ecclesia 31_12_2024 English

Di santa Caterina Labouré (2 maggio 1806 – 31 dicembre 1876) è piuttosto noto il fatto che fu lei ad avere le apparizioni della Madonna della Medaglia miracolosa. Correva l’anno 1830, quando la santa francese era ancora una novizia nel convento parigino delle Figlie della Carità, in Rue du Bac. Meno famoso, sebbene non manchino i resoconti al riguardo, è invece il suo percorso di vita prima del suo ingresso nell’istituto fondato da san Vincenzo de’ Paoli (1576/81-1660) e santa Luisa di Marillac (1591-1660), nonché dopo il ciclo mariano di Rue du Bac, consistente in tre apparizioni della Santa Vergine (a luglio, novembre e dicembre), la più nota delle quali è quella centrale, avvenuta il 27 novembre 1830.

Caterina era nata in una famiglia numerosa, dove tutti la chiamavano Zoe (Zoé, in francese) perché aveva ricevuto il Battesimo per la festa di santa Zoe, sebbene questo nome non sia stato ritrovato né nel registro parrocchiale né nello stato civile. I Labouré, di condizione piuttosto agiata, vivevano in una grande fattoria ed erano persone laboriose, inclini al sacrificio e con una fede salda, che non era stata intaccata dalle tempeste seguite alla Rivoluzione francese. L’ordinario, faticoso ma sereno svolgimento delle giornate in fattoria fu sconvolto dalla morte di Madeleine Gontard, la madre, appena quarantaseienne, della futura santa. Da parte sua, quello stesso giorno, era il 9 ottobre 1815, Caterina, che allora di anni ne aveva solo 9, abbracciò una statuetta della Madonna e, tra i singhiozzi, le disse: «D’ora in poi sarai tu mia madre».

Arrivata a circa 12 anni, dopo l’ingresso della sorella Maria Luisa tra le Figlie della Carità, Caterina si ritrovò ad essere la femmina di casa più grande. Il lavoro da fare in fattoria – tra pasti da preparare (anche per gli operai nei campi), mucche da mungere, casa da mettere in ordine, vestiti da lavare, prodotti da vendere al mercato, eccetera – era tanto. Per i primi due anni si avvalse dell’aiuto di una domestica, ma poi, acquisita la necessaria esperienza, non ne ebbe più bisogno.

Nonostante i molti doveri legati alla fattoria, Caterina si ritagliava sempre del tempo da dedicare solo al Signore. Ogni giorno si recava alla chiesa del suo villaggio, mettendosi in ginocchio sul pavimento in pietra. Era una chiesa dove di rado si celebrava la Messa domenicale, perché tra le conseguenze nefaste della Rivoluzione c’era la scarsità di sacerdoti. Ad ogni modo fu in quella chiesa che Caterina, il 25 gennaio 1818, ricevette la Prima Comunione, un evento che contribuì alla sua crescita spirituale. Alla causa di beatificazione di Caterina, una sua nipote (madame Duhamel), figlia della sorella Tonine, testimoniò: «Ho saputo da mia madre che la serva di Dio aveva una grande devozione alla Santa Vergine, soprattutto a partire dalla sua Prima Comunione. Mia madre mi diceva anche che da quel momento in poi ella divenne tutta mistica».

Giunta a 14 anni, Caterina iniziò a digiunare il venerdì e il sabato. Sempre nell’adolescenza sentì chiara la vocazione alla vita religiosa, anche se rimaneva aperta una domanda: in quale congregazione? A 18 anni fece un sogno particolare: vide un anziano sacerdote che a un certo punto, tra l’altro, le disse che «è una cosa buona curare gli ammalati», che un giorno lei sarebbe stata contenta di andare da lui e che Dio aveva dei disegni su di lei. «Non dimenticatelo!», le raccomandò la visione. Durante un successivo soggiorno a Chatillon, dove si era recata per imparare a leggere e scrivere in vista del progetto di farsi suora, due diverse circostanze le rivelarono l’identità del sacerdote apparsole in sogno: si trattava di san Vincenzo de’ Paoli.

Caterina capì quindi che il Signore la chiamava a entrare tra le Figlie della Carità. La giovane attese pazientemente che i tempi fossero maturi, rifiutando nel mentre varie proposte di matrimonio. Passarono degli anni, ma con la sua perseveranza, sempre unita a un amore filiale, riuscì a vincere le resistenze del padre. Infine, all’inizio del 1830, a 26 anni non ancora compiuti, Caterina poté iniziare il postulato nelle Figlie della Carità, presso la comunità di Chatillon, dove per tre mesi fu introdotta alle preghiere, al carisma e allo stile di vita propri del grande ramo femminile vincenziano. Tra i compiti che le furono affidati, anche quello di distribuire il brodo a un gran numero di poveri e infermi.

Seguì il trasferimento a Parigi, in Rue du Bac, sede della casa madre. A pochi giorni dal suo arrivo nella capitale, avvenne la solenne traslazione del corpo di san Vincenzo da Notre-Dame al luogo dove si trova tuttora, la casa madre dei Lazzaristi (il ramo maschile). Anche Caterina omaggiò le spoglie del santo, chiedendogli di intercedere per gli istituti da lui fondati e per l’intera Francia. In quei giorni, mentre si trovava raccolta in preghiera, in Rue du Bac, Caterina vide misticamente il cuore di san Vincenzo. «Esso mi apparve – scriverà lei – tre giorni di seguito in modo differente: bianco, color carne, e ciò annunciava la pace, la calma, l’innocenza e l’unione. Poi l’ho visto color fuoco, che era il simbolo della carità che si infiammerà nei cuori. Mi sembrava che la carità dovesse rinnovarsi ed espandersi fino agli estremi del mondo. Infine mi apparve rosso scuro, e ciò mi mise tristezza nel cuore. Avevo delle pene che non riuscivo a superare. Non sapevo perché né come queste tristezze riguardavano il cambiamento di governo».

Il cuore rosso scuro simboleggiava la nuova fase di sconvolgimenti socio-politici e le nuove persecuzioni che avrebbero colpito, di lì a breve, già con la rivoluzione di luglio 1830, la Chiesa cattolica in Francia. Da quei moti furono risparmiate proprio le due comunità di san Vincenzo, segno di una speciale protezione celeste che la stessa Madonna avrebbe preannunciato – pochi giorni prima dello scoppio di quella rivoluzione – nella prima apparizione a Caterina. In quell’occasione la Madre celeste chiese in particolare alla novizia di riferire che si doveva fare tutto il possibile per «rimettere in vigore la Regola» originaria, vegliando sulle «letture cattive, la perdita di tempo, le visite...».

Il cuore color fuoco, parallelamente, era un segno profetico dell’espansione che avrebbe avuto la famiglia vincenziana. E in effetti, dopo le apparizioni della Madre di Dio a santa Caterina, il conio e la diffusione della medaglia chiesta da Maria SS. e definita miracolosa dal popolo – medaglia che riportava (e riporta) iscritta, prima ancora della definizione del dogma, la verità dell’Immacolata Concezione – sia i Lazzaristi che le Figlie della Carità sperimentarono una straordinaria crescita delle vocazioni.

Caterina visse con grande umiltà queste e altre esperienze soprannaturali, comunicate al suo confessore, desiderando solo fare la sua parte per la maggior gloria di Dio e per amore del prossimo. All’inizio del 1831, concluso il suo periodo di formazione, fu mandata all’ospizio di Enghien, a Reuilly, un sobborgo di Parigi. Vi rimase fino al resto dei suoi giorni terreni, per ben 46 anni, la gran parte dei quali – dopo un lustro come addetta alla cucina – dedicati alla cura degli anziani. «Gli anziani erano a volte capricciosi, o rudi, ostinati… Caterina non si scomponeva: il suo equilibrio, la sua coerenza, la sua equità li disarmavano. Molte volte era rimproverata dalle sorelle per la sua “troppa bontà” ed ella rispondeva: “Io vedo Gesù Cristo in loro”. Una volta suor Charvier, parlando di un anziano particolarmente difficile, disse: “È pazzo!”. Gli occhi di Caterina si riempirono di lacrime e si accontentò di rispondere: “Ebbene, pregate per lui”» (Caterina Labouré e le apparizioni della Vergine a Rue du Bac, San Paolo Ed., Palmarita Guida).

Nel 1876 preannunciò che non sarebbe giunta all’anno seguente: fu l’ultima profezia realizzatasi nella sua vita terrena, perché il 31 dicembre di quello stesso anno tornò alla Casa del Padre. Quando in tutto il mondo circolavano ormai un miliardo di medaglie miracolose.



190° ANNIVERSARIO

Rue du Bac, il piano di Maria prende forma

27_11_2020 Ermes Dovico

Esattamente 190 anni fa avvenivano, a Parigi, le apparizioni all’origine della Medaglia miracolosa. Da lì ebbe inizio un’intensificazione delle mariofanie, in contrasto al contemporaneo scatenamento diabolico. E la Medaglia è - diceva san Massimiliano Kolbe - come «un proiettile con cui un soldato fedele colpisce il nemico, cioè il Male, e quindi salva le anime».

SULLE TRACCE DI MARIA/ 25

Tutto è cominciato a Parigi, in Rue du Bac

08_11_2015 Diego Manetti

La traccia mariana ci porta ancora una volta in Francia, terra benedetta da numerose apparizioni mariane. Andiamo a Parigi, in Rue du Bac, per le apparizioni occorse nel 1830 a Caterina Labouré, in seguito alle quali la santa fece coniare la famosissima “Medaglia Miracolosa” che è oggi diffusa in tutto il mondo.